Proviamo a pensare “normale”. Mi capita un guaio grave e mi accorgo che tutto quello che ho fatto lo ha reso più grave e non mi permette di uscirne fuori. Se, dopo che sono uscito da quel guaio, mi rimetto a fare le cose di prima, si dirà che l’esperienza non mi ha insegnato niente e che ho problemi seri.
Succedeva a Pinocchio di continuare a farsi mal consigliare dalle “cattive compagnie”. Quelli che danno il via libera al Mes “riformato” (in peggio) sembrano così, Pinocchi che perseverano. Purtroppo chi rischia di finire in bruttissime avventure come Pinocchio siamo noi, cittadine e cittadini d’Europa.
Loro, i firmatari del Mes riformato, tornano alla brutta parte che si sono assegnati in questa favola nera. Cosa sia il Mes riformato l’abbiamo spiegato quando se ne parlava più di un anno fa. Poi è arrivata la pandemia che ci ha trovati deboli per le sciocchezze fatte in questi decenni, tagliando ciò che serviva a difenderci. Abbiamo reagito facendo l’opposto di quanto previsto dal bignami liberista messo in soffitta.
Anche il Mes sanitario, mela avvelenata cosparsa di falso zucchero, l’hanno rifiutato tutti. Ma serviva a tenere in vita la mela avvelenata. E ora, mentre ancora siamo in piena pandemia, spendiamo montagne di soldi dimostrando che si può fare, e ne spendiamo anche per le multinazionali del farmaco invece che provare a dotarci di un’industria farmaceutica europea pubblica.
Così il bignami esce dalla soffitta e arriva il Mes riformato. In peggio come dicevamo un anno fa. Con più poteri tecnocratici con annessi di segretezza e non perseguibilità, possibilità di determinare drastici interventi sui debiti. In più ci aggiungono la copertura agli scoperti bancari. Senza che la sbandierata unione bancaria messa come condizione ad esempio dal governo italiano si sia fatta. Banche coperte dal Mes, cioè dagli Stati, cioè dai cittadini. D’altronde la “trattativa” segreta con le multinazionali ha sancito che se il vaccino crea problemi, pagano gli Stati e non i produttori.
Segretezza, impunità, copertura con denaro pubblico, sono i tre pilastri di questo modo assurdo di operare. Il resto del Mes è noto. Gli addentellati ferrei con i trattati e le norme della austerità. Oggi sospese. Ma pronte a tornare. In una situazione in cui i debiti si sono moltiplicati enormemente e sono chiaramente non risarcibili.
Ma questi che perseverano sembrano non tenere nessun conto della lezione che la vita ci ha purtroppo dato. E delle tante spinte a cambiare che sono arrivate. Comprese proposte di cancellazione del debito Covid e di scioglimento del Mes per dare vita ad un “normale” Tesoro Europeo che agisce normalmente con la “sua” Banca Centrale.
L’Europa della salute declamata dalla presidente Ursula Von Der Leyen presuppone che gli organi e le funzioni (per usare la metafora del funzionalismo tanto cara a quanti poi sono assai poco materialisti e molto ideologici) del corpo europeo e dei corpi di chi vi vive siano sani perché in condizione di esserlo e di essere curati.
Ambiente sano e buona medicina. Lavoro, ambiente, welfare. Il pubblico nel dopoguerra li aveva realizzati nel modello sociale europeo. Il liberismo ha fatto danni che paghiamo. E fare l’Europa della salute (e del lavoro, del reddito, dell’ambiente) richiede logiche e strumenti del tutto nuovi.
Dare via libera al Mes riformato in peggio significa invece perseverare, e far pensare che ci si prepari a far pagare alle vittime della follia degli ideologici, ancora al potere dell’Europa reale, i nuovi e pesantissimi conti. La partita probabilmente è aperta e non scontata. Ma col Mes i fautori del vecchio segnano un punto pesante.
Poi c’è stato il teatrino italiano del “firmo, non firmo” in cui si distinguono i Cinque stelle. Purtroppo c’è poco da ridere perché il guaio è serio. L’Italia arriva al via libera al Mes col 160% di debito. Una vera spada di Damocle. Se la loro linea è che lasciano passare il trattato ma non lo faranno attivare per l’Italia, mi pare assai probabile che i Cinque stelle dureranno assai meno del Mes. Viene data via libera ad una cosa dicendo che bisogna fare ben altro. Perché si faccia ora una cosa sbagliata, e come invece se ne potrà fare una opposta, è questione che ad oggi non trova risposta politica. Sarà necessario che chi è più consapevole di questo si dia da fare ancora di più.
Colpisce anche che chi è più per il Mes poi è contro la patrimoniale. È il Pd a pronunciare il niet ad una misura che ridistribuisce ricchezza anche in forme moderate che è stata per altro assunta in Spagna. “Meglio” indebitarsi che fare giustizia sociale. Zingaretti sul no alla patrimoniale si ritrova con Di Maio. Non certo su una posizione di sinistra. C’è una trama di sinistra che invece va ricostruita, e che lega l’uscita dal monetarismo con l’equità sociale. A livello europeo. Questa è la Sinistra che serve.