Scritto da due veterani sindacalisti, che hanno iniziato come occupati in aziende allo scopo di sindacalizzarle, un appello all’azione che motivi i giovani socialisti a fare lo stesso 40 anni dopo.

Cresciuti nella resistenza alla guerra del Vietnam e nella battaglia per i diritti civili negli anni 60 e 70 del ‘900, siamo parte di una generazione di giovani americani che ha compreso che la classe operaia industriale è la forza capace dei maggiori cambiamenti politici. E’ stato certamente un cambiamento per molti di noi, cresciuti nella confortevole classe media cittadina, con scarsi contatti o esperienze con i lavoratori. Comunque il nostro coinvolgimento nei movimenti sociali ci ha esposto ai concetti marxisti dell’analisi di classe e del ruolo dello scontro di classe nel cambiamento storico. L’organizzazione dei lavoratori è centrale in questa teoria, e nella nostra stessa storia di progresso economico e sociale. Per migliaia di radicali come noi, è stato l’addio alle carriere professionali e l’inizio del percorso nelle fabbriche.

A quel tempo, nella grande Boston, era relativamente facile trovare un lavoro in una delle tre “General”: il gigante Fore River Shipyard a Quincy di proprietà della General Dynamics; la General Motors a Framingham; e la General Electric a Lynn. Tutte e tre le “General” hanno occupato dozzine di idealisti di sinistra, impegnati in una visione generale di cambiamento radicale. Qui abbiamo imparato le dure lezioni delle sfide di costruire l’unità nel posto di lavoro e di organizzare la classe operaia, più le lezioni di vita di umiltà e rispetto per il lavoro ripetitivo e alienante, e le gioie dei successi nella sindacalizzazione.

Fortunatamente, la candidatura di Bernie Sanders e la resistenza a Trump hanno ispirato una nuova generazione di sindacalisti e attivisti. Molta della resistenza ha preso la forma delle dimostrazioni di piazza e dell’azione politico-elettorale, ma molti nuovi sindacalisti stanno lottando sulla stessa spinosa questione di come costruire il potere dei lavoratori, per cambiare l’economia e il paese.

Insistiamo perché i giovani organizzatori ispirati da Sanders, la resistenza anti Trump, e l’ondata di scioperi degli insegnanti puntino a prendere di mira un’impresa che gioca un ruolo strategico nell’economia, simboleggia la fusione di tecnologie e logistica ad alto potenziale, e ha mostrato di essere vulnerabile alla sindacalizzazione. Questa impresa è Amazon. Il recente acquisto di Whole Foods, e la decisione di Amazon di situare un secondo quartiere generale in una grande città, hanno ulteriormente innalzato il suo profilo nei media economici e popolari.

Mentre la Barnes e Noble sta chiudendo le sue librerie, Amazon sta aprendo nuove librerie reali. Al momento ha 14 librerie aperte a livello nazionale, e sta per aprirne altre tre. Amazon è all’avanguardia nella realizzazione di librerie senza commessi, che possono diventare un modello per il futuro del commercio. I clienti devono solo strisciare la loro carta di credito sulle merci, e uscire con i loro acquisti senza interagire con un singolo essere umano. Amazon ha già utilizzato consegne tramite droni in alcuni mercati selezionati. Ha annunciato un brevetto per un braccialetto per il lavoratore, capace di fargli monitorare il lavoro in ogni momento. Ancora, l’avanzato uso di robot nei magazzini di Amazon sta già rimpiazzando i lavoratori. E la sua gestione dello staff professionale e tecnico sta configurando nuovi precedenti di oppressione dei colletti bianchi.

La domanda è d’obbligo: la distruzione da parte di Amazon degli attuali sistemi di distribuzione, e dei modelli di vendita al dettaglio, corrisponde all’ipotesi di un’azienda dove i lavoratori possano ancora sognare di organizzarsi, per migliorare i loro salari e le loro condizioni di lavoro? Un buon segno è il recente annuncio dell’azienda di voler aumentare il salario dei dipendenti a 15 dollari orari. L’aumento della paga arriva come risultato della pressione pubblica, guidata da Bernie Sanders, e di un mercato del lavoro ristretto che va verso il suo picco stagionale. Ma, nello stesso tempo in cui ha alzato i salari, Amazon ha tagliato altri benefit.

Azioni unilaterali come queste sono un sogno per il delegato di base. Così, improvvisamente, si sono diffuse aperte discussioni sui salari e le condizioni di lavoro. Nelle mani di un organizzatore politicizzato questo dibattito porta direttamente alla discussione sul nostro potere collettivo e la sindacalizzazione. In questo ambiente può emergere un movimento che chiede e ottiene la contrattazione collettiva? Assolutamente sì. E le spinte in Amazon avvengono in tutto il mondo: lavoratori in Italia, Germania, Polonia e Spagna si stanno unendo per migliori condizioni, mentre gli organizzatori in Usa stanno guardando alla gigantesca rete di distribuzione online come ad un imperativo strategico per il futuro del lavoro. Noi crediamo che l’alto profilo pubblico e il modello di consegna ‘just in time’ di Amazon siano fattori che, se combinati con una ben pensata strategia, possano aumentare il potere dei lavoratori.

