“La crisi della democrazia negli Stati Uniti è tutt’altro che risolta – scrive Gian Giacomo Migone sul manifesto - anche se il tramonto elettorale e politico di Trump è assicurato, non lo è il pericolo derivante da oltre 74 milioni di suoi elettori (il 70% dei quali convinti dalle sue menzogne), in buona parte vittime di una diseguaglianza in continua crescita, aizzati da una guida eversiva e violenta ad una guerra tra poveri”.
La fotografia è nitida. Ritrae una delle più ricche e potenti democrazie del mondo, pur ricchissima anche di “scheletri nell’armadio” fin dalle sue origini, alle prese con un corto circuito sociale. Visibile nell’assalto e l’occupazione del Congresso di Washington da parte di una folla guidata da una masnada di razzisti, neofascisti e violenti. Con la connivenza delle forze di polizia, tanto arrendevoli nei loro confronti quanto feroci verso chiunque appaia sospetto nella vita di tutti i giorni.
E’ difficile prevedere come si evolverà la crisi negli Usa. Ben più facile, seguendo la bussola dei “Rapporti sui diritti globali” che da quasi vent’anni ci offrono lucide chiavi di lettura dello stato delle cose sul pianeta, capire quale sia il minimo comun denominatore che sottintende a questa prima parte del XXI secolo. “Nel 2019 avevamo titolato il Rapporto ‘Cambiare il sistema’ - scrive in proposito su questo numero di Sinistra Sindacale il curatore della pubblicazione Sergio Segio - a sottolineare quanto tutti gli indicatori sociali, economici, ambientali, geopolitici, in modo inequivocabile e univoco, ci stanno da tempo mostrando l’insostenibilità del modello capitalistico-liberista”.
Ora la stessa pandemia da Covid-19 “viene usata come grande opportunità nella logica rapace della ‘dottrina dello shock’: per accentrare poteri, incentivare profitti, approfondire le diseguaglianze, violare diritti umani”. Una tappa ulteriore della “lotta di classe dall’alto” che continua a dettare i tempi delle nostre vite.