L’importanza della medicina di base per affrontare la malattia - di Luca Benedetti

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Il modello sanitario lombardo, voluto da Formigoni e confermato dalle successive amministrazioni, deve essere cancellato per fare spazio a un sistema pubblico, vicino alle necessità dei cittadini.   

Quando i compagni della redazione mi hanno proposto di scrivere un articolo sulla mia esperienza con il Covid ho avuto in un primo momento alcune perplessità. Non sapevo da dove iniziare, cosa scrivere che già non fosse in qualche modo stato detto. In questi mesi tutti noi abbiamo direttamente o indirettamente dovuto confrontarci con la pandemia. Poi mi sono ricordato di uno slogan creato negli anni ‘70 dal movimento femminista: “Il personale è politico”, ovvero non esistono soluzioni individuali a problemi collettivi, di conseguenza solo l’azione collettiva, quindi politica, può essere lo strumento con il quale affrontare il problema.

Alla luce di questa riflessione ho quindi accettato di rendere in qualche modo pubblica la mia esperienza. Erano i primi di dicembre quando, nel giro di 48 ore, io, mia moglie e le due figlie ci siamo ritrovati ad essere ammalati. Febbre, tosse, dolori vari, olfatto e gusto che spariscono. Inutile dire che nei mesi precedenti avevamo preso tutte le dovute precauzioni e adottato uno stile di vita che riducesse al minimo i rischi. E’ stato quindi inevitabile iniziare a interpellarci su come il virus potesse essere entrato in casa nostra. Non abbiamo trovato risposte, a conferma di quanto questa malattia sia estremamente contagiosa e subdola.

Sono stati giorni difficili; oltre alla sofferenza per via delle condizioni di salute e la gravosa situazione di essere isolati in casa senza alcun contatto con l’esterno che non fosse quello telefonico, erano in noi palpabili l’ansia e la paura che la situazione potesse evolvere in peggio. Ci siamo curati e supportati a vicenda condividendo costantemente quello che stavamo vivendo. Tentando, nei limiti del possibile, di non farci sopraffare dalla preoccupazione e dall’inevitabile scoraggiamento.

Le ragazze, vista la giovane età, se la sono cavata con qualche giorno di febbre e uno strascico di postumi di qualche giorno. Mia moglie ha penato un po’ di più, ma fortunatamente, dopo un paio di settimane, si è negativizzata. Io purtroppo ho quasi subito manifestato i sintomi più infidi di questa patologia. Per buona sorte mi trovo ad avere un medico di base serio, professionale e scrupoloso, che ci ha seguiti quotidianamente con attenzione e, avendo immediatamente focalizzato il quadro clinico, mi ha tempestivamente prescritto una serie di terapie che hanno evitato che l’infezione degenerasse al punto di dover richiedere un ricovero. Sono stato male, ma posso ritenermi molto fortunato per come tutto si è risolto. Aanche se ancora oggi, oltre al ricordo, porto ancora con me alcuni strascichi, come l’insonnia e la costante stanchezza.

Ripensando a quanto è accaduto, in queste settimane sono state tante le riflessioni che mi hanno occupato la testa, ma al di là dell’aspetto personale e clinico non posso evitare di affrontare anche il tema della gestione politica della pandemia, e più in generale del sistema sanitario della Lombardia. Considero una fortuna enorme l’aver incontrato il mio medico, ma non per tutti è stato così. Sono innumerevoli le testimonianze di coloro che hanno dovuto affrontare la malattia abbandonati in casa a se stessi.

Il sistema sanitario lombardo ha nel corso degli anni abbandonato totalmente qualsiasi forma di sviluppo e di investimento sui servizi di assistenza territoriale, privilegiando la sanità privata e discapito di quella pubblica, creando grossi poli ospedalieri, spesso privati, in cui sono stati realizzati centri di eccellenza su precise patologie ma lasciando scoperto il territorio, privando di fatto della dovuta assistenza, quotidiana e domiciliare, coloro che ne hanno necessità.

E’ indegno si possa fare profitto sulla sofferenza degli altri. Il modello sanitario lombardo, voluto dal governatore Formigoni e riconfermato dalle successive amministrazioni, deve essere totalmente cancellato per fare spazio ad un sistema pubblico, vicino alle necessità dei cittadini, degli anziani, dei malati cronici. E’ ora più che mai urgente che il sistema sanitario inverta definitivamente la scelta politica in cui il privato possa arricchirsi.

 

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