Guido Pollice intelligente e generoso comunista libertario - di Giovanni Russo Spena

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

La sinistra sindacale, politica, sociale ha perso un amico e un grande sostenitore. Ci ha lasciato Guido Pollice. Siamo più soli. Guido era un militante politico, un attivista, un dirigente politico che ha sempre dato alla causa della lotta anticapitalista tutto se stesso, sino allo spasimo, con intelligenza, competenza, generosità.

Era acuto, affettuoso, dotato di arguta bonomia. Aveva, soprattutto, una connessione sentimentale naturale con il “suo” popolo. Lui non era solo rappresentante, portavoce separato e distaccato rispetto alle esigenze proletarie, operaie; Guido camminava insieme agli sfruttati, si immergeva nei loro bisogni, nelle loro necessità.

Amava il nostro famoso monito: “chi non fa inchiesta non ha diritto di parola”. Guido non amava infatti la politica farlocca, parolaia, fatta di “frasi scarlatte” e di slogan. Odiava i partiti di carta, i partiti del leader, i partiti “senza società”, ma sapeva anche che i partiti, riformati in ossequio all’articolo 49 della Costituzione, sono indispensabili, perché senza partiti non c’è democrazia; essa si ridurrebbe ad autocrazia autoritaria. Le attuali vicende contemporanee non gli danno forse ragione?

Guido è stato un vero socialista. Non accettò lo scioglimento del Psiup nel Pci, ma iniziò la lunga e faticosa traversata nella Nuova Sinistra. Allora, nel 1972, ci incontrammo. Nacque un intenso rapporto. Guido era persona duttile, aperta, un federatore, una cerniera capace di tenere insieme culture e percorsi umani e politici differenti. Non ricordo di lui un solo atteggiamento settario. Non esitò un attimo, alla fine degli anni ‘60, ad immergersi con dedizione e passione all’interno dello splendido magma del movimento studentesco ed operaio del ’68-‘69. Facemmo insieme, in quegli anni, l’esperienza, che fu formativa di ricerca sociale e di politica gramsciana, del nuovo Psiup. Come dimenticare maestri politici come Miniati, Foa, sindacalisti di altissimo livello come Giovannini, Lettieri, Sclavi (e un eccezionale sociologo come Pino Ferraris)?

Costruimmo poi, con compagne e compagni de “il manifesto”, il Pdup per il comunismo. Nel ‘75, con l’unificazione con Avanguardia Operaia, nacque Democrazia Proletaria, un “piccolo partito dalle grandi ragioni” (come lo chiamò quel grande dirigente operaio che fu Franco Calamida), che ancora oggi ritengo sia stato una fucina di idee e di quadri. Tanta passione, tanta inchiesta operaia e ricerca sociale, ma anche una innovazione, una “curiosità” comunista libertaria.

Sull’attività lunga, immensa, anche sul piano parlamentare, di Guido rifletteremo; propongo di fondare uno spazio che possa analizzarla e valorizzarla. Qui, per brevità, ricordo solo tre fasi di iniziative parlamentari e lavoro politico, perché a loro Guido stesso teneva molto. Per prima la splendida, argomentata relazione di minoranza (una vera, colta controrelazione) in Commissione Bicamerale Antimafia, dalla quale tutte e tutti noi meridionali continuiamo tuttora ad attingere.

In secondo luogo, il suo impegno costante a fianco del popolo palestinese. Guido riuscì a far approvare dal Parlamento italiano il riconoscimento di una sorta di Ambasciata Palestinese in Italia, una sorta di riconoscimento della loro statualità. Infine, e fu l’impegno costante degli ultimi decenni della sua vita, la direzione di associazioni e riviste internazionali ambientaliste. Un impegno scientifico che collegava le lotte ambientali ai modi di produzione ed ai rapporti sociali.

 

Guido è stato non solo un dirigente socialista, comunista libertario. È stato uomo della Repubblica italiana, partigiano della legalità costituzionale.

©2024 Sinistra Sindacale Cgil. Tutti i diritti riservati. Realizzazione: mirko bozzato

Search