Pubblichiamo una nota del Congresso Nazionale Kurdistan della Svezia, diffusa in Italia da Uiki onlus.
Il Memorandum d’intesa tra Turchia, Svezia e Finlandia è un tradimento nei confronti di tutti i curdi svedesi qui in patria, ma anche nei confronti di tutti i curdi al di fuori dei confini della Svezia. Dalla firma dell’accordo martedì 28 giugno, i curdi preoccupati per l’argomento si sono resi conto che l’accordo in generale consiste esclusivamente in punti relativi alla questione curda della pace e della libertà. È un giorno buio per tutte le centinaia di migliaia di curdi svedesi. I curdi sono stati nuovamente vittime del perseguimento di scopi e interessi altrui, come abbiamo visto molte volte nel corso della storia.
La posizione dei curdi sulla questione è stata chiara: la Svezia ha il diritto di prendere decisioni e misure necessarie per la sicurezza politica del Paese, ma non a spese dei curdi. Definire terroristi tutti i curdi che lottano per la libertà e la democrazia è inconcepibile, soprattutto alla luce della lotta condotta per diversi anni dall’Ypg/Ypj contro l’Isis.
Erdoğan ha spinto la Svezia a un vergognoso adeguamento e, in pratica, la Svezia, insieme alla Nato, ha concesso alla Turchia un accordo per esercitare un’oppressione transnazionale. Il lungo braccio dell’autoritarismo di Ankara può ora estendersi, e minacciare le vite dei curdi all’estero ma in particolare qui in Svezia, grazie alla complicità della Nato.
I curdi in Svezia hanno sofferto per più di trent’anni in relazione all’omicidio del primo ministro svedese Olof Palme. In quel contesto i curdi sono stati identificati come assassini e bollati come terroristi, cosa che ci ha accompagnato per tutti questi anni e ha costituito la base per le vessazioni e l’oppressione dei curdi. La Turchia ha svolto un ruolo cruciale in quel contesto, cosa di cui siamo di nuovo testimoni mentre la storia si ripete.
I curdi svolgono attività politiche in molti Paesi per la libertà e la democrazia. Un’attività condotta in conformità con le leggi e i regolamenti dei rispettivi Paesi. La lotta curda non deve essere considerata un’attività terroristica, ma piuttosto una lotta per la democrazia e la libertà di espressione. Ci aspettiamo che Svezia e Finlandia ci mostrino solidarietà, ma soprattutto che promuovano e facciano sentire la voce della democrazia e della libertà di espressione.
Non dimentichiamo che i curdi che lottano per la pace, la libertà e la democrazia sono costantemente vessati, picchiati e arrestati. Le aspettative dei curdi nei confronti di Svezia e Finlandia sono la solidarietà e il sostegno alla lotta per la libertà.
Stoccolma, 29 Giugno 2022
Zeyneb Murad e Ahmed Karamus,
co-presidenti del Congresso Nazionale Kurdistan