Siglata l’ipotesi di accordo per oltre un milione di addetti. Dopo circa un decennio di crisi nel settore, anche e soprattutto grazie ai bonus per le ristrutturazioni e il miglioramento energetico e i fondi del Pnrr, il settore vive una rinnovata vitalità in termini di addetti e di ore lavorate.
Era importante non farsi sfuggire questo passaggio, per consolidare il potere di acquisto e per ottenere significativi avanzamenti in termini normativi. Se da un lato il settore aumenta in termini di numero di cantieri e numero di lavoratori occupati, dall’altro permangono, se non addirittura si acuiscono, gli antichi mali: gli infortuni e gli incidenti gravi e gravissimi in primo luogo, seguiti a ruota dal precariato dei contratti a termine e del reiterato sotto inquadramento (la maggioranza dei lavoratori è inquadrato nei livelli più bassi, e nell’arco della carriera raramente vede avanzamenti). Una necessaria inversione di tendenza che determinerebbe anche la qualità delle imprese virtuose, emarginando speculatori e coloro che fanno del lavoro grigio e sottopagato la propria attività d’impresa.
Si parla, purtroppo troppo spesso, degli infortuni in edilizia, mentre si tralascia un’altra questione fondamentale in termini di sicurezza e salute: le malattie professionali. Nell’ipotesi di rinnovo del Ccnl, in tema di rafforzamento della prevenzione delle malattie professionali e degli infortuni vi sarà uno specifico piano nazionale per la sorveglianza sanitaria tramite gli enti bilaterali, a sostegno delle imprese che, piccole o piccolissime, non riescono concretamente a garantirla ai lavoratori.
In materia di sicurezza è ridotto da 5 a 3 anni il periodo per accedere alla formazione di aggiornamento, mentre viene estesa anche agli impiegati tecnici che entrano per la prima volta in cantiere la formazione obbligatoria (16 ore), che fino ad ora riguardava solo gli operai. Si unifica, poi, parificandolo all’1% per tutti i territori, il contributo per gli Enti di formazione e sicurezza, così da potenziare la capacità di indagine e supporto tecnico dell’ente. L’aumento di questa aliquota permetterà inoltre agli Enti di migliorare l’offerta formativa per aumentare le professionalità.
Oltre a questi significativi investimenti nella direzione del rafforzamento dei corsi professionalizzanti, è previsto uno specifico versamento aggiuntivo a carico delle aziende per l’istituzione di corsi rivolti al green building e alla sostenibilità. Un rafforzamento della qualificazione professionale che sarà finalmente certificata e riconosciuta al singolo lavoratore attraverso l’introduzione della Carta d’identità Professionale Edile (Cipe).
Molto importanti le misure previste per contrastare il sotto inquadramento e che sono strettamente correlate alle attività formative di enti: per l’operaio comune e l’operaio qualificato si prevede un meccanismo che, a fronte della partecipazione a corsi di formazione e con anzianità minima, permetterà ai lavoratori di accedere ad inquadramenti superiori. A fronte della estrema mobilità dei lavoratori da una azienda all’altra, con continui contratti a termine, tale anzianità sarà computata non sull’azienda ma sulla permanenza nel settore.
In materia di dumping contrattuale viene introdotto il “Patto di Cantiere”, per cui saranno registrate nelle Casse edili tutte le imprese che entrano in cantiere, con verifica della corrispondenza tra le attività effettivamente svolte e il Ccnl applicato.
Troppo spesso, alla erronea applicazione dei contratti in nome della riduzione dei costi, corrisponde una inadeguata formazione sulla sicurezza, foriera di infortuni gravi e gravissimi. Attraverso questa misura, le aziende presenti in cantiere che applicano correttamente contratti non edili potranno usufruire, a costi calmierati, della formazione sulla sicurezza degli Enti Unici, così da permettere a tutti i lavoratori che frequentano il cantiere di avere quelle nozioni specifiche necessarie.
Infine, non per ordine di importanza, il risultato economico ottenuto: 92 euro per l’operaio comune, 107,6 euro per il secondo livello. Aumenti significativi, superiori all’inflazione registrata, che restituiscono la centralità e il ruolo del Contratto collettivo nazionale di lavoro.
Ora il prossimo passo per Fillea Cgil: il rinnovo dei contratti territoriali, l’altro elemento di avanzamento delle condizioni economiche e normative per il mondo dell’edilizia