Nel contesto della congiuntura economica del nostro paese, che non trova una risposta concreta nelle scelte della legge di bilancio e nei piani del governo, l’obiettivo dei sindacati chimici e del settore energia e petrolio era dare una risposta ai lavoratori del gruppo Eni. Considerando che il gruppo, trimestre dopo trimestre, continua a ottenere risultati positivi, grazie all’apporto fondamentale dei suoi dipendenti, era necessario chiedere che ci fosse un riconoscimento verso i lavoratori.
Attraverso un sistema di relazioni sindacali solido e articolato negli anni, dai protocolli di intesa legati allo sviluppo della transazione energetica alla competitività, alla sicurezza del posto del lavoro e alla valorizzazione delle persone in Eni, siamo arrivati all’accordo firmato il 30 ottobre scorso tra l’Eni e i tre sindacati di categoria di Cgil Cisl e Uil.
Nel merito si tratta di una intesa che, con lo stipendio di novembre, consegna nelle tasche dei lavoratori del cane a sei zampe un bonus da 3.000 euro senza distinzione di inquadramento, oltre a bonus benzina o ricarica elettrica da 200 euro, e la riconferma del bonus bollette luce e gas da 70 euro annui cadauno. Da non sottovalutare, anche nell’ambito degli accordi di smart working interessati da continui miglioramenti, l’accoglimento dei segnali arrivati dalle Rsu e dai territori, attraverso l’aumento dei buoni pasto da 5,5 a 8 euro.
Il valore dell’accordo non è solo economico (circa 85 milioni) ma soprattutto politico, e dimostra la capacità del sindacato di trattare con l’azienda e di gettare le basi per nuove sfide. Il futuro ci deve vedere attori principali nei cambiamenti aziendali e nelle strategie future del gruppo, per salvaguardare il tessuto industriale del Paese, salvaguardare i posti di lavoro, e crearne di nuovi con le nuove professionalità ed anche attraverso la riqualificazione del personale.
Sinceramente, poco importa chi nella gara nel dare la notizia arriva prima, o chi sottintende che il merito è suo: il valore dell’accordo non viene sminuito, anzi dimostra che saper cogliere i frutti di un’attività di relazioni e impegno strutturata nel tempo a vantaggio dei lavoratori è il premio più ambito dal sindacato.