Il 28 ottobre scorso ricorreva l’anniversario della “Marcia su Roma” da parte del partito fascista. All’annuncio mediatico di Forza Nuova, formazione dichiaratamente fascista, di voler organizzare in quel giorno una cosiddetta ‘marcia dei patrioti’, l’Anpi ha risposto promuovendo iniziative in tutto il paese, per ricordare e far conoscere alle nuove generazioni il significato di una data nefasta, e per evidenziare l’opposizione non solo al fascismo che si richiama a quello del tragico ventennio, ma anche a tutte le forme in cui i nuovi fascisti si stanno manifestando. Da quelli “del terzo millennio” di Casa Pound, ai tantissimi che non manifestano pubblicamente la loro adesione al fascismo ma non mancano di seguirne i precetti autoritari, antidemocratici, xenofobi, razzisti e, non di rado, antisemiti.
Per gli smemorati e i distratti, che pure fascisti non sono, repetita iuvant: i numeri del regime fascista in Italia raccontano di 27mila e 735 anni di carcere agli oppositori; 4mila e 596 condanne, di cui 31 condanne a morte eseguite. Solo fra il gennaio e il giugno 1921 furono distrutti dai fascisti 17 giornali e tipografie, 59 Case del Popolo, 119 Camere del Lavoro, 83 Leghe contadine, 141 sezioni Comuniste o Socialiste, 110 circoli culturali. Tra il 1921 e il 28 ottobre 1922, giorno della Marcia su Roma, lo squadrismo fascista uccise circa 3mila persone in Italia. Con il regime fascista l’Italia fu distrutta, 350mila soldati furono uccisi, e 110mila furono i caduti per la Liberazione. Ancora, furono 45mila i deportati politici e razziali nei lager, e 600mila i soldati che si rifiutarono di aderire alla repubblica nazifascista di Salo’. Fra i deportati nei campi di sterminio 7.800 erano ebrei italiani, e la quasi totalità non tornò a casa, al pari di migliaia di oppositori politici, comunisti e socialisti in testa, e di rom e omosessuali.