Woody Allen ne ha fatto una gag per un intero film, ‘Prendi i soldi e scappa’: gli tolgono e gli pesticciano gli occhiali per sei volte fin quando, alla settima, se li pesticcia da solo. Del resto senza occhiali l’artista newyorkese non sarebbe lui. Tutti noi abbiamo in casa almeno due, tre paia di occhiali. Da vista, da sole, da lettura. Leonardo Del Vecchio ne ha fatto un’industria, un’arte, un impero. Partito da Agordo nel bellunese all’inizio degli anni sessanta con una piccola fabbrica, ha trasformato Luxottica (gruppo Essilor-Luxottica) in un colosso con più di 82mila dipendenti, un fatturato di circa nove miliardi di euro, un utile netto (nel 2018) di 900milioni.
Il giovane incisore milanese è diventato un Paperon de’ Paperoni conosciuto ai quattro angoli del pianeta, proprietario della più grande azienda produttrice mondiale di montature per occhiali. Praticamente ogni marchio conosciuto o è direttamente prodotto da Luxottica o è in licenza (Ray-Ban, Persol, Vogue, Armani, Ralph Laurent, Prada, Tiffany, Dolce&Gabbana, solo per fare qualche esempio). Anche voi che leggete questo articolo con tutta probabilità vi aiutate con occhiali Luxottica. Un’azienda italiana che non delocalizza, anzi il legame con la zona di produzione Belluno-Treviso-Trento è diventato sempre più forte. Con tanti saluti a chi sostiene che il lavoro in Italia costa troppo.
Susan Moser è in Luxottica dal 2005, delegata sindacale Filctem-Cgil a Pederobba, nel grande stabilimento alle porte di Treviso. Con un felice gioco di parole dice: “Noi la crisi non la vediamo”. A dimostrazione che di un paio di occhiali c’è sempre bisogno, fosse solo per proteggersi dal sole. Lo stabilimento di Pederobba è un esempio di modernità, funzionalità e innovazione. “Il lavoro non è diminuito, casomai è successo il contrario - spiega Moser - e se in fabbrica c’è la percezione di una riduzione dei carichi di lavoro, il motivo è la massiccia introduzione di tecnologia nei processi produttivi. Un solo ‘robottino’, ad esempio, riesce a gestire un magazzino, impacchettando e caricando occhiali. Ma se il lavoro si alleggerisce dal punto di vista fisico, resta comunque la fatica di accettare i cambiamenti. Ci sono colleghi che sono in Luxottica da trentacinque anni, per loro non è facile adattarsi”.
Del Vecchio investe nell’alta qualità del prodotto. “Ci fu un tentativo di fare i Ray-Ban in Cina, fu un fallimento. Occhiali ben fatti ma con materiali scadenti”. Recentemente Luxottica ha completato l’acquisizione di Barberini, il più importante produttore al mondo di lenti da sole in vetro ottico. L’operazione permette al gruppo di rafforzare la sua produzione made in Italy, e il know-how nelle lenti da sole e da vista in vetro. “Luxottica aggiunge così alla sua capacità manifatturiera d’eccellenza il polo produttivo di Barberini in Abruzzo - sottolinea Moser - in tempo record è stato tirato su un capannone a Sedico nel bellunese con più di 300 dipendenti per produrre lenti da vista”.
All’indomani della fusione con Essilor, leader mondiale proprio nella produzione di lenti, la domanda non manca. Ognuno dei sei stabilimenti italiani è specializzato in una particolare produzione. Ad Agordo si fanno montature metalliche, nelle altre fabbriche plastiche dure, morbide. “Noi siamo specializzati in plastiche morbide, quelle che oggi vanno per la maggiore”. Susan Moser lavora nello stabilimento di Pederobba da quindici anni: “Siamo passati da trecento a ottocento addetti, senza contare gli interinali che i vari governi non hanno certo aiutato a far diminuire”. Da sindacalista Moser è naturalmente impegnata a trasformare tutti i contratti precari in contratti a tempo indeterminato. “Arrivare all’accordo per l’ultimo contratto integrativo aziendale non è stato facile. Ma siamo soddisfatti del risultato ottenuto. Di fatto si introduce un nuovo orario di lavoro ridotto, che ha permesso la stabilizzazione di 1.150 lavoratori a termine, quelli costretti a vivere con una spada di Damocle sulla testa. I nuovi assunti lavoreranno per otto ore sette mesi l’anno, e per sei ore al giorno nei restanti cinque mesi”.
Considerando anche un integrativo che garantisce fino a 3.000 euro l’anno, i livelli retributivi in Luxottica sono più elevati rispetto alla media del settore. “Da dicembre più del 60% dei dipendenti è divenuto azionista”, aggiunge Moser. Del Vecchio e i suoi manager sono piuttosto attenti ad avere buone relazioni sindacali. A riprova, alle tradizionali feste aziendali di fine anno per ringraziare i dipendenti, l’ormai anziano imprenditore viene applaudito come fosse una star del cinema. Anzi di più, visto che in un’occasione c’era ospite d’onore Robbie Williams, ma l’applausometro aveva premiato sempre lui, Leonardo De Vecchio. Anche il regista premio Oscar Gabriele Salvatores ha dedicato un corto all’orfanello che ha avuto davvero occhio negli affari.