“La memoria, la teoria e l’agire”. Importante e partecipato seminario di Lavoro Società in Filcams - di Federico Antonelli

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Dal 23 al 25 febbraio a Perugia si è svolto il seminario di Lavoro Società per una Cgil unita e plurale della Filcams. L’appuntamento a cadenza biennale che raduna le compagne e i compagni della categoria del commercio e del terziario, ha assunto in questa occasione una dimensione speciale: ritrovarsi di persona, “in presenza” come si usa dire in questa fase di graduale uscita dall’emergenza sanitaria, è stato il grande valore aggiunto che ha arricchito di senso l’iniziativa.

Più di cento i partecipanti, con una folta partecipazione di compagne e compagni di altre categorie. Un impegno organizzativo intenso che si è potuto realizzare grazie al lavoro congiunto di più persone: le compagne del CeMu, la struttura della Filcams che organizza eventi e iniziative della categoria, la Filcams stessa, che ha messo a disposizione la struttura organizzativa e della formazione, la Filcams di Perugia, che ha permesso di gestire ogni aspetto dell’ospitalità.

La forma data ai lavori ha seguito la formula già utilizzata nella precedente occasione, a Rimini, nel 2019: una serie di relazioni tematiche, a cui è seguito un lavoro di aula che ha permesso un’ampia elaborazione degli argomenti trattati dai relatori.

“La memoria, la teoria e l’agire” il titolo del seminario, e gli argomenti che è stato chiesto ai relatori di affrontare. Sei le relazioni offerte, alcune solo in forma cartacea: la memoria, nelle relazioni di Paolo Andruccioli e Fabrizio Loreto; la teoria e la contrattazione, nelle relazioni offerte da Luciana Mastrocola, Salvo Leonardi, Matteo Gaddi e Simone Fana. La teoria, anche nell’approfondimento che Giorgio Riolo ha portato sul legame tra ambiente ed economia e sulla necessità, non più rinviabile, di modificare il modello di sviluppo, pena la fine del nostro pianeta.

Il lavoro dei gruppi si è concentrato soprattutto sui temi contrattuali, con tre quesiti sui quali tutti sono stati chiamati a confrontarsi: come le modifiche normative e la destrutturazione del mercato del lavoro stanno incidendo sulla nostra capacità contrattuale; come la pandemia ha modificato il lavoro e come le tecnologie agiscono sui nuovi modelli organizzativi; come coniugare i temi dell’innovazione tecnologia e della sostenibilità nella contrattazione.

Argomenti non semplici, che però hanno permesso un dibattito vivace che non è possibile sintetizzare, ma che ha offerto alcuni spunti di riflessione, anche critici, su come la contrattazione abbia agito in questi anni nella nostra categoria e in generale nella società, in un rapporto di legame profondo tra le scelte politiche operate dai governi che si sono succeduti e le conseguenze sulla vita delle lavoratrici e lavoratori.

In queste due edizioni del seminario, Rimini 2019 e Perugia 2022, abbiamo scelto la formula del lavoro seminariale perché ci siamo resi conto che troppo spesso le nostre modalità di confronto e dibattito tradizionale assumono forma rituale, e non permettono un libero contributo di ognuno. I nostri riti sono indispensabili e fanno parte della nostra vita sindacale, ma se vogliamo ragionare e proporre una diversa elaborazione, libera e aperta, che produca dibattito e consapevolezza (o forse molti dubbi, che sono sempre il propulsore della curiosità che ci deve essere propria) è utile sperimentare forme diverse. Qualche delegato ha definito i tre giorni di lavoro “una scuola politica”. Credo che sia il più bel complimento che il nostro lavoro potesse ricevere, e credo che sia in questa definizione la risposta allo sforzo organizzativo realizzato.

Naturalmente nel corso dei lavori ci sono state anche le occasioni di confronto nelle forme più tradizionali, con la relazione introduttiva di Federico Antonelli, coordinatore nazionale dell’aggregazione nella Filcams, con gli interventi di Maria Grazia Gabrielli, segretaria generale della Filcams, e con le conclusioni di Giacinto Botti, il nostro referente confederale.