Amazon è il terzo grande distributore nel mondo (dopo Wal-Mart e CVS), ed è ora il più grande commerciante on-line superando Alibaba, il distributore on-line cinese. Fino a poco fa Amazon contava solo sulle vendite on line, ma con l’acquisizione di Whole Foods il suo modello operativo sta cambiando. Amazon opera in tutto il mondo con centri di distribuzione/consegna in oltre 18 paesi. Ci sono 351mila lavoratori in tutto il mondo, di cui 280mila nei soli Stati Uniti. I centri di distribuzione operano in 25 grandi aree metropolitane degli Usa. Jeff Bezos, il fondatore, è ora proprietario del Washington Post, con vaste risorse finanziarie e un ruolo crescente nella politica nazionale.

Strateghi e organizzatori sindacali sono stati sia ispirati che frenati dalle recenti spinte a Wal-Mart e dalla campagna in corso “lotta per 15$”. Se una campagna di sindacalizzazione ad Amazon è una prospettiva che intimorisce, al tempo stasso va ricordato che il movimento operaio è stato costruito pensando in grande, e agendo con coraggio nei momenti chiave. Per esempio, migliaia di lavoratori dell’abbigliamento sono stati sindacalizzati a New York nella “Rivolta dei 10mila” del 1909. La visione strategica di William Z. Foster ha ispirato e condotto uno splendido sciopero a Big Steel nel 1919. Anche se sconfitte, le lezioni e le esperienze da questi sforzi hanno ispirato i futuri sindacalisti, che alla fine, dopo 15 anni, hanno incrinato il settore.

Certo, gli scioperi emblematici degli anni ‘30 sono stati guidati da sindacalisti che avevano capito le debolezze nella catena di produzione dei giganti dell’auto, come General Motors. Ma solo 31 anni fa la International Brotherhood of Teamsters colpì il primo simbolo delle consegne di allora: United Parcel Service. Quando i guidatori dell’alimentazione intercittadina di Ups hanno smesso di caricare tra i magazzini dell’azienda e le auto portapacchi, le consegne si sono fermate e lo sciopero ha avuto un impatto immediato. Poche ore dopo l’inizio dello sciopero, i pacchi accatastati e i nastri trasportatori intasati hanno paralizzato i centri di distribuzione. Il successo dei Teamsters nello strutturare lo sciopero come battaglia contro il part time e il lavoro precario è stato un fulgido esempio di lavoratori in lotta per sfidare una delle più grandi imprese americane.

Guardando indietro agli anni delle nostre esperienze di sindacalizzazione, vogliamo incoraggiare i giovani sindacalisti a esaminare il potenziale di organizzazione e ribellione in Amazon. Tutte le principali azioni sindacali nella storia del movimento operaio negli Stati Uniti moderni hanno tratto beneficio dai quadri politicizzati che sono andati a lavorare in aziende scelte per la sindacalizzazione. Questa pratica ha molti nomi: industrializzare, colonizzare, mettere radice o, termine che preferiamo, “mettere il sale”. Può essere fatta per tutta la vita, o raccogliendo le intelligenze per un breve periodo e costruendo comitati. Il successo nella sindacalizzazione dei lavoratori in una impresa gigante come Amazon può arrivare soltanto se i sindacalisti, piazzati strategicamente e coordinati, possono motivare i compagni di lavoro da una posizione di condivisione nel luogo di lavoro.

La costruzione di un movimento dei lavoratori in Amazon darebbe nuova forma alla narrativa sul lavoro e ai sindacati. In ogni caso, non ci sarà nessuna vittoria veloce o facile. Il successo sarà a sprazzi, e lento. Tutti gli esempi menzionati, dalle vittorie come a Ups e dalle sconfitte pur istruttive come lo sciopero della siderurgia del 1919, hanno richiesto approcci di lungo termine, quadri sindacali dedicati, e ricerca strategica.

I lavoratori devono affrontare la sindacalizzazione in Amazon con un piano di non meno di cinque-dieci anni. E un mandato per le nuove generazioni di sindacalisti politicizzati: andare sul campo, trovare lavoro in Amazon, ed essere parte della costruzione di una strategia e di un tattica che possano portare alla costruzione di un nuova organizzazione di lavoratori.

©2024 Sinistra Sindacale Cgil. Tutti i diritti riservati. Realizzazione: mirko bozzato

Search