L’assemblea nazionale di Lavoro Società/Per una CGIL unita e plurale, riunita a Roma l’8 gennaio 2019, assume le introduzioni del compagno Giacinto Botti e del compagno Maurizio Brotini. Conferma il valore del Congresso nazionale della CGIL come il momento più alto della vita e della prospettiva dell’organizzazione.
Siamo arrivati, con un percorso innovativo e come sinistra sindacale confederale organizzata a contribuire, con un documento firmato da oltre 800 iscritte e iscritti e con diversi emendamenti, a realizzare un avanzato documento congressuale “ Il Lavoro è”, che ha rappresentato un’assunzione delle scelte compiute in questi anni dalla CGIL e un avanzamento delle nostre analisi e proposte. Abbiamo sempre rappresentato un punto di vista, una sensibilità, una storia di sinistra che sono parte integrante della ricchezza e della pluralità che sono la forza dell’organizzazione.
Va aperto il confronto su come ridefinire, riconoscere il pluralismo delle idee e delle pratiche nella costituzione dei gruppi dirigenti, degli esecutivi, mentre va contrastata l’idea che si possa tornare ai pluralismi su cordate, sulla fedeltà burocratica o sulle appartenenze di partito. Chiediamo di essere riconosciute/i e rappresentate/i, per il valore plurale e la ricchezza che esprimiamo, con senso di responsabilità e di appartenenza. L’assemblea si riconosce nella proposta avanzata dalla Segreteria nazionale CGIL per il nome del prossimo Segretario generale, mentre consideriamo un’anomalia rispetto alla nostra storia, un’autocandidatura alternativa espressa alla fine dei percorsi congressuali e senza chiarezza sulle ragioni politiche e di merito sindacale.
Per uscire più forti e uniti dal Congresso nazionale, occorre riportare il confronto dalle persone al merito delle cose, stando dentro le regole democratiche e i valori rappresentati dal quadrato rosso. Il prossimo Segretario generale sarà eletto nelle strutture preposte, come previsto dalle nostre regole e dalla nostra democrazia partecipata e rappresentativa, e non sarà un “uomo solo al comando” ma il Segretario di tutte di tutti, a garanzia del nostro articolato pluralismo e della nostra identità confederale e generale.
E soprattutto, per noi dovrà mantenere solida e propositiva la nostra autonomia, e concretizzare con coerenza le scelte, i progetti, le proposte che saranno indicati dal Congresso e che sono oggi delineati nel documento congressuale, nell’impianto strategico della Carta dei diritti e nel Piano del Lavoro. La CGIL del futuro dovrà essere sempre più militante, rappresentativa e confederale, un collettivo che vive di contrattazione, di partecipazione, di mobilitazione, della ricchezza e della sapienza della collegialità, dei suoi pluralismi e del confronto democratico.
Noi non siamo mai state/i e mai saremo dei tifosi in un’organizzazione democratica che si alimenta del suo pluralismo, nella quale non ci sono nemici ma dirigenti e militanti coesi, solidali, responsabili e di valore. Per queste ragioni l’assemblea nazionale si riconosce nella scelta assunta dal Coordinamento nazionale del 7 novembre 2018, coerentemente con la nostra storia di sinistra confederale organizzata, di sostenere collettivamente, per ragioni di linea, di merito sindacale e di prospettiva, la candidatura di Maurizio Landini a prossimo Segretario generale della CGIL. Per ricostruire un orizzonte del cambiamento reale, dell’utopia del possibile, c’è bisogno di una CGIL unita e plurale.
L’assemblea nazionale rivolge un particolare ringraziamento alla compagna Susanna Camusso - prima donna a ricoprire la massima carica di responsabilità nella nostra organizzazione - che ha guidato la CGIL in questi anni complessi e difficili salvaguardandone l’autonomia, tenendo la barra a sinistra e aprendo con la sua disponibilità anche una battaglia per il rinnovamento del sindacato internazionale.