Il presidente, appena liberato, abbracciato dal popolo della Cut di San Paolo - di Elena Lattuada e Fabio Ghelfi

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Dal 2012 la Cgil Lombardia coltiva un rapporto bilaterale con la Cut di San Paolo, la struttura più grande della Central Unica dos Trabajadores, il maggiore sindacato brasiliano.

La visione del sindacato oggi deve essere globale, per questo è risultato naturale mettere in atto questo principio, collegando realtà molto diverse ma nelle quali emergono problematiche anche molto simili, quando si scava nella reciproca conoscenza. Scopo di un partenariato è la ricerca di terreni comuni di azione e la messa in atto di un confronto che consenta anche di elaborare un pensiero strategico condiviso. In questa prospettiva da anni stiamo lavorando con i compagni e le compagne brasiliane, e abbiamo già messo in atto sperimentazioni interessanti ed entusiasmanti.

Questa attività passa naturalmente anche attraverso i congressi delle nostre organizzazioni, che diventano momenti di azione politica, come nel novembre 2018 in occasione del congresso della Cgil Lombardia. In quei giorni, oltre che permettere ai circa mille delegati di ascoltare le parole di denuncia di Douglas Izzo, presidente della Cut di San Paolo, per la liberazione del presidente Lula, abbiamo organizzato incontri con le forze politiche progressiste del nostro territorio, perché arrivasse forte il messaggio di solidarietà ai compagni brasiliani.

A distanza di circa un anno, lo scorso 7 novembre siamo andati noi in Brasile per presenziare ai lavori del loro congresso. La Cut è una struttura che possiamo definire confederale, anche se di fatto è una Centrale a cui si associano sia sindacati che confederazioni di sindacati settoriali. Si compone quindi di strutture di settore, come anche di sindacati territoriali di settore e intersettoriali. Sono quindi centinaia le strutture affiliate alla Central Unica dos Trabajadores.

Nel progetto organizzativo della Cut rientra quindi anche una riflessione sul modello sindacale più efficace per affrontare le sfide di oggi e di domani. Con così tante sigle affiliate alla centrale, il quadro della struttura risulta piuttosto frammentato per poter rispondere efficacemente in termini di massa critica e capacità di coordinamento alla fase in corso. È importante che sia prioritario per il sindacato anche in Brasile investire nella inclusione di chi non rientra negli schemi di affiliazione precedenti, e sviluppare una rinnovata capacità di far partecipare gli attivisti.

Il congresso della Cut si presentava come un momento molto importante, dopo le tante lotte che in questi ultimi anni il sindacato brasiliano ha fatto, non solo in difesa dei posti di lavoro ma anche della democrazia. È stato quindi un grande piacere testimoniare, con la nostra presenza, la volontà di rafforzare il nostro comune agire, che significa avere progetti di lavoro, di scambio e di collaborazione. Eravamo là per dare il nostro contributo, e così è stato. Ma il congresso è stato informato della imminente scarcerazione di Lula, e subito l’agenda è cambiata. Si è trattato di un momento storico per il paese sudamericano, e per i militanti di sinistra brasiliani anche la fine di un incubo. La gioia era incontenibile, e immediatamente è partita l’organizzazione per accogliere il presidente nella sua città natale.

Così il giorno dopo siamo arrivati con i compagni della Cut nella sede del sindacato dei metallurgici di San Bernardo do Campo, città dove Lula ha sempre vissuto, e dove si erano già riuniti centinaia di militanti, lavoratori, donne e uomini, in attesa di incontrare il presidente e di vivere la concreta possibilità di ricostruire il paese, a partire dalla condizione degli ultimi. Un sogno, dopo tante manifestazioni e lotte che hanno segnato tutto il Brasile ma anche tanti altri paesi non solo del Sud America, che sembra di nuovo possibile realizzare.

Lula, parlando dal palco, ha voluto dare forza a questo sogno, candidandosi a riprendere, con amore e gioia, il paese. Un discorso da leader dopo 580 giorni di prigionia, che non hanno segnato la sua forza e volontà politica di giocare il ruolo di leader dalla parte dei più deboli. Una promessa e un impegno collettivo: da oggi inizia la mobilitazione a difesa della democrazia e per un nuovo Brasile.

Prima del comizio Lula ha incontrato dirigenti e militanti: grazie alla Cut di San Paolo e al suo presidente, Douglas Izzo, abbiamo potuto abbracciare Lula e portargli il saluto della Cgil tutta. È stata una grande emozione, con la promessa di rafforzare la collaborazione con il movimento sindacale brasiliano.

Abbiamo lasciato il paese con negli occhi e nel cuore la grande forza di un popolo di lavoratori e lavoratrici che non si arrende, e che vuole essere protagonista della storia.

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