Ricomposizione è la parola che definisce le iniziative che la Filcams Cgil sta portando avanti dall’inizio del 2023. La ricomposizione del mondo del lavoro nel terziario, un magma di lavori, contratti e tipologie di aziende e attività produttive di grande complessità e apparente differenziazione. In questo momento sono quindici i contratti nazionali scaduti nel mondo dei servizi, dai più grandi per visibilità e numero di addetti, come terziario-distribuzione e servizi e distribuzione organizzata (il commercio delle grandi catene commerciali), fino ad altri piccoli sul versante della visibilità politica ma non per questo meno importanti, come quelli degli studi professionali. In mezzo, tutto il comparto del turismo, il petrolio dell’Italia, che nonostante la grande ripresa dopo il dramma del Covid sembra non trovare le risorse per consegnare alle lavoratrici e ai lavoratori il rinnovo contrattuale.
In questi giorni, in contemporanea con lo svolgimento dell’assemblea generale della Cgil, si svolgono gli attivi delle delegate e dei delegati del comparto commercio, terziario, distribuzione organizzata e distribuzione cooperativa. Questo percorso di attivi segue la riunione di Firenze, denominata “New Order”, del mese di maggio, l’assemblea unitaria di Bologna del mese di luglio (con oltre mille delegate e delegati presenti), e la definizione degli obiettivi programmatici contrattuali della categoria nell’ordine del giorno dell’assemblea nazionale Filcams del mese di settembre. Un percorso complesso che pone la Filcams al centro di un lavoro di elaborazione politica costante.
Prima facevo riferimento alla contemporaneità delle iniziative di categoria con l’assemblea generale della Cgil, in cui si è discusso del bilancio della manifestazione del 7 ottobre e delle iniziative di mobilitazione confederale con cui darle continuità. In tutte le iniziative confederali la Filcams ha saputo distinguersi per numero di militanti presenti e per l’impatto visivo di questa presenza. Non è stata una scelta folkloristica o identitaria: in questo momento la nostra categoria vuole rendere plastica la condizione materiale delle lavoratrici e dei lavoratori, offrendo la consapevolezza che il lavoro povero, pagato male e gestito senza rispetto dei diritti e della vita delle persone, non è l’eccezione.
Questa consapevolezza, per la Filcams, significa dire che la nostra battaglia per i contratti segnerà un punto centrale del conflitto economico e sociale presente nel paese. Per questo la mobilitazione della categoria e la mobilitazione confederale si integrano in maniera perfetta: se la parola “ricomposizione” contraddistingue la scelta strategica della categoria, questa ci obbliga a restare agganciati fermamente alla vertenza generale del paese: solo così potremo dare la giusta prospettiva alle nostre iniziative.
Gli attivi del mondo del terziario sono stati l’occasione per dare voce a chi nei luoghi di lavoro si impegna quotidianamente per sostenere i propri colleghi e motivarli alla lotta, i delegati delle nostre Rsa e Rsu. I racconti sono quelli che conosciamo molto bene: la sofferenza salariale, il part time involontario, l’organizzazione del lavoro che dimentica le persone e i loro bisogni, le pressioni dei datori di lavoro, la frammentazione delle condizioni lavorative, anche all’interno di aziende uniche ma con sedi distribuite in aree del paese diverse; le esternalizzazioni di attività che rendono precario anche il lavoro apparentemente stabile, uno stato di costante insoddisfazione anche di lavoratrici e lavoratori che possono vantare una professionalità più elevata.
La voce dei delegati ha insomma confermato ciò che si sa: oggi non basta avere un lavoro per trovare la propria giusta dimensione, personale e sociale, e i modelli di sfruttamento sono moderni ma sempre uguali a se stessi.
Nelle prossime settimane la categoria svolgerà la propria assemblea generale per discutere sui prossimi passaggi organizzativi, da concordare con Fisascat e Uiltucs. Non sarà una discussione semplice perché, se da un lato la linea politica è definita, se la rottura di alcuni tavoli negoziali è sancita, le modalità di lotta e le scelte di mobilitazione dovranno coniugare un assetto unitario difficile in cui l’unità di intenti tra Filcams, Fisascat, Uiltucs, fino ad oggi mai messa in discussione, potrebbe entrare in conflitto con la situazione confederale e le divisioni tra le confederazioni che potrebbero emergere nei prossimi giorni.
Ma la Filcams ha elaborato un documento, votato all’unanimità dall’assemblea generale, in cui la ricomposizione confederale della nostra lotta è elemento fondamentale. Ripartiamo da qui nelle nostre prossime discussioni.