C’è una mobilitazione sindacale in questo momento che non si vedeva da molto tempo in Germania. Scioperi e manifestazioni hanno quasi paralizzato la vita quotidiana. Sono stati colpiti in particolare i trasporti, principalmente gli aeroporti.
Ci sono scioperi di avvertimento con una partecipazione massiccia dei lavoratori. Scioperi di avvertimento e manifestazioni sono tipici per le lotte sindacali durante le contrattazioni collettive. Per uno sciopero regolare, cioè ad oltranza, ci vuole un referendum tra i lavoratori con il 75% di consensi. In alcuni settori, come nelle Poste, c’era stato un voto favorevole e anche l’annuncio di uno sciopero ad oltranza, che però non è stato realizzato perché è stato ottenuto prima un accordo.
Lo sfondo della mobilitazione sindacale straordinaria sono gli alti costi di vita causati da una inflazione che sfiora il 10%. Come ovunque in Europa, anche in Germania i prezzi dell’energia, ma anche dei generi alimentari, sono aumentati moltissimo. Ciò ha portato a un livello di militanza sindacale insolita per la Germania, soprattutto in un momento in cui c’è il rischio di una recessione economica. Una tale situazione dimostra che il partenariato sociale tedesco sta raggiungendo i suoi limiti.
Il conflitto riguarda in prima linea il pubblico impiego, ma anche il settore ferroviario. Treni ed anche mezzi pubblici sono stati fermi, la spazzatura non è stata portata via, la posta non consegnata.
Molto interessante è il fatto che c’è stato un accordo tra il sindacato Ver.di e l’associazione “Fridays for Future”, i cui membri hanno partecipato nelle manifestazioni e agli scioperi di avvertimento. L’obiettivo comune è una diversa politica della mobilità che espanda e migliori il trasporto pubblico. Da una parte del padronato questa cooperazione tra sindacato e attivisti per il cambiamento climatico è stata molto criticata, qualificandola come sciopero politico che in Germania non è legale. Si tratta di una critica esagerata che non ha avuto effetto.
I risultati ottenuti non sono male. Ha cominciato IG Metall nel novembre dell’anno scorso. Dopo scioperi di avvertimento massicci, il rinnovato contratto collettivo prevede un aumento dei salari dell’8,5% per un periodo di due anni, ed un' una tantum di 3mila euro netti per compensare l’inflazione.
Da una parte della sinistra IG Metall l’accordo è stato criticato per non aver agito in maniera sufficientemente offensiva, e quindi non aver ottenuto la piena compensazione dell’inflazione. D’altra parte, questo accordo ha trovato ampio consenso tra i lavoratori, e si deve anche prendere in considerazione che la situazione in questo settore è particolarmente difficile non solo a causa dell’economia debole ma anche a causa dei processi di trasformazione.
Molto notevole l’accordo nel settore delle Poste. La rivendicazione era eccezionalmente alta, con un aumento del 15% dei salari. Ciò può essere spiegato con i profitti alle stelle in questo settore causati dalla pandemia, che ha portato ad un aumento enorme della consegna dei pacchi. Lo sciopero annunciato può essere evitato con un accordo che prevede un’una tantum di 1.020 euro in aprile, una ulteriore una tantum di 180 euro mensili fino al maggio 2024, e un aumento salariale di 340 euro, il che significa un incremento medio dell’11% e ancora molto di più nelle fasce salariali più basse.
Nel pubblico impiego il sindacato richiede un aumento del 10,5%. La situazione è molto tesa. In questo momento c’è una procedura di mediazione dopo la rottura delle trattative. Anche nelle ferrovie le trattative sono in corso. Il sindacato Evg chiede un aumento salariale del 12%, almeno 650 euro.
In sintesi, si può dire che la mobilitazione sindacale in Germania è stata insolitamente alta e ha portato a risultati notevoli. In alcuni settori l’esito delle trattative è ancora aperto. La contrattazione attuale dimostra una nuova fiducia in se stessi in un periodo in cui i sindacati si trovano in una situazione difficile, caratterizzata da una diminuzione dell’influenza politica e da una perdita di iscritti.
È molto notevole che ci siano collegamenti tra le richieste sindacali di un aumento salariale, con richieste politiche come una nuova politica della mobilità e il rinnovo delle infrastrutture pubbliche. Questo dà una dimensione politica alla contrattazione collettiva. Inoltre, è interessante notare che anche lo Stato ha giocato un ruolo, con la detassazione delle una tantum. I sindacati di solito sono molto sensibili all’autonomia contrattuale, e per questo il coinvolgimento dello Stato è qualcosa di nuovo, il cui significato non è ancoro chiaro e che lascia aperti interrogativi per il futuro.