Libere di scegliere, sempre - di Angela Ronga

All’azione squadristica di Forza nuova, la Casa Internazionale delle Donne risponde con una grande manifestazione di piazza, il 22 maggio, 40° anniversario della legge 194. 

L’azione squadrista alla Casa Internazionale delle Donne, a Roma, pochi giorni fa, ha suscitato immediata solidarietà da parte dei tanti comitati delle donne, dell’associazionismo, da parte del movimento “Non una di meno”, ma anche da parte di istituzioni e politici (Zingaretti, Boldrini).

Il fatto è accaduto mentre era in corso un’iniziativa dell’Anpi sull’eccidio di un gruppo di partigiane a Roma, e parallelamente, sempre da parte della Casa, c’era stata una presa di posizione finalizzata a rimuovere un manifesto del “movimento della vita” contro l’aborto e lesivo della dignità delle donne.

Perciò l’attacco del gruppo fascista di Forza nuova, un volantinaggio contro l’aborto all’interno della Casa delle Donne, ha avuto un duplice significato: rimettere radicalmente in discussione la legge 194 “per una maternità consapevole”, di cui corre in questo periodo l’anniversario dell’approvazione, e insieme “cancellare” i luoghi liberi, democratici, laici delle donne e non solo.

Certo, l’attuale clima politico con il voto del 4 marzo, che ha visto la vittoria delle destre e, con essa, “l’eclissi” delle sinistre non aiuta, anzi rafforza questa strategia finalizzata a contrastare la libertà delle donne e di un luogo politico e simbolico di fondamentale importanza nella storia del movimento delle donne, appunto, la Casa Internazionale, unica nella sua specificità sia a livello nazionale che internazionale.

Purtroppo, a causa della sconfitta delle sinistre a livello europeo come mondiale, le tendenze minacciose e regressive si fanno sempre più forti e preoccupanti, tutte finalizzate a mettere in discussione i diritti acquisiti dalle donne e, con essi, la loro libertà.

Ma la risposta del movimento al capitale e al patriarcato è stata altrettanto globale.

La lotta delle donne per riaffermare l’autodeterminazione sui loro corpi e le loro vite è in atto in molte parti del mondo (Argentina, Polonia, Brasile, Irlanda, Stati Uniti, ecc.) non ultima l’Italia.

Nell’assemblea che si è svolta alla Casa Internazionale come prima risposta al provocatorio attacco fascista, molto partecipata, si è deciso di rilanciare con una grande manifestazione di piazza, il 22 maggio, in occasione del quarantesimo anniversario della legge 194.

Ma siamo tutte consapevoli che, insieme alla legge, quello che si vuole colpire è la libertà delle donne. La manifestazione si baserà, perciò, su una piattaforma non difensiva e vedrà insieme le diverse generazioni di donne, le tante differenze, con la volontà di essere unite, di fare rete, di fare fronte comune, di collegare le lotte nel territorio con un livello più globale.

Il riferimento politico e culturale sono le tante esperienze, la forza e l’autorevolezza conquistate dalle donne del femminismo dagli anni ’70, passando per le lotte per l’emancipazione delle donne che provengono dalla Resistenza, fino ad oggi, al nuovo femminismo di “non una di meno” che comprende le nuove generazioni di donne.

 

La sfida che abbiamo di fronte e che è alla base dello stesso movimento “Metoo”, partito dalla denuncia delle attrici americane delle molestie sessuali sul lavoro e con la forte connessione che queste hanno con il potere maschile così come si rappresenta in tutti i gangli della società, è la ricostruzione del patto sessuale che è all’origine di ogni relazione e di tutte le istituzioni umane. Una sfida che oggi può rappresentare il vero motore di cambiamento della politica e del mondo così come lo conosciamo.

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