Per la Cgil, uscita positivamente dal congresso unitario, si apre una nuova difficile fase sul piano sociale e economico, mentre con l’elezione del nuovo segretario generale si sono create aspettative che non possiamo deludere.
Nella Cgil non sono scomparse le ragioni politiche e di merito sindacale che hanno segnato il serrato confronto congressuale; purtroppo verifichiamo che nella costituzione delle segreterie di alcune strutture si disconoscono persino gli affidamenti e gli impegni assunti, mentre si procede con vecchie modalità e pratiche burocratiche accentratrici, disconoscendo il pluralismo che rappresentiamo e le scelte coerenti fatte nel confronto congressuale. E’ un segnale negativo: la Cgil del futuro deve essere unita e plurale, rispettosa della sua ricchezza e forte della sua collegialità, con un gruppo dirigente costruito su una rappresentanza plurale, non partitica, o di cordata o di struttura, ma effettiva, di qualità, di esperienza e di merito sindacale.
Il nostro percorso collettivo deve trovare nuove strade ma quanto sta avvenendo rende necessaria una seria riflessione sul che fare. Siamo per navigare in mare aperto, ma senza disperdere il nostro patrimonio politico, la nostra esperienza, la nostra storia di sinistra sindacale programmatica organizzata.
Siamo convinti che nella Cgil del futuro ci sia ancora bisogno di una rinnovata e innovata sinistra sindacale confederale che si apra e coinvolga l’insieme delle compagne e dei compagni che si sono incontrate/i o ritrovate/i nella battaglia congressuale per un percorso comune. Il segretario generale rimane, ovviamente, il nostro riferimento per un confronto costruttivo di merito e di prospettiva sulla Cgil del futuro.
Nel prossimo coordinamento nazionale delle compagne e dei compagni che hanno sottoscritto il contributo congressuale “Per una Cgil unita e plurale”, discuteremo e decideremo insieme come continuare a rappresentare e far vivere il pluralismo e la storia collettiva che rappresentiamo nella nostra Cgil.