Il primo aprile con gli edili per “farelacosabuona” - di Alessandro Genovesi

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Il primo aprile gli edili di Fillea Cgil e Feneal Uil, con un largo fronte di associazioni ambientaliste, di inquilini e consumatori, di comitati di quartiere, staranno in cinque piazze di periferia. A Torino, Roma, Napoli, Cagliari e Palermo. Una giornata nazionale di mobilitazione, contro le scelte del governo che mettono a rischio 100mila posti di lavoro e renderanno impossibile per i redditi più bassi realizzare interventi di efficienza energetica, di messa in sicurezza e di riduzione delle bollette sulle loro case. Per protestare contro la liberalizzazione dei livelli di sub appalto nel nuovo Codice degli Appalti, perché bisogna tenere insieme il “fare presto” con il “fare bene”, portando nell’edilizia privata le tutele delle norme sugli appalti pubblici e non l’opposto.

Per noi difesa dell’occupazione e della sua qualità, tutela dell’ambiente e cambio “del modello produttivo edile” (meno consumo di suolo, meno costruito, più rigenerazione, più rammendo urbano) sono facce della stessa medaglia. Sono “farelacosabuona”, slogan della giornata (www.failacosabuona.org).

Con i provvedimenti del governo il settore costruzioni rischia infatti di tornare indietro, con un netto peggioramento dell’occupazione e della qualità del lavoro, e anche con gravi impatti sull’ambiente e sulla possibilità di rigenerare quartieri e periferie, fuori dagli obiettivi Onu e Ue per città sostenibili.

Dal decreto 11/2023, che blocca la cessione dei crediti per i bonus edili colpendo i redditi più bassi (saranno possibili solo le detrazioni, ma per beneficiarne bisogna avere redditi medio-alti e “capienza fiscale”), fino alle nuove norme del Codice degli Appalti, che riducono gli obblighi di applicazione dei Ccnl edili e introducono la liberalizzazione dei subappalti a cascata, le politiche del governo finiscono per tagliare drasticamente il lavoro nell’edilizia privata, con un peggioramento della sicurezza per i lavoratori negli appalti pubblici, meno qualità e meno sostenibilità.

Il primo aprile è quindi l’inizio di un percorso (sperando di recuperare anche la disponibilità della Filca Cisl nei prossimi appuntamenti), per portare avanti le nostre proposte e per rafforzare confronto e partecipazione con i cittadini che vivono in quei quartieri, i più colpiti dalla mancanza di una politica per la riqualificazione e rigenerazione delle loro case e periferie.

Servono invece politiche industriali, stabili e durature per il settore delle costruzioni, per difendere l’occupazione esistente e crearne di nuova. Servono risorse e strumenti per realizzare “la città dei 15 minuti”, per garantire case di qualità, aree verdi, servizi di prossimità a partire dalle periferie. Servono infrastrutture e opere pubbliche di qualità, che, dai grandi interventi alla riqualificazione diffusa di scuole, ospedali, case popolari, garantiscano a tutti di vivere meglio.

Per questo chiediamo la modifica del decreto 11/2023 sui bonus edili. Va garantito urgentemente lo sblocco dei crediti, ma soprattutto va data stabilità alle percentuali di incentivo per i prossimi dieci anni, garantendo la cessione del credito e lo sconto in fattura (per le prime case) per gli incapienti (garantendo il 100% dei costi anche tramite recuperi sulla bolletta) e per i redditi medio-bassi (Isee inferiore ai 30mila euro), per i condomini e per chi vive nelle periferie. Partendo dalle case in classe energetica E, F, G. Salvaguardando l’abbattimento delle barriere architettoniche (siamo un paese con sempre più anziani) e la messa in sicurezza antisismica. Prevedendo un intervento pubblico diretto, anche straordinario, per l’Edilizia pubblica residenziale.

Chiediamo una legge quadro per la rigenerazione urbana, con una nuova pianificazione urbanistica con maggiori risorse e strumenti partecipativi, in coerenza con gli obiettivi del Next Generation Eu e dell’Agenda Onu per città sostenibili. E vincoli stringenti sull’obbligo di applicare i Ccnl Edili in tutti gli appalti di lavori rientranti nei perimetri e nei campi di applicazione dell’Allegato X del dlgs. 81/2008, a partire dagli appalti di lavori pubblici, migliorando le previsioni del nuovo Codice degli Appalti contro ogni forma di dumping contrattuale, lavoro irregolare, infiltrazioni criminali.

Ci mobilitiamo per ottenere il ripristino del divieto dei subappalti a cascata, come previsto dall’attuale Codice degli Appalti, e la valorizzazione delle imprese più strutturate, la loro qualificazione, la loro crescita dimensionale.

Vogliamo diventare un Paese migliore, più efficiente, sicuro e ambientalmente sostenibile. Ma per fare questo dobbiamo difendere e valorizzare il lavoro di qualità, sicuro e legale, indispensabile per azzerare le morti sul lavoro, in particolare nei cantieri.

Siamo pronti a dare il nostro contributo, ma il governo non ha coinvolto i sindacati in nessun tavolo sugli appalti e sulle politiche di settore, disconoscendo ai lavoratori il ruolo di protagonisti della vita economica e sociale del Paese. Per la destra ambiente e lavoro di qualità non sono priorità. Per noi invece lo sono, per una società più giusta e libera.

 

 
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