La pace è un bene prezioso, il bene più prezioso. La CGIL è tra i sindacati europei più coerentemente impegnato contro la guerra.
NO alla guerra, No alle armi, Pace subito!
Ne siamo orgogliosi ma siamo preoccupati, c’è bisogno di una posizione più forte della CES (Confederazione Europea Sindacati) e di una mobilitazione dei sindacati europei per fermare la guerra.
Vogliamo una nuova grande manifestazione per la pace che renda la parola al nostro popolo.
Il Congresso nazionale della CGIL ha confermato la linea e gli orientamenti che abbiamo sostenuto lungo tutto il percorso congressuale, dalla stesura dei documenti fino alle proposte statutarie; ha consolidato una linea di lotta contro la precarietà, per il diritto al salario, al reddito, al lavoro e che individua in un più forte legame, luogo di lavoro per luogo di lavoro, strada per strada, la forza del sindacato.
Ma le difficoltà sono enormi! La destra al governo, finita la demagogia elettorale che è utile per raccogliere voti popolari, ha gettato la maschera e ha ancor più accentuato le politiche liberiste e antipopolari del governo Draghi.
I poveri, i giovani, le donne, i pensionati, i migranti, la comunità Lgbtq+ sono il nemico di questo governo. Sfruttatori, evasori fiscali, ricchi sono la loro vera base di consenso.
La manomissione della Costituzione e la democrazia autoritaria sono gli strumenti con i quali vogliono consolidare per sempre il loro potere. La militarizzazione securitaria della società con il pretesto della guerra lo strumento per garantirsi il consenso.
La CGIL con il suo quadrato rosso della solidarietà, dell’unità di uomini e donne, di pensionati pensionate, operai e impiegati, di lavoratori pubblici e privati, di precari e strutturati, di lavoro povero e ceto medio produttivo, di migranti ed emigranti; tutto questo rappresenta per la destra di governo una minaccia, ma anche una promessa di riscatto per il lavoro.
Il 6 maggio siamo stati in piazza con una grande prova di mobilitazione che ci dà grande forza. Siamo tornati da Bologna pieni di entusiasmo, ma questo non basta!
C’è troppo scarto tra quello che diciamo a livello nazionale e ciò che pratichiamo a livello territoriale. E’ necessario riaffermare la centralità della confederazione organizzata in categorie, dobbiamo radicarci sempre di più nei luoghi di lavoro e nei territorie costruire sinergie con l’associazionismo (ANPI, ARCI ecc.), non possiamo lasciare ai nostri Servizi ed al Sindacato Pensionati l’onere di presidiarli.
I temi confederali devono essere patrimonio di tutti i lavoratori, i nostri delegati nei luoghi di lavoro che sono il bene più prezioso hanno bisogno di supporto e di essere maggiormente coinvolti ed ascoltati dall’organizzazione, c’è bisogno del loro contributo libero e anche critico senza questi elementi la democrazia non si sostanzia.
Attendiamo dalla CGIL nazionale l’indicazione di un percorso di mobilitazioni che ci porti agli scioperi generali e accarezziamo l’idea di una grande manifestazione che unisca lavoratori, pensionati, precari, poveri per un salario giusto, un reddito che assicuri una vita decorosa e il diritto al lavoro, magari a Napoli.
Assumiamo oggi impegni chiari per il prosieguo del nostro lavoro in Toscana:
- Occorre consolidare la battaglia per l’occupazione anche in regione. Gli operai della GKN e la FIOM fiorentine ci hanno indicato finalmente una strada non nuova ma da tempo considerata impercorribile. Quando una azienda decide di delocalizzare e smantellare, ma vale anche per le aziende in crisi che abbiano mercato: usare l’intervento pubblico per sostenere il lavoro ed eventualmente riconvertire le produzioni. Rifiutando che l’esito della lotta sia solo quello di allungare, con il ricorso più lungo possibile agli ammortizzatori sociali, il passaggio ad un nuovo possibile lavoro.
- Bisogna difendere metro per metro la Sanità pubblica!
La Regione sbandiera i “risultati”, veri, delle eccellenze, frutto della capacità, della bravura e della dedizione degli operatori sanitari – che avevamo già sperimentato assai bene durante la pandemia – ma non può nascondere che le giunte regionali una dopo l’altra hanno contribuito a smantellarla favorendo la privatizzazione ed i percorsi assicurativi.
Le lunghe liste di attesa, la carenza di personale e di medici ospedalieri e di base ce lo ricordano tutti i giorni.Le Case di comunità stentano a partire e alle persone più fragili come gli anziani manca la presa in carico. - La vicenda Keu ci ricorda che il governo e la difesa del territorio sono una priorità, che si deve coniugare con uno sviluppo sostenibile a tutela dei lavoratori e della collettività. Per questo è necessario continuare a rivendicare i 10 punti che la Cgil Toscana e le categorie interessate fissarono ad un anno dall’inchiesta. Il silenzio da parte della politica su questa vicenda è preoccupante!
- Siamo fermamente contrari alla costruzione di una base Militare nel territorio di Coltano (PI), l’impatto ambientale sarebbe devastante ed è anzi necessaria una progressiva smilitarizzazione del territorio.
