Ministero del lavoro, Inl e Anpal: senza soldi non si canta messa - di Matteo Ariano

 

I lavoratori dell’ispettorato e delle agenzie del lavoro lottano per il riconoscimento e il potenziamento di servizi essenziali per il mondo del lavoro.

Lo scorso 3 ottobre i segretari delle Funzioni centrali delle categorie di Cgil, Cisl e Uil hanno finalmente avuto un incontro con il ministro Poletti – richiesto a giugno... – per discutere della precaria situazione del ministero del lavoro e delle politiche sociali e delle sue due agenzie, Inl e Anpal. Nel corso della riunione si è evidenziata al ministro la situazione di profonda incertezza che investe le due agenzie e lo stesso ministero, con rilevanti ripercussioni negative sull’attività ispettiva e sulle politiche attive del lavoro. Per questo motivo è stata fatta presente al ministro la necessità di governare i processi di cambiamento da lui voluti e di intervenire con investimenti, oltre che con un ruolo di indirizzo.

Una prima occasione di investimento concreto è certamente data dalla legge di bilancio, rispetto alla quale si è chiesto al ministro un impegno per verificare la possibilità di far inserire risorse utili al funzionamento delle due agenzie. Proprio su quest’ultimo impegno Poletti ha convenuto, promettendo di parlarne con il collega Padoan. Ma, a fronte di ciò, il giorno seguente, in sede di contrattazione del salario accessorio dei lavoratori del ministero e delle due agenzie, il segretario generale del ministero ha informato tutte le sigle sindacali presenti della volontà del ministero dell’economia e delle finanze (Mef) di tagliare per circa 6 milioni di euro il fondo di produttività del ministero del lavoro, decurtandolo così di circa la metà.

La situazione grottesca e paradossale creata ci ha immediatamente convinti della necessità di alzare il livello dello scontro, promuovendo – lo scorso 26 ottobre – una riuscitissima manifestazione nazionale dinanzi al Mef e poi dinanzi al ministero del lavoro, per chiedere il ritiro immediato dei tagli e il rispetto degli impegni politici assunti da Poletti. Fatto inedito è che tale manifestazione sia stata organizzata da sei delle sette organizzazioni sindacali presenti nel ministero e nelle due agenzie. Nel frattempo sono state indette assemblee negli uffici in tutta Italia, con elaborazione di documenti finali trasmessi ai vertici di tutte le amministrazioni interessate, ed è partita una campagna di mail-bombing nei loro confronti.

Tutto ciò ha sortito, per ora, un primo risultato: il ministero del lavoro ha fatto sapere di aver ricevuto dal Mef la comunicazione ufficiale della sospensione della procedura di controllo sul fondo di produttività, in attesa di chiarimenti. Ovviamente, sospensione non significa reintegro dei tagli annunciati, né implica gli investimenti promessi dal ministro.

Visto il ruolo centrale ricoperto da ministero del lavoro, Inl e Anpal verso tutti i soggetti del mondo del lavoro – dalle organizzazioni sindacali, ai consulenti del lavoro, alle imprese, ai lavoratori e alle lavoratrici – diventa essenziale garantirne il pieno funzionamento. Non appare casuale che proprio quest’anno, secondo i dati diffusi dall’Anmil, si siano registrati ben 422mila infortuni sul lavoro – di cui 682 mortali – con un aumento del 4,7% rispetto allo scorso anno: cifre che riecheggiano morti e feriti di un paese in guerra, piuttosto che quelli di un paese civile e che hanno una stretta connessione con la riduzione dei servizi ispettivi.

Proprio per ottenere un ampliamento e miglioramento del servizio, dal 26 ottobre è partito uno sciopero bianco in tutta Italia che si sta allargando giorno dopo giorno: gli ispettori del lavoro stanno revocando l’uso del mezzo proprio – indispensabile per svolgere l’attività ispettiva – e tutti i lavoratori si asterranno dallo svolgimento di ore di straordinario ovvero si atterranno in maniera pedissequa alla normativa prima di emanare un qualsiasi provvedimento.
Se neppure questo dovesse servire, siamo pronti a ulteriori presidi, manifestazioni e altre forme di lotta, per chiedere alla politica di assumersi la piena responsabilità delle proprie scelte e, soprattutto, la capacità di governarle una volta compiute. 

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