Bandire il nucleare, civile e militare - di Hisashi Saito

L’adozione del Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw, nell’acronimo inglese) è stato un importante passo avanti. Ci si aspetta che il mondo intero si unisca a questo importante strumento vincolante. C’è un modo naif di negare l’opportunità di questo trattato, ma è sbagliato.
Il Trattato di non proliferazione della armi nucleari (Npt) ha avuto un certo ruolo nel passato ed è stato esteso indefinitamente. Però alla fine è morto. La logica del Npt è superata. E’ una norma di auto-convenienza per gli Stati che per primi hanno sviluppato la tecnologia, e discende dalla falsa assunzione che sarà difficile per altri arrivare a quel livello di tecnologia. Falso! Abbiamo visto sempre più violazioni del Npt in giro per il mondo.

Il Tpnw è diverso. La sua logica è basata su valori morali e di giustizia universali. E’ una necessità e deve crescere. Non bisogna essere pessimisti. Fino ad ora 122 Stati l’hanno concordato, 53 l’hanno firmato, e tre l’hanno già ratificato. Dobbiamo essere ottimisti, invece di sopravvalutare l’opposizione degli stati con armamento nucleare. Dobbiamo far ratificare il Tpnw in ogni Stato, e persuadere amici e vicini. E’ l’unico modo per farlo avanzare. Una brava persona od organizzazione deve tenerlo in mente e andare avanti. Ogni volta che c’è una nuova ratifica, va celebrata. Le armi biologiche e chimiche sono bandite dalle leggi internazionali. La loro riduzione nel mondo sta procedendo con successo, nonostante qualche opposizione. Niente è stato fatto all’improvviso, in un sol colpo iniziale. Una grande conquista è sempre un’accumulazione di grandi sforzi.

Il Tpnw è il nostro obiettivo finale? No. Dobbiamo bandire il processo di arricchimento dell’uranio, almeno fermare l’esposizione massiccia in giro per il mondo. Un enorme numero di persone stanno soffrendo per differenti tipi di contaminazioni nucleari causate dall’uomo anche senza l’uso delle armi nucleari. L’uso pacifico dell’energia nucleare è un’illusione. Il principale prodotto della reazione nucleare è il plutonio. Il relativamente piccolo rilascio di elettricità è un sottoprodotto. Non c’è posto per la battaglia contro il cambiamento climatico.

Dal 1979, nel mondo, un reattore nucleare è andato in fusione più di una volta ogni otto anni. Si è parlato di incidente, oppure con finta meraviglia si è detto: “Ops, è successo di nuovo!”. In realtà non siamo innocenti. Nessuno sa quanti danni sono stati creati rispetto a quanto annunciato. Nessun reattore è sicuro. Benefici privati, disastri pubblici. Le operazioni nucleari non hanno pulizia. Non c’è un’idea definitiva su come rendere sicure le scorie nel tempo prevedibile.

Nel mondo ci sono anche test di armamenti, uranio esaurito nei campi di battaglia, trasporto, rifinitura, arricchimento, preparazione di combustibile, operazioni sui reattori e loro pulizia, discariche di scorie e altro ancora. Però nessuno ci protegge dai danni alla salute delle radiazioni. Dal 1959, l’Oms e l’Aiea hanno un accordo per condividere ciascuna singola informazione sui danni alla salute delle radiazioni, e adottano congiuntamente ogni singola azione. L’Oms, come agenzia dell’Onu, non è stata né indipendente né imparziale sui danni da radiazioni alla salute. Serve soltanto agli scopi del mandato dell’Aiea, sulla quale bisogna prestare attenzione.

L’Oms, che è importante, ci sta dicendo solo una piccola parte di quello che ci aspetteremmo dicesse sui danni da radiazioni. Mentre l’Oms riconosce solamente il cancro alla tiroide nei bambini causato dall’I-131 (radioiodio) dopo un incidente nucleare, diversi governi nel mondo usano il Cs-137 (cesio) come misura standard sui limiti delle radiazioni nel cibo. Immaginate che qualcuno vi parli solo dello zucchero quando si interessa del sale? Sono tutti e due praticamente bianchi, no? E, per caso, sappiamo quali sono le vere conseguenze per la gente a Chernobyl o Fukushima?

Nell’agosto scorso, un rappresentante degli Hibakusha (i sopravvissuti alla bomba atomica) ha detto al primo ministro giapponese Abe: “Di che paese è il primo ministro, lei?”. Sebbene anche il governo del Giappone, unica nazione che ha subìto la bomba atomica contro la popolazione civile, abbia mancato di partecipare al processo negoziale, molti giapponesi condividono il suo stato d’animo. Ci sono troppe voci in silenzio nel mondo. Dobbiamo unirci.

Quindi dobbiamo considerare questo Tpnw come un importante passo avanti verso la nostra protezione dalla minaccia nucleare, e dai danni alla salute da radiazioni. Il chiaro referendum italiano antinucleare del 2011 è stato incoraggiante. E’ ricordato come una delle più intelligenti decisioni adottate dal genere umano. Confido che il popolo italiano rimanga saggio e costituisca un esempio per altri stati in Europa e nel mondo. Vi auguro il meglio per costruire i rapporti di forza per la ratifica di questo trattato importante per il futuro del mondo.

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