L’ “estate calda del lavoro” è cresciuta in un ancora più caldo autunno per la classe operaia Usa. Il recentemente rinnovato sindacato United Auto Workers (Uaw) ha conquistato risultati contrattuali storici attraverso scioperi selettivi nei “Big Three” produttori automobilistici nazionali: Ford, General Motors e Stellantis (fusione di Fiat, Chrysler, e Renault). Al 30 ottobre, il sindacato ha concluso l'ipotesi d’accordo con tutte e tre le aziende, in attesa del voto di ratifica degli iscritti.
Dopo decenni di concessioni contrattuali e di “cooperazione lavoro-direzione”, che alla fine hanno portato alla corruzione economica dei vertici sindacali, la Unite All Workers for Democracy (Uaw-D), il movimento di rinnovamento, ha conquistato la direzione sindacale attraverso l’elezione diretta da parte degli iscritti. La nuova dirigenza è entrata in carica in marzo ed ha immediatamente affrontato la sfida della contrattazione con le tre grandi aziende dell’auto, negoziati che unificavano 150mila iscritti, occupati soprattutto in Michigan, Ohio e Indiana.
Con la forte spinta della base, la nuova dirigenza Uaw ha presentato richieste impressionanti: incrementi salariali del 40%, settimana lavorativa di 4 giorni pagati 40 ore, ripristino degli adeguamenti al costo della vita, diritto di sciopero contro la chiusura di impianti, lavoratori sindacalizzati nei futuri impianti per veicoli elettrici (EV), dove sono previsti investimenti per 100 miliardi di dollari con almeno un milione di nuovi posti di lavoro.
Il nuovo dinamico presidente è Shaun Fain, un elettricista dalla fabbrica Stellantis di Kokomo, Indiana. Durante lo sciopero, Fain ha costruito la lotta della Uaw in termini di classe, schierando i lavoratori contro i ricchi manager aziendali che hanno visto i loro compensi salire del 40% dalla data dell’ultimo accordo. Fain ha posto continuamente la questione della ricchezza dei lavoratori in confronto a quella dei loro imprenditori. Il sindacato ha chiamato la sua strategia uno “Stand Up Strike”, omaggio all’emblematico “sit down strike” del 1937 che ha dato vita al sindacato nella GM.
Il 15 settembre Uaw ha scioperato in tutte e tre le aziende, ma solo in uno dei loro impianti chiave di assemblaggio: GM a Wentzville, Missouri; Ford a Wayne, Michigan; Stellantis a Toledo, Ohio. Questi scioperi limitati hanno consentito alla Uaw di conservare 825 milioni di dollari del suo fondo-scioperi, che sarebbe durato solo 90 giorni se avessero scioperato tutti gli iscritti nelle tre aziende. Lasciando aperta la possibilità di inasprire o attenuare la lotta, sulla base delle risposte delle singole aziende ai tavoli di trattativa, il sindacato ha risparmiato fondi e messo in guardia il management aziendale.
Il 22 settembre l’Uaw ha rafforzato gli scioperi, con 38 centri di componentistica in 20 Stati di GM e Stellantis. Ha risparmiato Ford perché aveva già concesso l’inclusione dei veicoli elettrici nei prossimi contratti nazionali e il diritto di sciopero contro le chiusure di impianti. Lo sciopero ai magazzini di componenti ne ha allargato l’impatto geografico, con azioni di solidarietà e copertura mediatica in molti più Stati, riducendo il flusso di componenti verso i costruttori.
Il 25 ottobre Uaw ha raggiunto un’ipotesi di accordo con la Ford. Tre giorni dopo con Stellantis, casa madre dei marchi Chrysler, Jeep e Dodge Ram. I due accordi hanno termini simili, incluso il 25% di aumento generale dei salari per gli iscritti Uaw e gli adeguamenti all’inflazione. “Abbiamo conquistato un contratto record”, ha detto Fain, “crediamo davvero di aver preso ogni possibile penny da queste aziende”.
Subito dopo l’annuncio dell’accordo con Stellantis, Uaw ha esteso gli scioperi contro GM, con i lavoratori dell’impianto di Spring Hill, Tennessy, che fabbrica veicoli sportivi ad alto profitto per il marchio Cadillac e le divisioni GMC. L’Uaw ha messo la GM all’angolo: se non avesse firmato, i suoi competitor avrebbero guadagnato quote di mercato grazie alla ripresa del lavoro. GM ha firmato il 30 ottobre in termini sostanzialmente uguali a Ford e Stellantis.
L’accordo nelle tre aziende include l’eliminazione dei livelli salariali d’ingresso: quindi diversi lavoratori vedranno di colpo raddoppiare i loro salari. Tutti gli impianti consociati di batterie rientreranno nel contratto principale. Con un tocco finale, la Uaw ha negoziato la data di scadenza per il Primo Maggio 2028. Fain ha invitato tutti i sindacati ad allineare a questa le scadenze contrattuali, un chiaro appello ad uno sciopero generale per il 2028!
Con i principali contratti conclusi, ora Uaw deve affrontare una sfida più grande: più di un milione di lavoratori, soprattutto di aziende straniere, Bmw, Honda, Hyundai, Kia, Mercedes, Nissan, Toyota, Volkswagen – e i loro fornitori – non sono ancora sindacalizzati. “Uno dei nostri prossimi obiettivi è sindacalizzare come mai prima d’ora”, ha detto Fain. “Quando torneremo al tavolo nel 2028 non sarà solo con le Big Three, ma con le Big Five or Big Six”. Già i lavoratori della Tesla di Freemont, California, stanno formando un comitato per l’adesione al sindacato.
(traduzione dall’inglese di Leopoldo Tartaglia)