La sentenza con la quale la Corte di Cassazione ha deciso di cancellare anni di lotta e di speranza per la verità e la giustizia per la strage di Viareggio, sollecita la rabbia e lo sgomento di una città che si trova privata del riconoscimento morale e materiale assolutamente dovuto per una ferita ancora aperta. Una ferita pesante, assurda e tremenda, con responsabilità e colpevoli universalmente individuati, quanto, allo stato attuale, non condannati e perseguiti penalmente.
Viareggio è una città molto conosciuta per le sue bellezze naturali (mare, pinete, montagne), per le sue aziende nautiche tra le più prestigiose a livello internazionale, per le sue manifestazioni culturali e popolari, dal Carnevale al Festival Pucciniano. Ma è anche una città dove tutti bene o male si conoscono e conoscevano, magari solo “di vista”, alcune delle vittime. Dove tutti hanno partecipato all’elaborazione intima e collettiva di un dramma e di un’ingiustizia. Ogni anno, per ogni anniversario, tutta la città, e la Cgil con essa, continua a stringersi attorno ai familiari delle vittime, dando vita a imponenti e partecipate manifestazioni di lutto, cordoglio, vicinanza e lotta.
L’altro sentimento forte e radicato è l’indignazione per il decadere di atti d’accusa circostanziati e gravi, per un colpo di spugna ad anni di azioni, passioni, disperazioni mai sopite e spesso manifestate, con la veemenza propria di una coscienza civile radicata, ferma e determinata.
In tutto questo periodo la Cgil non solo ha sostenuto le sacrosante richieste dei familiari delle vittime, ma si è costituita parte civile al processo, ponendo sempre la mancanza di sicurezza in quello specifico luogo di lavoro quale elemento accusatorio decisivo per raggiungere una equa e razionale sentenza di condanna dei dirigenti del Gruppo Fs, responsabili di attività lavorative molto carenti in fatto di garanzie per la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Il fatto che le sentenze di condanna deliberate nei due gradi di giudizio precedenti siano state cancellate, e che sia stata esclusa l’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, è molto grave per la Cgil. Irrita, indigna e preoccupa soprattutto per il pericoloso precedente che crea, perché di fatto determina la prescrizione del reato di omicidio colposo plurimo, per il disprezzo della vita e della salute dei lavoratori, che da esso trasuda in tutto il suo arrogante disprezzo delle reali esigenze di tante lavoratrici e tanti lavoratori.
La Cgil ha indetto uno sciopero generale provinciale di due ore lo scorso 15 gennaio. Una mobilitazione in difesa ed a sostegno delle due direttrici fondamentali: solidarietà ai familiari e alla città di Viareggio, protesta e condanna per l’eliminazione dal dibattimento processuale dell’accusa di mancanza di sicurezza sul luogo di lavoro. L’adesione alla mobilitazione è stata buona e significativa su tutto il territorio, con punte massicce di partecipazione, pur in presenza di difficoltà organizzative, soprattutto per il periodo di allarme sanitario e la mancanza dei tempi necessari per l’avviso preventivo previsto dalla legge per i pubblici dipendenti. In questo contesto, importante la partecipazione all’assemblea web indetta dalla Fp Cgil per i dipendenti del Comune di Viareggio.
Inoltre la Cgil ha previsto la possibilità per i lavoratori di versare due ore di salario a sostegno dell’Associazione dei familiari delle vittime e dei Rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza in ambito ferroviario che si sono costituiti parte civile. La Cgil ha infine deciso di esporre uno striscione di protesta all’ingresso della Camera del Lavoro di Viareggio.
La fase processuale proseguirà, il reato di disastro colposo è ancora tutto da indagare e dibattere, ancora è aperta la prospettiva di raggiungere risultati importanti e individuare errori e colpe, complicità ed omissioni.Ci troviamo di fronte ad uno snodo determinante. Sono ancora unite strettamente tra loro le richieste di giustizia e verità dei familiari delle vittime, che continuano a chiedere che sia fatta piena luce su quella tragedia, rifuggendo atteggiamenti di smarrimento e cedimento, e le rinnovate rivendicazioni di garanzia della salute e sicurezza nel mondo del lavoro.
La Cgil sosterrà queste decisive battaglie, si renderà ancora protagonista di iniziative pubbliche e di rivendicazioni concrete nel tentativo di contrastare gli effetti più deleteri e negativi di questa sentenza. Parteciperà al percorso più generale, di cui si sente con ancora maggior decisione un gran bisogno, per riconfermare la condanna morale e civile dei responsabili, per perseguire nel rispetto delle leggi i colpevoli di questa strage, e per far avanzare, non solo nelle aule giudiziarie ma in tutto il contesto economico e sociale, l’affermazione della sicurezza e della salute quali cardini indispensabili e non contrattabili di un modello di sviluppo e di un mondo del lavoro differenti, con al centro le persone e le loro aspirazioni ad un lavoro e una vita migliore.