Il 16 gennaio la Commissione europea ha adottato una strategia sulla plastica che dovrebbe favorire la transizione verso l’economia circolare. L’obiettivo dichiarato della Commissione è quello di fondare una nuova economia della plastica, in cui il design, la produzione e i prodotti in plastica rispetteranno le esigenze di riuso, riparazione e riciclo e in cui verrà sviluppato e promosso l’uso di materiali più sostenibili. Con questa strategia la Commissione intende ridurre l’impatto della plastica sull’ambiente, dare impulso alla ricerca e all’innovazione tecnologica legata all’ecodesign e allo studio di nuovi materiali, ridurre le importazioni di fonti fossili e le emissioni di carbonio, attraverso l’uso efficiente delle materie, contribuendo così al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile al 2030 dell’Onu e dell’Accordo di Parigi sul clima.

L’uso della plastica è cresciuto di venti volte dal 1960 al 2015, e si stima che raddoppierà nei prossimi venti anni. Attualmente in Europa, lavorano nel settore della plastica 1,5 milioni di persone. Ogni anno dalle 150mila alle 500mila tonnellate di rifiuti in plastica entrano in mare dall’Europa, in aree marine particolarmente vulnerabili quali il mar Mediterraneo e l’Oceano Artico. Ogni anno in Europa si generano 25,8 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica. Meno del 30% viene riciclato: solo una piccola parte in Europa, mentre un quantitativo significativo viene trasferito per il trattamento in paesi terzi, l’85% in Cina, paese che sta chiudendo le frontiere ai rifiuti riciclabili.

Da marzo la Cina, la cui raccolta interna di materiali da rigenerare è sufficiente a soddisfare i propri bisogni, comincerà i controlli sulla qualità dei rifiuti ricuperabili con l’obiettivo di proteggere l’ambiente dai rifiuti sporchi o contenenti sostanze pericolose che spesso arrivano ai porti cinesi e vieterà l’arrivo di materiali con un contenuto di scarto superiore allo 0,03%.

Per la Commissione il blocco delle esportazioni di alcuni tipi di rifiuti da riciclare in Cina può essere una grande opportunità di sviluppo del settore del riciclo in Europa. Al momento però rischia di aumentare il quantitativo di rifiuti in plastica che vanno in discarica (attualmente il 31%), ma sopratutto di aumentare in modo esponenziale i rifiuti in plastica che vengono conferiti agli inceneritori (attualmente il 39% a livello europeo), aggravando ulteriormente il contributo in termini di Co2e e utilizzo di fonti fossili. Si stima che, a livello globale, la produzione di plastica e l’incenerimento dei rifiuti in plastica produca circa 400 milioni di tonnellate di Co2 ogni anno.

Alcuni punti qualificanti che la nuova strategia intende perseguire sono: quadruplicare al 2030 la capacità di riciclo dei rifiuti in plastica dell’Unione, creando 200mila nuovi posti di lavoro in Europa; al 2030 tutti gli imballaggi in plastica devono essere riutilizzabili o facilmente riciclabili; al 2030 più della metà dei rifiuti in plastica generati in Europa dovrà essere riciclato; sviluppare soluzioni innovative per prevenire che le microplastiche finiscano in mare, nell’aria, nell’acqua che beviamo e nei nostri piatti; fermare il flusso delle plastiche e agire per rimuovere i rifiuti di plastica accumulati negli oceani.

Per raggiungere gli obiettivi della strategia servono investimenti in infrastrutture e innovazione. Si stima che per incrementare gli obiettivi di riciclaggio siano necessari investimenti aggiuntivi fra 8,4 e 16,6 miliardi di euro. I fondi per la ricerca europea dovrebbero supportare questi sforzi. Finora Horizon 2020 ha fornito 250 milioni di euro in ricerca e sviluppo in filiere direttamente collegate con la strategia. Fino al 2020 altri 100 milioni di euro aggiuntivi saranno dedicati a finanziare le misure prioritarie della strategia, fra cui lo sviluppo di materiali in plastica più riciclabili, per rendere più efficiente il processo di riciclo, per tracciare e rimuovere le sostanze pericolose e contaminanti dalla plastica riciclata.

Per il successo della strategia, la Commissione europea si pone anche il problema di rendere economicamente conveniente il riciclo della plastica, mentre per ora non viene affrontata la questione di una tassa sulla plastica della cui introduzione si era parlato più come possibile risorsa per far quadrare i conti, dopo il “buco” lasciato dalla Brexit, che per disincentivare l’uso della plastica.
Per la documentazione completa sulla strategia: https://ec.europa.eu/italy/news/20180116_strategia_UE_sui_rifiuti_della_plastica_it

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