Liberi dall’amianto - di Massimo Balzarini

Mobilitazione a sostegno della piattaforma, indirizzata al governo e alla Regione Lombardia.

Il 6 novembre scorso, organizzato da Cgil Cisl e Uil, si è svolto un presidio sotto la Prefettura di Milano per sostenere la richiesta di prevedere, nella legge di bilancio, lo stanziamento di fondi per l’emergenza amianto. Cgil Cisl e Uil, da sempre attive su questo tema, hanno elaborato piattaforme sia per il confronto con il livello istituzionale nazionale, quindi con i ministeri del Lavoro e dell’Ambiente, sia con la Regione Lombardia, in particolare gli assessorati Welfare e Ambiente, a cui da tempo hanno inviato un documento, senza mai ottenere risposte adeguate. Ricordiamo, a titolo di cronaca, che in Lombardia fra il 2000 e il 2016 si sono registrati 6.000 casi di mesotelioma, e se ne prevedono altri 4.500 da qui al 2029.

A 24 anni dalla sua messa al bando, nel territorio lombardo si registra ancora il 33% della presenza totale di amianto in Italia, con oltre 207mila siti censiti, di tipo pubblico (12%) e privato (88%), che rilevano materiali contenenti amianto per quasi 6 milioni di metri cubi, 1,5 dei quali in matrice friabile, che ancora necessitano di interventi di bonifica e smaltimento.

In Lombardia, come nel resto d’Italia, c’è un problema ancora largamente irrisolto: non si sa come e dove smaltire l’amianto. Ed è un fatto grave, perché se non si bonifica si continueranno ad avere ulteriori persone esposte e, quindi, nuovi malati e decessi ogni anno correlati all’asbesto.

Al governo nazionale Cgil Cisl e Uil chiedono di rendere disponibili risorse economiche e strumenti normativi in grado di contrastare e debellare con forza i danni alla salute e all’ambiente, dovuti alla perdurante presenza dell’amianto nei luoghi di lavoro e di vita dei cittadini italiani. Al ministero del Lavoro si chiede di aprire un tavolo di confronto per gli aspetti di natura sociale e previdenziale, insieme all’Inail e all’Inps, per definire le problematiche.

Per gli aspetti previdenziali, stante che l’aspettativa di vita degli ex-esposti all’amianto è più bassa della media dei lavoratori italiani, ed essendo l’aspettativa di vita uno dei criteri che regola il sistema previdenziale, la minor aspettativa di vita deve potersi applicare ai fini dei diritti previdenziali agli ex-esposti all’amianto. Per le vittime dell’amianto chiediamo di realizzare un fondo universale con trattamenti equiparati per tutte le vittime, sulla base del modello francese, con gli adeguamenti necessari in considerazione della diversa struttura delle dimensioni aziendali.

Nei confronti della Regione Lombardia, Cgil Cisl e Uil riaffermano con forza i punti presenti nella piattaforma. A partire dalla sorveglianza sanitaria che, in considerazione della previsione del picco massimo previsto entro il prossimo decennio, deve essere rafforzata sia per la diagnosi precoce che per il monitoraggio dei casi di malattia asbesto-correlata. Nel registro mesoteliomi devono essere implementati tutti i casi di tumore correlati all’esposizione a materiali contenenti amianto. Il censimento dei manufatti in cemento-amianto deve essere completato a cura di Arpa Lombardia, anche con il coinvolgimento dei piccoli comuni, e bisogna promuovere la Conferenza dei sindaci sul tema dello smaltimento.

Infine i sindacati confederali regionali lombardi chiedono alla Regione Lombardia, nel coordinare tutte queste azioni, di incentivare i percorsi corretti di rimozione, smaltimento e raccolta sicura verso destinazioni temporanee come le discariche, in attesa di una definitiva inertizzazione. Si rende anche necessaria un’informazione capillare ai cittadini, per far conoscere i rischi sanitari e promuovere corrette modalità di bonifica anche negli edifici civili.

Non possiamo più attendere, abbiamo bisogno di certezze sia in termini di risorse economiche che di volontà politica, per affrontare e risolvere definitivamente l’emergenza amianto.

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