Un importante accordo per i 14mila corrieri Amazon - di Emanuele Barosselli

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A seguito dello storico accordo sottoscritto il 15 settembre presso il ministero del Lavoro tra Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Amazon, che ha finalmente sancito il riconoscimento del sindacato e i miglioramenti richiesti per i dipendenti della multinazionale, è proseguita la mobilitazione dei lavoratori in appalto occupati presso i servizi di distribuzione, denominati “ultimo miglio”.

Sono oramai più di cento le società che operano nella filiera logistica di Amazon Italia Transport sul territorio nazionale, la quasi totalità delle quali associate all’associazione datoriale AssoEspressi. Quella dei corrieri in appalto è una battaglia che prosegue ormai da anni, iniziata in Lombardia nel 2016 con i primi scioperi e il riconoscimento del Ccnl della Logistica e Trasporto merci.

La mancanza di una contrattazione nazionale ha però creato forti disparità di carattere economico e normativo a lavoratori occupati nei medesimi servizi su territori diversi. Dove i lavoratori si sono organizzati nel sindacato si sono ottenuti accordi e miglioramenti; dove questo non è accaduto, o l’appartenenza al sindacato è stata fortemente disincentivata dalle aziende, la contrattazione di secondo livello non è partita, lasciando i lavoratori alla mercé di consulenti del lavoro e società che hanno utilizzato il Ccnl come un “market”, prendendo solo ciò che più gli è convenuto.

Le segreterie nazionali e le rispettive delegazioni, composte principalmente da Rsa delle società in appalto, hanno così deciso di dare un segnale forte alle controparti con una seconda azione di sciopero nazionale a seguito della mobilitazione del 22 marzo scorso, proclamando il blocco totale delle attività per il 26 novembre 2021, giorno del cosiddetto “Black Friday”.

A pochi giorni dalla mobilitazione, considerata la probabile massiccia adesione delle maestranze, il 23 novembre AssoEspressi ha riconvocato il sindacato. Dopo l’ennesima interminabile trattativa, che ha visto la partecipazione on-line di circa 120 Rsa da tutta Italia, la controparte ha sgomberato il tavolo di confronto dai temi che i rappresentanti dei lavoratori avevano definito irricevibili, e accolto le richieste contenute nella piattaforma sindacale, arrivando così a un’ipotesi di accordo nazionale da sottoporre ai lavoratori.

L’ipotesi sottoscritta contiene tutte le condizioni di miglior favore ottenute a livello territoriale con le lotte dei lavoratori, principalmente in Lombardia, estendendole a tutti i circa 14mila lavoratori in appalto ad Amazon in Italia. A questo grande risultato, che sancisce l’unità dei lavoratori a prescindere dalla divisa che portano, si aggiungono alcune importanti conquiste per chi opera nella filiera Amazon e più in generale nei servizi di distribuzione logistica, considerata l’inevitabile influenza che un accordo di questa natura può avere su tutto il settore.

L’ipotesi di accordo prevede un significativo aumento economico, la clausola sociale in caso di cambio di fornitore per tutti i lavoratori stabili e precari, una stringente normativa che regola il lavoro domenicale, ponendo limiti e incentivando la volontarietà e la riduzione di due ore a settimana dell’orario di lavoro. Quella sull’orario di lavoro dei corrieri è una battaglia che il sindacato dei trasporti sta portando avanti da tempo; il Ccnl della Logistica prevede infatti la possibilità di allungamento del nastro orario per i lavoratori definiti “discontinui”, il cui lavoro è composto da periodi di guida, pausa, inattività e servizi accessori. Questa discontinuità, che fino a qualche anno fa trovava un’oggettività nell’organizzazione del lavoro, nel tempo, anche per effetto della crescita esponenziale dell’e-commerce e della pandemia, si è tramutata in intensità.

A seguito della firma dell’ipotesi di accordo, l’ultima parola è spettata ai lavoratori. A partire dal 24 novembre sono iniziate le informative e le assemblee in tutti i luoghi di lavoro, nei parcheggi e fuori dai cancelli di Amazon, che fino all’ultimo ha voluto rimarcare la divisione tra lavoratori diretti e in appalto, impedendo l’utilizzo degli spazi aziendali per le consultazioni delle maestranze. Nonostante ciò, grazie all’impegno dei rappresentanti sindacali e delle strutture territoriali della Filt, sono stati consultati migliaia di corrieri in tutta Italia, che hanno approvato l’ipotesi di accordo a stragrande maggioranza.

Consideriamo questo risultato non come punto di arrivo ma come una nuova ripartenza, che vede il movimento dei lavoratori in Amazon rafforzato e unificato, pronto per le nuove lotte e conquiste che ci attendono a partire dal prossimo anno.

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