Decreto Salvini: insicurezza e sfruttamento - di Giacinto Botti

Nulla è più contrastante con la democrazia dell’idea di un popolo indefinito, omogeneo e senza conflitti, con diritti fondamentali aleatori e scambiabili. La ricerca ossessiva da parte dei populisti del “nemico del popolo” è parte di un’idea autoritaria, in cui non esistono organismi di rappresentanza sociale, conflitti sociali e di classe, né divisione dei poteri. Un governo di bassa lega viola il dettato costituzionale, gioca sui diritti umani fondamentali e alimenta falsità su immigrazione e sicurezza. Il Decreto Salvini, passato al Senato con voto di fiducia, è parte della barbarie in atto.

Gli effetti repressivi si respirano già, attraverso diverse iniziative restrittive: le circolari coprifuoco e controllo pacchi a Firenze, la mancata apertura di un centro di accoglienza a Roma in seguito ad un presidio di neofascisti e leghisti, l’azzeramento del progetto ‘Integrazione’ del Viminale. Per non parlare della repressione nei confronti del sindaco di Riace e dell’esperienza di accoglienza e integrazione.

Nel decreto, inoltre, c’è il taglio delle risorse che azzererà le attività per l’integrazione dei richiedenti asilo e ricadrà anche sulle spalle di lavoratrici e lavoratori del settore accoglienza. Il lavoro degli operatori e degli assistenti sociali, come denuncia la Fp Cgil, rischia di esserne snaturato: volto all’inclusione sociale, rischia di trasformarsi nel suo contrario: con una riduzione dei diritti dei richiedenti asilo, e una messa in crisi dei livelli occupazionali del settore, che può tradursi in circa 50mila posti di lavoro a rischio.

Molti amministratori locali hanno lanciato l’allarme sugli effetti del decreto sia su servizi e lavoro che sulla sicurezza. Si aggiungono altre casistiche per l’applicazione del “daspo urbano”, si allarga l’utilizzo della pistola elettrica alla polizia locale, si inaspriscono le sanzioni per occupazioni e blocchi stradali mentre, al contrario, per il “contrasto” alle mafie, si inseriscono norme pericolose, come la possibilità a soggetti privati di acquistare beni confiscati alla mafia, nonostante la nota capacità delle organizzazioni criminali di riacquistare beni sequestrati, attraverso intermediari. Tutti segni di una deriva pericolosa, razzista e anticostituzionale, di cui il Movimento 5 Stelle è corresponsabile.

La Cgil, le associazioni e i cittadini, la parte migliore del paese, devono continuare a mobilitarsi su tutti i terreni, politici, sindacali, culturali, per fermare la disumanità delle scelte governative che produrranno solo nuove fasce di irregolarità su cui lucrare politicamente, soffiando sulle paure delle persone, ed economicamente, consentendo a tanti padroni senza scrupoli di sfruttare lavoratori invisibili e senza alcun diritto.

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