Piano per il lavoro: un progetto per Venezia città metropolitana - di Salvatore Lihard

 

Lunedì 12 marzo, in Banchina dell’Azoto, nel cuore di Porto Marghera, la Cgil Camera del Lavoro metropolitana di Venezia ha organizzato una tavola rotonda “Il Piano di lavoro della Cgil”, con la partecipazione del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, del presidente di Confindustria Venezia-Rovigo, Vincenzo Marinese, del direttore della direzione ambiente della Regione Veneto, del segretario generale Cgil Venezia, Enrico Piron e del segretario nazionale Vincenzo Colla. Una iniziativa che assume più valenze strategiche, a fronte di mutate condizioni socio-politico-economiche sia nel comune di Venezia che, su più larga scala, nell’area metropolitana.

Lo stesso piano fu portato alla discussione dell’assemblea generale della Cgil di Venezia nell’ottobre del 2016 con un documento articolato che si abbina al Piano del lavoro nazionale della Cgil. Ovvero, un piano complessivo “...che riporti al centro la vocazione industriale di Porto Marghera, gestendo al meglio le varie ‘anime dell’economia locale’: turismo, porto, aeroporto, artigianato, tessile, ecc., consci che sicuramente si può aprire una nuova stagione di crescita e sviluppo a partire dalla creazione di un nuovo lavoro stabile e dal rispetto di quello esistente, dal rilancio della vocazione manifatturiera, dal recupero e dalla salvaguardia dell’ambiente naturale”.

Secondo il piano, “la crisi economica nel territorio metropolitano di Venezia è tutta dentro le dinamiche e le debolezze del paese, ovviamente con alcune peculiarità; l’inserimento del Comune di Venezia all’interno delle aree di crisi complessa del paese, e i benefici che tale fattispecie conferisce al territorio, possono rappresentare una straordinaria opportunità per ricostruire un tessuto industriale duramente indebolito, trasformato e inaridito dopo anni di profonda crisi, accompagnati da scelte politiche inadeguate e da scarso controllo sulle ingenti risorse finora arrivate. Tutto questo ha incrementato la sfiducia verso un possibile rilancio, giustificando continui rinvii, aumentando l’incertezza e procrastinato decisioni, condannando l’area ad una inesorabile quanto incomprensibile desertificazione produttiva ed industriale...”.

Il piano presentato pone alcune priorità: mantenimento della vocazione industriale e manifatturiera del territorio; tempi certi per la definitiva pianificazione delle bonifiche dei terreni; ridare al Parco scientifico-tecnologico di Venezia un ruolo centrale nella pianificazione delle attività di bonifica, in stretta relazione con il mondo accademico-universitario; il porto deve ridiventare fonte di crescita e sviluppo senza alcuna separazione dal contesto dell’industria; qualità del welfare a cominciare dal sistema socio-sanitario, ma anche servizi sociali dei Comuni, Ipab, ecc.; urgente messa in campo della contrattazione territoriale attraverso la costruzione di progetti collegiali e condivisi.

L’intervento del sindaco nella tavola rotonda è stato apprezzato. Si è reso disponibile al confronto e alla collaborazione. Fatto alquanto strano e inusuale, alla luce delle esperienze negative con la Cgil Funzione Pubblica dei dipendenti comunali. In merito, l’ultimo caso balzato alla cronaca anche di quotidiani nazionali è la decisione del giudice del lavoro di accogliere il ricorso della Fp Cgil, condannando il Comune di Venezia che imponeva ai lavoratori le ferie per visite mediche o esami diagnostici.

Positivo anche l’intervento del presidente di Confindustria. In sintesi, ha riconosciuto l’importanza della “reputazione” del territorio, la legalità come elemento fondamentale, la necessità che le imprese inquisite si auto-sospendano dall’attività. Giudizio positivo anche sull’accordo nazionale firmato il 28 febbraio scorso dalla stessa Confindustria con Cgil, Cisl e Uil su “Contenuti e indirizzi delle relazioni industriali e della contrattazione collettiva”. A questa iniziativa della Cgil di Venezia sindaco, Regione e Confindustria hanno risposto in un’ottica di fattivo protagonismo. Ovviamente nel tempo – e con la continuazione della mobilitazione e proposta – potremo verificare l’effettiva concretizzazione degli impegni dichiarati.

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