Una partecipata manifestazione unitaria in Veneto per rafforzare il welfare - di Paolo Righetti

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Migliaia tra delegate e delegati, Rsu, pensionate e pensionati e diverse associazioni di rappresentanza sociale hanno partecipato alla manifestazione indetta il 29 novembre scorso da Cgil Cisl Uil del Veneto, per chiedere alla Regione interventi urgenti e risorse aggiuntive per contrastare l’emergenza del crescente disagio sociale, e mettere in atto le misure necessarie a rafforzare il sistema di welfare e in particolare i servizi e l’assistenza territoriale. Si stanno infatti concretizzando gli effetti pesantissimi di una crisi produttiva, economica e sociale che sta mettendo a rischio la tenuta del sistema produttivo e dell’occupazione, e la coesione sociale.

La devastante guerra ancora in atto in Ucraina ha ulteriormente accentuato un incremento dei costi energetici ormai insostenibile per le imprese e per le persone, per la loro ricaduta sui costi di produzione, sui prezzi al consumo, sulle tariffe. Perdita o riduzione di lavoro e di reddito, salari bassi, crescenti condizioni di povertà assoluta e relativa si stanno sommando a un aumento insostenibile delle bollette, delle rette, dei generi alimentari. Una miscela perversa che sta facendo esplodere il disagio sociale, sta ampliando la dimensione delle persone e delle famiglie che non ce la fanno più ad arrivare a fine mese, e ad accedere a beni e servizi essenziali.

Da tempo Cgil Cisl Uil del Veneto hanno chiesto alla Regione misure straordinarie, più risorse economiche per l’ambito sociale, ad oggi senza riscontro nei documenti di bilancio della Giunta regionale. Per questo è stata programmata la manifestazione: fare pressione sulla Giunta e sulle forze politiche per stanziare risorse aggiuntive già nella legge di bilancio 2023, tra pochi giorni in discussione e approvazione nel Consiglio regionale. Ridefinendo i capitoli di spesa o intervenendo sul fronte delle entrate, a partire dall’incremento dell’addizionale Irpef regionale sui redditi più alti per una destinazione vincolata al sociale.

Gli obiettivi, precisi, sono la copertura del pesante aumento delle rette di case di riposo, asili nido, strutture assistenziali per la disabilità e le diverse fragilità; l'incremento dei Fondi regionali di sostegno agli affitti e alle morosità incolpevoli: la copertura degli aumenti delle bollette di energia elettrica e gas in rapporto al reddito dei nuclei familiari; l'assunzione di personale e professionalità specifiche in Rsa, Centri diurni, Assistenza territoriale e domiciliare.

Sono stati rivendicati interventi tempestivi per salvaguardare il sistema pubblico e universale di welfare, tutela della salute, inclusione e protezione sociale, per il rafforzamento di tutta la filiera dell’assistenza e dei servizi territoriali in tutta la regione, garantendo la prossimità delle strutture e dei servizi soprattutto per i territori più periferici e disagiati e per le persone più fragili. Un rafforzamento in tutti gli ambiti: sanitario, sociale, diritto alla casa, educazione e formazione, a partire dalla piena attuazione di tutte le misure previste dalle missioni del Pnrr, dal Dm 77, e dalla programmazione già esistente a livello europeo e nazionale.

Nel documento unitario che è stato consegnato ai capigruppo consiliari e all’assessore regionale alla Sanità e al Sociale, che hanno ricevuto una delegazione al termine della manifestazione, abbiamo inoltre ribadito la necessità di un tavolo di confronto permanente con le rappresentanze sociali, e sollecitato due interventi che riteniamo fondamentali. Il primo sul sistema di governance pubblico, che sancisca il ruolo di governo dei Distretti socio-sanitari e degli Ambiti territoriali sociali nella gestione della rete dei servizi territoriali, rafforzandone l’articolazione territoriale, la dimensione organizzativa e l’integrazione socio-sanitaria, attraverso modalità operative che garantiscano il coordinamento tra loro e con tutte le strutture e servizi che compongono la filiera dell’assistenza territoriale.

Poi un Piano straordinario per il superamento delle gravi carenze di organico e professionalità sanitarie, sociali ed educative e per una urgente riprogrammazione dei fabbisogni professionali, degli specifici percorsi formativi, delle borse di studio. Senza il quale le stesse misure già programmate sarebbero irrealizzabili o inefficaci, e si rischierebbe di accentuare una situazione già oggi di riduzione dei servizi, peggioramento della qualità delle prestazioni, e ulteriore spinta alle esternalizzazioni e privatizzazioni già in atto da tempo anche in Veneto.

Verificheremo nelle prossime settimane che riscontro verrà dato alle nostre rivendicazioni, pronti a dare continuità alla mobilitazione sindacale per dare voce, tutela e risposte concrete ai bisogni crescenti di tutti coloro che rappresentiamo, e della parte più esposta e debole della popolazione.

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