Per lo svolgimento degli esami di Stato in sicurezza è stato sottoscritto un protocollo tra sindacati e ministero dell’Istruzione. Più problematica la riapertura delle scuole a settembre.
Per l’anno scolastico, ormai prossimo al termine, le attività didattiche in presenza non riprenderanno. Le condizioni epidemiologiche del Paese sono tali da sconsigliare la riapertura delle scuole, che comporterebbe la messa in movimento – e in contatto - di circa nove milioni di soggetti tra studenti e personale scolastico. Pertanto le lezioni didattiche continuano da remoto fino alla conclusione di questo anno scolastico, con tutte le problematiche e criticità che questo modo di fare lezione comporta per i tanti studenti che, o perché privi dei dispositivi informatici o perché con particolari esigenze educative, vengono di fatto esclusi dalle attività di formazione.
Solo l’esame di Stato a giugno, seppur in forma semplificata, si svolgerà in presenza. Per assicurare che questa prova venga effettuata in condizioni di sicurezza – per il personale come per gli studenti - è stato firmato il 19 maggio uno specifico protocollo tra ministero dell’Istruzione e organizzazioni sindacali della scuola e della dirigenza scolastica. Il protocollo assume le indicazioni operative predisposte appositamente per la scuola dal ‘Comitato tecnico scientifico’ nazionale, che ha specificato le misure organizzative di prevenzione e protezione per svolgere in sicurezza la prova d’esame in presenza. Il protocollo inoltre prevede la costituzione di un ‘Tavolo nazionale permanente’, composto da rappresentanti del ministero e delle organizzazioni sindacali, con il compito di monitorare l’attuazione del documento tecnico scientifico presso le istituzioni scolastiche. Un tavolo analogo viene costituito a livello regionale. Infine a livello di scuola saranno attivate le relazioni sindacali di istituto per definire un’intesa per l’attuazione delle misure di sicurezza (fornitura dei dispositivi al personale, igienizzazione dei locali, ecc.). L’impegno della Flc Cgil è a far sì che l’esame di Stato si svolga nelle massime condizioni di sicurezza, attribuendo a ogni livello territoriale poteri di verifica e controllo, per adeguare le condizioni di sicurezza ai contesti specifici locali.
Dopo questa prova l’attenzione si concentrerà sulla ripartenza delle scuole a settembre per la totalità degli alunni, con l’obiettivo di assicurare attività in presenza e non più a distanza, cosa non facile considerato che, per quella data, la situazione epidemiologica probabilmente non sarà ancora risolta. Ciò significa che le misure di sicurezza già assunte per gli esami di Stato dovranno essere fortemente ampliate, in considerazione del fatto che occorrerà garantire il distanziamento fisico in scuole con 1.000/1.500 studenti e con classi spesso sovraffollate o di piccole dimensioni.
Per predisporre le scuole a riaprire in sicurezza e metterle in condizione di effettuare le attività didattiche in presenza, occorrerà un grande piano di investimenti. Necessitano interventi per ampliare l’organico di scuola, sia docente che Ata, potenziare la strumentazione didattica, adeguare gli ambienti scolastici alle nuove esigenze di sicurezza, dotare il personale dei dispositivi di protezione della salute, ecc.
A questo proposito la Flc e la Cgil hanno predisposto una dettagliata piattaforma rivendicativa per rilanciare il sistema scolastico pubblico dopo i pesanti tagli subiti negli ultimi anni, per garantire la ripresa delle attività in presenza e in sicurezza, per restituire all’istruzione pubblica quella centralità indispensabile anche per la ripartenza del Paese. Purtroppo le risorse stanziate dal governo nel recente ‘Decreto rilancio’ per il riavvio della scuola sono del tutto inadeguate.
La Flc Cgil ha già promosso per lo scorso 13 maggio, insieme agli altri sindacati di categoria, una giornata nazionale di assemblee sindacali “on line”, che ha avuto un grande riscontro di partecipazione. Ora il sindacato deve proseguire su questa strada promuovendo, pur nelle condizioni date, ulteriori iniziative di mobilitazione per cambiare profondamente le scelte governative in materia di istruzione: a rischio c’è la ripresa della scuola a settembre..