- A qualcuno interessa una Toscana da campagna promozionale alla Santanchè, a noi servono politiche di salvaguardia del territorio e dei beni culturali che diventino anche occasione di lavoro buono in agricoltura, nell’edilizia di recupero, nel turismo, nel sistema museale.
- Ribadiamo la contrarietà espressa dalla Cgil Toscana al progetto della nuova pista di Peretola voluto fortemente da Toscana Aeroporti. Oltre che pericoloso rappresenta uno scempio ambientale per il territorio della piana fiorentina. Inoltre mette a rischio tutto il settore manifatturiero largamente diffuso ed impatta negativamente sul Polo Scientifico dell’Università di Firenze che si troverà la pista a pochi metri.
- La regione vigili sulla corretta applicazione della legge 35/2015 per quanto riguarda le cave. Il Marmo è un bene unico e non riproducibile e pertanto le estrazioni devono essere contingentate e controllate rigorosamente. Il settore lapideo è espressione non soltanto del difficile equilibrio tra ambiente,salute e lavoro, ma anche tra capitale e lavoro. La montagna viene rapinata ogni giorno con profitti da capogiro e scarsa ricaduta sul territorio anche in termini di occupazione. Per ridurre questo scempio ambientale, del quale i posteri ci chiederanno conto, e mantenere i livelli occupazionali deve essere rispettata la norma che prevede il 50 % della lavorazione in loco del prodotto estratto.
- Il piano regionale dei rifiuti è molto lontano dalla chiusura del ciclo, senza un rapporto con le comunità locali diventa impraticabile qualsiasi proposta.
- La lotta alla mafia e alla criminalità organizzata non è ormai da tempo soltanto questione meridionale, ma investe ampiamente anche la nostra regione. Abbiamo trovato preoccupante il fatto che la regione abbia revocato la convenzione con la Scuola Normale di Pisa che ogni anno redigeva il rapporto su le infiltrazioni mafiose e criminalità proprio l’anno scorso quando l’ultimo rapporto conteneva proprio la vicenda Keu.
- Niente tattica di melina, sui beni pubblici essenziali. L’acqua è di tutti. La sua estrazione, canalizzazione e distribuzione non possono essere fatte da società con finalità di profitto, non soltanto non devono essere quotate in borsa.
- La Regione Toscana dica parole chiare sull’autonomia differenziata, su questo strumento di divisione e di impoverimento del Paese. Scelga apertamente la Repubblica unica e indivisibile!
Già troppe riforme della carta costituzionale hanno contribuito a dividere il Paese ed hanno accentuato anche all’interno delle Regioni la distanza dai territori (titolo quinto, eliminazione delle Provincie). - Condividiamo l’allarme lanciato da Cgil e Sunia Toscane sull’emergenza abitativa che con il caro vita si sta delineando come una vera e propria catastrofe sociale, va assolutamente creato un fondo ad hoc tassando la rendita parassitaria che nella nostra regione gode di ottima salute.
- Ribadiamo la netta contrarietà alla costituzione di un Cpr, la Toscana deve continuare ad essere terra di ospitalità, va potenziata l’accoglienza diffusa con una maggiore tutela per chi ci lavora.
E’ necessario che parta dalla Toscana una mobilitazione contro il decreto Cutro che non è altro che il proseguimento delle politiche securitarie di Minniti e Salvini.
Si inseriscono una serie di interventi peggiorativi tesi a smantellare proprio il modello Toscano di accoglienza, il restringimento dei criteri della Protezione Speciale va ad aggravare una situazione già precaria per queste persone. - Lo sfruttamento lavorativo ed il caporalato che ormai anche nella nostra regione è ampiamente riscontrato, si alimentano di queste norme peggiorative.
Per queste ragioni vanno potenziate le competenze vertenziali dei territori contro questi fenomeni criminosi mettendo in sicurezza i lavoratori.
Sono passati 5 mesi dall’ultima riunione di Lavoro Società che si è tenuta il 12 dicembre alla SMS di Rifredi nella quale ci assumemmo collettivamente degli impegni nella ricostituzione a tutti i livelli nazionali e regionali della nostra aggregazione.
Da allora molto è cambiato in CGIL Toscana e non tutti gli impegni che ci eravamo assunti hanno trovato risposte.
Siamo felici che il Segretario Generale Regionale venga dalla nostra storia e dalla nostra esperienza collettiva e lo sosterremo nello spostare a sinistra le istanze che in questo documento abbiamo cercato di riassumere, attraverso iniziative concrete e di mobilitazione regionale.
Siamo quindi a confermare in CGIL Toscana, la presenza di Lavoro Società per una Cgil unita e plurale, un collettivo di donne e uomini per riaffermare una sinistra sindacale di maggioranza che contribuisca a tenere la barra rispetto al quadro sia nazionale che regionale, contribuendo al governo unitario e plurale dell’organizzazione.
Firenze, giovedì 11 maggio 2023
Il documento è stato approvato all’unanimità.
Il referente nazionale Giacinto Botti ha proposto come referenti regionali di Lavoro Società la compagna Tania Benvenuti ed il compagno Alessio Menconi anch’essi votati all’unanimità