Molto vissuto e sentito è stato l’intervento di Andrea Montagni. Per anni il nostro coordinatore in Filcams, Andrea in questa occasione ha salutato i compagni della nostra categoria, ha offerto uno spaccato della propria storia, e ha offerto il proprio testimone a Federico. Un lungo applauso ha salutato la conclusione del suo intervento, un lungo abbraccio ha allacciato Andrea e Federico, che con questo gesto d’affetto ha così voluto ringraziare Andrea a nome di tutte le compagne e i compagni del lavoro svolto in questi anni, e dimostrare la stima che si è saputo conquistare nel suo lungo percorso di militanza e lavoro politico e sindacale.

Anche in questa occasione, come nelle precedenti, questo seminario è stato dedicato a un compagno che ci ha lasciato: in questa occasione abbiamo voluto ricordare Amedeo Montagna, il compagno pugliese che il covid ci ha portato via e che resta nel cuore di ognuno. Le compagne che lo hanno conosciuto da vicino, Barbara Neglia, segretaria generale della Filcams della Puglia, e Claudia Nigro, la segretaria generale Filcams di Brindisi, hanno raccontato di lui e della sua eredità politica. Hanno raccontato di come Amedeo sia stato un grande dirigente, pronto a praticare il rinnovamento della categoria, in uno sforzo non comune di sostegno alle nuove generazioni sindacali. Claudia, nel suo commosso intervento, ha scelto un’immagine molto intensa di Amedeo: quella del sub che offre la sua bombola di ossigeno al compagno in difficoltà. Amedeo ha sempre offerto una boccata di ossigeno a ogni compagna o ogni compagno che vivesse un momento difficile, che necessitasse di aiuto e sostegno.

Troppe volte dirigenti capaci e affermati non sono capaci di offrire questo contributo all’organizzazione; è nella capacità di costruire la propria successione che si misura un dirigente sindacale. Amedeo ha saputo lasciare un’eredità e una successione importante per il suo territorio e tutta la nostra categoria. Il ricordo di Amedeo si è concluso con l’intervento di Patrizia Tedesco, la moglie di Amedeo, che con grande coraggio e lucidità ha saputo offrire un ricordo del marito: nelle sue parole un dirigente appassionato, che ha saputo anche credere nelle capacità delle donne e dei giovani.

La tre giorni si è arricchita anche di altri due appuntamenti: uno dedicato alla stampa militante, a come i giornali “Reds” per la Filcams e “Sinistra Sindacale” siano strumenti utili alla nostra aggregazione. I nostri giornali sono punti di riferimento che possono raccogliere idee e coinvolgere la nostra organizzazione nel dibattito con le aggregazioni e le aree plurali che rendono vivace la nostra Cgil. Nel corso dell’approfondimento, Frida Nacinovich, Riccardo Chiari e Leopoldo Tartaglia hanno raccontato il lavoro intenso e l’impegno che richiede la realizzazione dei due periodici. Federico Antonelli ha voluto motivare alla partecipazione i delegati raccontando come, per la sua crescita e formazione politica, sia fondamentale l’esperienza della scrittura, che per lui è il momento dell’approfondimento di quanto realizzato nel corso delle proprie giornate lavorative.

Il secondo appuntamento è stato dedicato alla “battaglia mezzadrile umbra” con Vasco Cajarelli e Amedeo Zupi che ne hanno approfondito la storia. La strategia della memoria è un vecchio slogan che richiama al racconto delle storie che rappresentano un modello per le giovani generazioni: con il racconto di Amedeo Zupi si è reso evidente che le libertà e i diritti, anche sindacali, di cui possiamo usufruire oggi, nascono grazie alle lotte dure e faticose che i lavoratori di generazioni lontane hanno sostenuto.

L’ultimo racconto dei tre giorni di Perugia è dedicato a Massimo Frattini e al suo intervento a nome del sindacato mondiale del turismo. Massimo ha chiesto alla nostra assemblea un gesto di solidarietà con i sindacalisti della Cambogia oggi incarcerati. Una foto che speriamo sia vissuta da questi compagni distanti come un abbraccio, e che rappresenta lo spirito che da sempre anima l’azione sindacale: la solidarietà di classe e tra lavoratori, oltre ogni confine ed ogni distanza.

Un segnale di pace che il movimento operaio dovrà rivendicare sempre con forza, oggi più che mai di fronte alla tragedia di una guerra assurda come ogni altra guerra.

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