Venerdì 8 luglio, nella sede della Cgil Puglia, si è riunito un gruppo di compagne e compagni con la presenza del referente nazionale dell’aggregazione programmatica “Lavoro Società per una Cgil unita e plurale”, il compagno Giacinto Botti. Il confronto si è incentrato sul nostro congresso e sulla situazione difficile e complicata dovuta alle emergenze sanitarie, sociali, economiche e ambientali che si amplieranno in conseguenza di una guerra tra potenze, cruenta e distruttiva, nel cuore dell’Europa; una guerra in pericolosa escalation, che si doveva e si poteva evitare.
Siamo in una crisi democratica e di sistema, sono state colpite in particolare le condizioni di vita e di lavoro delle donne e dei giovani, si sono accentuate le diseguaglianze, le differenze tra Nord e Sud del Paese, e si sono ridotti i diritti sociali e civili. La società arretra sul piano culturale e solidale. Abbiamo bisogno di non rinchiuderci nel particolare, di non ripiegarci su noi stessi, nel corporativismo, ma di far vivere il protagonismo e la funzione del nostro essere sindacato generale.
Con questi intenti, valori e senso di appartenenza, come compagne e compagni della Puglia ci riconosciamo e condividiamo il percorso confederale di Lavoro Società per una Cgil unita e plurale, così come indicato e formalizzato con un documento nel Comitato Direttivo nazionale Cgil a ottobre del 2020. In quel documento si rimarcava come “il pluralismo programmatico, delle idee e di pensiero, sia il collante che rafforza nel libero confronto la natura confederale, plurale e democratica della nostra organizzazione, e nel contempo sia un antidoto alle pratiche accentratrici, distorcenti e dannose per l’organizzazione”.
Ci riconosciamo, pertanto, in un’aggregazione non chiusa in un recinto ma aperta a percorsi aggregativi di sinistra sindacale ampia. Un collettivo plurale, di pensiero critico, di proposte di crescita che avanziamo non per distinguerci ma per contribuire allo sviluppo e al rinnovamento della nostra organizzazione.
Occorre avere una visione generale, una prospettiva che ridisegni radicalmente un modello sociale ed economico di progresso, per noi e per le future generazioni. Sarebbe un errore chiuderci, non rivolgerci al Paese reale, alla società e ai movimenti democratici che l’attraversano, dinanzi a una nuova fase di de-globalizzazione dell’economia e a scelte delle multinazionali e dei centri di potere finanziario.
La politica deve tornare centrale e capace di condizionare, indirizzare avendo come riferimento non il mercato ma il bene comune, la salute e l’istruzione pubblica, la difesa dei diritti, dell’ambiente e della buona occupazione.
La lotta alla precarietà, intesa come la condizione, non solo giovanile, che vive chi non ha abbastanza lavoro o salario per vedersi garantita una vita dignitosa, deve continuare ad essere elemento centrale della nostra attività sindacale. Si allargano le povertà vecchie e nuove, il lavoro subordinato è sempre più precario anche nella Pubblica amministrazione. Vera emergenza è quella in cui versa la sanità pugliese, stretta fra malagestione e malaffare nelle Asl, che mette a dura prova la salute e la vita di tanti pugliesi, mentre incalza la pandemia.
La società per noi è ancora divisa in classi, e un Paese senza riconoscimento della composizione sociale del suo popolo è una entità astratta; destra e sinistra non sono e non possono essere uguali, e le distinzioni tra esse non sono superate. Tra capitale e lavoro nessuna equidistanza può essere ammessa.
In questa grave realtà, il Congresso della Cgil rappresenta ancor più un momento importante e significativo per un confronto libero e democratico con gli iscritti e le iscritte, a partire dai congressi di base in tutti i luoghi di lavoro.
Dovremo insieme ricercare, definire e aggiornare la nostra analisi, la strategia del futuro prossimo con lo sguardo alto, essere capaci di dare rappresentanza al mondo del lavoro di oggi, riunificandolo attorno ai bisogni collettivi e di sostegno alle nostre rivendicazioni generali, senza rimozioni delle difficoltà e dei ritardi, dei limiti riscontrati in questi anni nella nostra concreta azione sindacale e contrattuale.
Riteniamo fondamentale per questo la formazione, la promozione e il riconoscimento delle delegate e dei delegati. La loro presenza e valorizzazione è decisiva per l’insediamento nei luoghi di lavoro, per il radicamento della nostra confederazione e delle nostre importanti categorie nei luoghi di lavoro come nella società reale. È vitale per mantenere il patrimonio di valori e di ideali che deve essere trasmesso alle iscritte e iscritti, e di generazione in generazione.
Per noi è decisivo confermare la natura democratica e pluralista dell’organizzazione, fondata sul confronto anche tra diverse posizioni programmatico-sindacali organizzate secondo le nostre regole statutarie, rifuggendo da centralizzazioni di potere e cadute burocratiche.
Anche in Puglia la Cgil attraversa una fase difficile, non solo perché è difficile la situazione generale del mondo del lavoro ma anche perché rimangono al suo interno limiti e nodi da affrontare e risolvere.
Facciamo parte della maggioranza e sosteniamo con coerenza le scelte assunte nel Congresso precedente, le mobilitazioni e gli scioperi decisi per la pace e contro la guerra, contro l’invio delle armi e il riarmo, contro le politiche antisociali del governo, non rivolte al lavoro. Siamo sostenitori del documento congressuale “Il lavoro crea il futuro”.
Nel riconoscimento nel percorso collettivo dell’aggregazione, si è costituito il Coordinamento regionale Puglia che, in questa fase congressuale, ha indicato come referente regionale la compagna Angela Giannelli.
Per noi la Cgil rappresenta un “bene comune” da preservare e rinnovare costantemente, contro ogni senso proprietario di qualcuno, perché la Cgil è proprietà delle iscritte e degli iscritti e la sua democrazia partecipata e i luoghi della decisione sono garantiti dalle nostre regole democratiche.
La funzione dei gruppi dirigenti, delle delegate e dei delegati nei luoghi di lavoro e sul territorio, la valorizzazione delle Camere del Lavoro comunali nell’offerta dei servizi efficaci e della contrattazione sociale e territoriale, sono fondamentali per la costruzione del “sindacato di strada”, inteso come sindacato ancora più inclusivo.
L'invecchiamento della popolazione pugliese merita da parte nostra una attenzione maggiore ai bisogni delle donne e degli uomini pensionati, non solo dal punto di vista economico e sanitario quindi dei bisogni primari, ma anche di un modello di società che si organizzi sul tempo degli anziani dotandosi di strutture che mettano insieme le solitudini. In questo è fondamentale l’intervento dello Spi nella contrattazione sociale.
Abbiamo bisogno di un nuovo protagonismo del mondo del lavoro, dei pensionati, degli studenti, di un rinnovato insediamento in tutti i luoghi di lavoro, di una maggiore rappresentatività del lavoro di ieri e di oggi. Il Paese reale e del futuro ha bisogno di una Cgil forte, unita e plurale.
Il Coordinamento regionale Puglia di Lavoro Società per una Cgil unità e plurale
La referente regionale: Angela Giannelli
Luigi Antonucci, Angelo Leo, Mario Marturano, Claudia Nigro, Rachele Occhionero, Donato Stefanelli, Giusi Ungaro, Maria Viniero.