Ciao Mimmo, un grande abbraccio - di Elena Petrosino e Danilo Bonucci

 

Il compagno Mimmo Rinaldi inizia la sua attività sindacale nelle ferrovie. E’ “guardialinee” in Alto Adige, “assuntore” (casellante) nel Pinerolese, poi passa a lavorare presso l’officina di Corso Bramante a Torino, dove diventa delegato e poi Rsu. Il suo impegno e la sua dedizione sono le caratteristiche che lo contraddistinguono nell’attività presso il suo impianto, dove ben presto diventa punto di riferimento per tutti i colleghi.

La sua ricerca continua, l’analisi sempre approfondita lo portano, nell’ambito del dibattito interno alla Cgil, su posizioni critiche rispetto alla maggioranza definita al XII congresso del 1991; aderisce quindi al documento “Essere sindacato”. Sarà poi fra i sostenitori, nei congressi successivi, delle mozioni “Alternativa sindacale” e infine “Lavoro società”. La democrazia intesa come partecipazione vera e costante delle lavoratrici e dei lavoratori è la guida della sua pratica sindacale, e come strumento di cambiamento e miglioramento della Cgil.

Viene eletto nella segreteria della Filt Piemonte, dove segue il trasporto merci durante i suoi due mandati. Un settore complicato, difficile, dove i diritti non sono tali se non dopo una dura lotta di conquista quotidiana. Mimmo interpreta il ruolo alla sua maniera: confronto continuo con i lavoratori, studio della normativa e rapporto chiaro e trasparente con le controparti. Lealtà nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori e della Cgil tutta, che è sempre venuta prima di qualsiasi altra appartenenza. Una ricerca puntigliosa, a volte anche estenuante, degli equilibri tra le parti, sempre con un unico punto di riferimento: i lavoratori con la propria condizione e le proprie istanze.

Nel suo percorso in Filt, è stato protagonista di accordi importanti per i lavoratori del settore (cooperative, vettori, ecc.). Al termine del mandato nella segreteria della Filt, diventa responsabile di zona per la Cgil di Torino, nel territorio di Torino ovest e precisamente di Orbassano, dove si occupa di contrattazione sociale e di rapporto con i comuni dove rimane un punto di riferimento per tutti coloro che si rivolgono alla Cgil. Nella sua grande generosità e disponibilità, è stato capace di ricominciare nuovamente da capo quando, nell’ultimo anno, gli è stato chiesto di seguire anche le fabbriche di Pinerolo per la Filctem di Torino, un mondo così diverso da quello che conosceva.
Arrivati alla grande manifestazione antifascista del 24 febbraio a Roma, vicino alla sua città natale (Guidonia), Mimmo non è sceso con noi, sembrava per un banale acciacco. Invece, le notizie e lo sgomento si sono succeduti, prima l’infarto e l’operazione poi, quando sembrava che le cose volgessero al meglio, ci ha lasciati. A modo suo, come sempre in punta di piedi, con umiltà, sino all’ultimo con il pensiero e le energie rivolte alle lavoratrici e ai lavoratori, alle persone più fragili.

Vogliamo ricordarti così, compagno leale, generoso, dolcemente fermo, rispettoso delle opinioni degli altri, competente, umile, sorridente, ottimista...e ancora un’esplosione di genio e sregolatezza, col tuo accento romanesco, la tua innata simpatia e la tua borsa sempre stracolma di documenti, accordi, libri, perché pensavi di avere sempre qualcosa da imparare. Con l’intreccio stretto tra la tua vita, la militanza a tutto tondo, la passione politica, il sindacato, ci hai insegnato molto. Lasci anche un grande vuoto tra le compagne e i compagni, tra le lavoratrici e i lavoratori, a Giulia, tua figlia, a Simonetta e alla tua famiglia. Ognuno di noi ha l’immagine di te sorridente con la bandiera della Cgil alle tante manifestazioni a cui eri sempre presente. Ciao Mimmo e grazie, immenso compagno.

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