Consultori familiari: difendere e potenziare una grande conquista - di Stefano Cecconi

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“I Consultori familiari sono stati una grande conquista, frutto della mobilitazione per il diritto alla salute e dei movimenti femministi”: così si apre il documento con cui la Cgil ha convocato l’assemblea nazionale sui Consultori il 5 febbraio scorso. La lotta per la nascita dei Consultori, culminata con la legge istitutiva 104 del 1975 (e poi con le grandi riforme del 1978: le leggi 194 e 833) ha reso visibile l’importanza del punto di vista di genere e della soggettività femminile, nel contesto delle relazioni sociali e nella stessa organizzazione dei servizi.

In questo senso i Consultori possono essere definiti come i primi veri servizi sociosanitari di base, diffusi nel territorio, con competenze multidisciplinari, determinanti per la promozione e la prevenzione della salute della donna e dell’età evolutiva, per l’assistenza alla famiglia e alla maternità e alla paternità. Con un modello di servizio fondato sull’integrazione tra sociale e sanitario e sulla partecipazione.

I bisogni che hanno sollecitato la nascita dei Consultori sono ancora presenti oggi, e altri bisogni, dovuti ai cambiamenti sociali, demografici e culturali intervenuti in questi anni si sono aggiunti e ne reclamano un potenziamento. Ed esiste ancora, soprattutto per quanto riguarda la salute di genere, una grande parte di bisogni che deve trovare risposta, per diventare così diritti, garantiti da servizi adeguati. Eppure, nonostante ciò, l’esistenza dei Consultori è in pericolo.

Oggi abbiamo, in media, un consultorio ogni 35mila abitanti, mentre gli standard nazionali fissati dalla legge 34/96 ne prevedono uno ogni 20mila. Siamo in presenza di profonde differenze tra le Regioni: in sette di queste esiste un solo consultorio ogni 40mila abitanti. Sono profonde anche le differenze nelle prestazioni che vengono offerte e nelle figure professionali presenti, che risultano sempre sotto gli standard. In alcune regioni si paga perfino un ticket per accedere alle prestazioni. A questo si aggiunge una presenza sempre più invasiva del privato, soprattutto di matrice confessionale.

La situazione è dunque preoccupante: ecco perché la Cgil ha convocato l’assemblea nazionale. Occorre aprire una mobilitazione diffusa, ripartire dalle esperienze positive che, in alcune realtà, si sono comunque affermate, dimostrando che investire nei Consultori non solo è possibile ma è interesse di tutti.

L’assemblea nazionale è stata un’occasione importante, che ha visto gli interventi di venti dirigenti sindacali nazionali e regionali/territoriali (oltre al prezioso contributo di Angela Spinelli dell’Istituto Superiore di Sanità – Iss - che ha presentato la recentissima ricerca sui consultori, e al messaggio del ministro della Salute, Speranza). Si è potuto ragionare sullo stato in cui versano i Consultori e avanzare proposte per il loro rilancio, recuperando lo spirito che portò alla approvazione delle legge istitutiva, e adeguandoli alle mutate esigenze di una società che ha subito profondi cambiamenti.

Le proposte presentate si basano sulla Piattaforma di genere (“Tutte insieme. Vogliamo tutto!”) e in quelle Cgil, Cisl, Uil “Salute, lavoro diritti” e Cgil “Una sanità per tutti”. Si tratta di esigere la presenza di un consultorio ogni 20mila abitanti come previsto dalla legge (oggi ne abbiamo metà di quelli necessari); di sostenere piani mirati di assunzioni, da parte delle singole Regioni, e piani formativi da parte delle Università: riferiti alle figure professionali necessarie per affrontare tutti i temi legati alla salute sessuale e riproduttiva, in una ottica di inclusione delle diverse identità di genere e dei diversi orientamenti sessuali, delle donne migranti, delle persone disabili.

Va quindi realizzata l’applicazione del decreto sui nuovi Livelli essenziali di assistenza, Lea, riferito all’ “Assistenza sociosanitaria ai minori, alle donne, alle coppie, alle famiglie” e quindi ai Consultori, con standard e indicatori nazionali per verificare il rispetto dei Lea da parte delle singole regioni; la definizione dei corrispondenti Livelli essenziali delle prestazioni sociali, senza i quali non esiste vera integrazione. E chiediamo il pieno rispetto della legge 194, secondo le indicazioni della “Piattaforma di genere”.

Le proposte presentate per la costruzione di una piattaforma per il rilancio dei Consultori vanno accompagnate da interventi che tengano ben conto dei cambiamenti della società intervenuti in questi anni, e in particolare i bisogni di migranti, disabili, anziani, donne vittime di violenza.

(I materiali presentati nell’assemblea - relazione, linee guida per una piattaforma, ricerca Iss, piattaforme di genere e per la salute- sono disponibili su questa pagina web: http://www.cgil.it/sanita-cgil-domani-assemblea-nazionale-per-rilancio-consultori-partecipa-ministro-speranza/)

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