Un nuovo umanesimo per una sinistra nuova - di Gian Marco Martignoni

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Ferruccio Cappelli, A Sinistra con uno sguardo umano, Guerini e Associati, pagine 187, euro 18,50.

Dopo aver analizzato, nel 2008, con il libro “Sinistra light” l’evaporazione della sinistra all’interno dello scenario dominato dal populismo mediatico di matrice berlusconiana, e, nel 2018, con “Il Futuro addosso” l’impetuosa ondata populista su scala mondiale, ora Ferruccio Cappelli, direttore della Casa della Cultura di Milano, con “A Sinistra con uno sguardo umano” si cimenta nell’improbo compito di ridisegnare il profilo, l’identità e la narrazione di una sinistra dotata di un suo aggiornato ed incisivo spirito critico. Rilanciando un concetto da tempo desueto come quello di battaglia culturale o delle idee, stante la ritirata da parte di un ceto intellettuale sempre più dedito a non oltrepassare i confini del proprio ambito disciplinare, anche se il vento che spira sia in Europa che a livello internazionale, al di là dell’importante affermazione di Lula in Brasile, non è certamente dei più favorevoli.

Ma, pena un ulteriore disorientamento delle classi popolari, è evidente che se il dilagare da un quarantennio del neoliberalismo ha aperto la strada alla diffusione di un pericoloso e autoritario nazionalismo conservatore, alcune contraddizioni hanno incrinato il legame che faceva coincidere il dispiegarsi impetuoso della globalizzazione liberista con l’automatico incremento delle condizioni di progresso per l’intera umanità. Non è un caso che, paradossalmente, l’ultima riflessione consegnata alla stampa da un acuto intellettuale qual è Raffaele Simone abbia per titolo “Divertimento con rovine”.

È quindi a partire da questa tragica consapevolezza che Cappelli, con un taglio decisamente didattico e formativo, valorizza gli avanzamenti che sul piano della critica alla narrazione dominante sono emersi dai contributi di intellettuali di diversa estrazione, ma anche dal discorso sull’ecologia integrale di cui si è fatto interprete papa Francesco con l’enciclica “Laudato sì’”, a proposito dell’inscindibile legame che intercorre tra giustizia ambientale e giustizia sociale.

Infatti è stato l’economista francese Thomas Piketty a mettere ben a fuoco, nell’imponente volume “Il Capitale del XXI secolo, “l’incremento esponenziale delle diseguaglianze dei redditi e delle ricchezze”, mentre si deve alla studiosa italo-americana Marina Mazzucato, con il libro “Lo Stato innovatore”, l’archiviazione del mito della Silicon Valley, poiché senza il sostegno pubblico alla ricerca scientifica – i casi della Nasa e del Pentagono sono eloquenti - l’innovazione tecnologica non sarebbe nata nei garage californiani.

Al contempo il filosofo statunitense Michael J. Sandel, con il fortunato libro “La tirannia del merito”, ha disvelato la trappola disegualitaria correlata all’assunzione acritica, ‘à la Blair’ per citare un solo esempio, del concetto di meritocrazia. Mentre la monumentale indagine compiuta da Shoshana Zuboff nel volume “Il capitalismo della sorveglianza”, rispetto all’immenso potere accumulato dai grandi oligopolisti del mondo della comunicazione digitale, attraverso l’appropriazione dei dati personali e il subdolo utilizzo del plusvalore comportamentale per fini meramente commerciali, ha sollevato la questione nodale del rilancio del controllo democratico relativamente ai processi innescati dalla ricerca scientifica e tecnologica.

Tra l’altro, questa giusta sollecitazione riguarda anche i rischi che si profilano con l’introduzione delle applicazioni di Intelligenza Artificiale in vari campi di attività, a partire dalle inedite modalità con Chat Gpt nell’educazione scolastica per le nuove generazioni, o al piano operativo nei futuri conflitti bellici delle “macchine assassine”.

D’altronde, annota ancora Cappelli, non solo incombe sull’intera umanità l’incubo del surriscaldamento climatico e della sesta estinzione di massa, ma diversamente dall’irenica retorica post-‘89 il nuovo ritorno della guerra ai confini dell’Europa, dopo i bombardamenti Nato del 1999 contro la Serbia, ha fatto riemergere la gravità del surriscaldamento bellico. Quindi, essendo minacciata la sopravvivenza della specie umana, diventa necessario rilanciare, riprendendo la lezione del giovane Marx, un nuovo umanesimo, delineando gli assi portanti di un nuovo modello di sviluppo fondato sul principio di sobrietà, obbligatoriamente antitetico ai falsi bisogni indotti dalla crescita infinita e suicida del modo di produzione capitalistico.

 

In questa direzione Cappelli, che ha respirato un ventennio fa l’aria dei Forum mondiali di Porto Alegre per “un altro mondo possibile”, valuta positivamente la crescita di una sensibilità ecologica nelle nuove generazioni, a partire dai Fridays For Future e di quella galassia dei movimenti ambientalisti che si battono con grande lucidità morale e intellettuale contro lo strapotere ecocida e negazionista delle multinazionali dei combustibili fossili e degli allevamenti intensivi.

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