Verso un’unica Rete italiana per la Pace e il Disarmo - di Franco Uda

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I processi di sintesi e aggregazione sono cosa rara nella fase politica che stiamo attraversando, caratterizzata invece da una tendenza alla frammentazione e alla esasperazione sovranista della propria identità attraverso dinamiche di segno opposto, talvolta di vera e propria separazione. Dobbiamo quindi rallegrarci quando le due reti più importanti del movimento pacifista e nonviolento nazionale decidono di intraprendere un cammino di convergenza e unificazione. È il caso della Rete della Pace e della Rete italiana per il Disarmo, che negli ultimi anni hanno progressivamente maturato la necessità di strutturare un aggregato di forze associative che potesse rispondere più efficacemente alla complessità della fase che stiamo attraversando. Caratterizzata da una instabilità internazionale che non riesce a trovare né nella diplomazia né nelle istituzioni internazionali delle camere di compensazione che possano controbilanciare la propensione alla risoluzione delle controversie attraverso la prova muscolare del conflitto.

La storia e la vocazione di ognuna delle due reti sono alquanto differenti. La Rete della Pace nasce nel 2014 - traendo origine dalla Tavola della Pace - con la costituzione di un campo di oltre 60 tra forze associative e sindacali, delle più rappresentative nel panorama nazionale insieme a molte realtà locali.

L’intento è quello di promuovere formazione e educazione alla pace e ai diritti umani, alla mondialità, solidarietà, tolleranza, nonviolenza, cooperazione, all’inclusione e alla integrazione, all’accoglienza, alla legalità. E di irrobustire la cultura della cooperazione e solidarietà internazionale e la collaborazione con la società civile degli altri paesi impegnata a promuovere pace e giustizia sociale; intraprendere iniziative e campagne per la prevenzione e la trasformazione dei conflitti, di sensibilizzazione ed informazione sulle tematiche della pace, della solidarietà, della sostenibilità ambientale, sociale ed economica, della legalità, di un’economia di giustizia, del lavoro dignitoso, della difesa di tutti i diritti umani, della tutela dell’ambiente, del commercio equo. E ancora di sostegno e promozione degli impegni assunti dagli organismi internazionali e dai governi sullo sviluppo umano sostenibile, la lotta alla povertà, le ratifiche delle convenzioni internazionali, la riforma dell’Onu, la promozione di istituzioni internazionali democratiche; per promuovere e partecipare a reti europee, euro mediterranee e mediterranee.

Nata nel 2004, la Rete Disarmo è un luogo di incontro e contatto continuo fra oltre venti organizzazioni operanti in Italia che si occupano di monitorare la produzione di armi e di approfondire le tematiche relative al mondo degli armamenti e delle guerre. Con l’obiettivo di riproporre all’attenzione dell’opinione pubblica e della politica il tema del controllo degli armamenti e del disarmo, agendo sia sul piano dello studio e della ricerca - monitoraggio della spesa militare e del commercio di armi, controllo del rispetto dei vincoli all’esportazione di armamenti, rifinanziamento dei fondi per progetti di riconversione, raccordo con le altre iniziative europee ed internazionali in materia di disarmo - sia su quello della mobilitazione con lo scopo di influenzare le politiche nazionali ed europee.

Nella assemblea congiunta dello scorso fine mese le organizzazioni aderenti alle due reti – molte quelle aderenti a entrambe - si sono trovate insieme per sottolineare la volontà a finalizzare questo percorso di convergenza, a conferma di quanto realizzato in questi anni: campagne congiunte, reciproca consultazione e condivisione di posizioni. L’impegno comune è quello di unificazione nel prossimo autunno e, per rendere operativa questa decisione, si insedieranno due gruppi di lavoro. La “cabina di regia” avrà un ruolo di servizio, di elaborazione di documenti, di organizzazione e coordinamento, e dovrà produrre un elaborato da sottoporre alle basi associative delle due reti, per diventare il testo costituente a cui ogni associazione dovrà dichiarare la propria adesione. Il “gruppo organizzativo”, ha il compito di preparare un seminario residenziale di riflessione, da tenersi nei mesi estivi, per affinare linguaggio, conoscenza reciproca, analisi politica comune.

Da un punto di vista strutturale l’opportunità è quella di avviare i servizi comuni per rafforzare i prossimi passi: l’impegno e il rilancio delle campagne in corso (Difesa Civile Nonviolenta, Italia Ripensaci, No F35, Tavolo Yemen), la partecipazione all’appuntamento della Marcia Perugia-Assisi del prossimo 11 ottobre, la continuità all’appello ed alle alleanze promosse con l’iniziativa “Accendiamo la Pace” del 25 gennaio scorso.

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