Noi stiamo con gli studenti! - di Giacinto Botti

“Abbiamo il dovere morale di lottare ancora per la libertà, l’uguaglianza e la fraternità”: parole del professor Luciano Canfora, cui rinnoviamo la nostra solidarietà per la querela da parte del capo del governo.

La questione morale è questione politica come la questione istituzionale è anche sociale. Occorre opporsi alla deriva democratica come stanno facendo i giovani e gli studenti, contro i quali si abbatte una violenta criminalizzazione di stampo fascista. Ribellarsi è giusto!

Noi stiamo con loro, che con coraggio e determinazione si oppongono alle scelte del governo e manifestano pacificamente per i loro ideali, per contare e decidere sul loro incerto e difficile futuro. Siamo con loro contro quanti, politici e opinionisti, li insultano e li denigrano, mentre i partiti di opposizione li lasciano soli dinanzi alla repressione. Dobbiamo ringraziarli perché lottano, disubbidiscono, a sostegno del popolo palestinese sottoposto a una mattanza con la complicità dell’Ue, per il diritto delle donne a decidere sul proprio corpo, per l’ambiente.

Le loro azioni non violente, sono represse e criminalizzate dalla violenza gratuita delle forze dell’ordine. Senza la protesta, senza il conflitto, la società democratica non progredisce. Il nostro dovere è sostenerli scambiando esperienze, valori e speranze, senza pretendere di indicare loro la strada ma lasciandoli liberi di sognare e di sbagliare, perché siamo noi ad aver consegnato loro un mondo in disordine, un paese alla deriva e un futuro difficile. Loro sono dalla parte giusta della storia.

La nostra democrazia è sotto attacco, la libertà di stampa e di pensiero sono sottoposte a censura. La destra al governo vuole controllare la magistratura, delegittimarne l’autonomia e l’indipendenza, prevenire le inchieste scomode. Una destra liberista del lasciar fare al mercato e all’impresa, disconoscendo il ruolo delle rappresentanze sociali e dei sindacati, a partire dalla Cgil. Una destra che copre evasori, corrotti e corruttori, richiamandosi a un ipocrita garantismo a doppio binario, e che difende i potenti e colpisce chi non ha potere, riempiendo le carceri di immigrati, aumentando le pene e i reati per chi esprime dissenso.

È un governo che rappresenta solo il 24,7% del corpo elettorale, 12,5 milioni di cittadini su 50,8 milioni di elettori: una minoranza politica che esercita una “dittatura parlamentare” per riscrivere la storia e svuotare la Costituzione antifascista. Una svolta autoritaria e anticostituzionale, che necessita di un’adeguata risposta democratica. Un disegno reazionario e illiberale che arriva da lontano, dalla strategia della tensione degli anni ’70, dal programma piduista di Gelli e che, oggi, si consolida con le proposte su premierato e autonomia differenziata.

“Dio, patria e famiglia”, bellicismo e atlantismo, sono i fondamenti della dottrina fascista. È un passato che non passa, e che reclama l’uomo - o la donna - forte al comando. Bisogna lottare e non arrendersi, in memoria di chi è caduto per conquistare la Costituzione antifascista, per chi in questi decenni ha lottato per applicarne i valori e i principi.

La democrazia è un bene da difendere, e i diritti non sono mai conquistati per sempre, questo è l’insegnamento della storia. La Cgil è in campo con la sua storia e percorre la “Via Maestra” della mobilitazione e della partecipazione.

 

 
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