Contro la guerra, sempre. Contro l’egemonia Usa e Nato. Per un mondo multipolare - di Giorgio Riolo

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

La guerra è un tragico catalizzatore. È la più grande politica di destra. Spegne il pensiero, la ragione, lo spirito critico. Alimenta istinti primordiali di sopraffazione, il tribalismo, lo sciovinismo. Arruola, inquadra, schiera, arma. “Noi” contro “loro”.

Dall’altra parte, induce donne e uomini di buona volontà a combattere con le armi spirituali della scelta etica, della cultura e della politica i soliti malvagi poteri che traggono profitto dalla guerra. Contro chi vuole sempre dominare, egemonizzare, contro i mercanti d’armi, il sempre attivo e feroce complesso militare-industriale.

Donne e uomini, la migliore umanità. La pace è sempre “pane, pace, lavoro”. È sempre a difesa dei deboli, di chi subisce morti, patimenti, distruzioni, stupri.

1. È in corso l’immane ipocrisia e la ributtante retorica dei sempiterni “valori occidentali”, della libertà e della democrazia, delle guerre umanitarie, della missione civilizzatrice dell’Europa, degli Usa e della Nato contro i barbari di sempre. Nell’Est e nel Sud del mondo. Prima contro i “comunisti” e poi semplicemente contro i “russi”.

La mente colonizzatrice agisce sempre, dalle Crociate alle nefandezze dell’olocausto IndoAfroAmericano, al colonialismo e all’imperialismo dell’epoca moderna.

I mass media si sono scatenati in Europa, in Occidente, in Italia, con i giornalisti “democratici” in prima fila. A incitare, a disinformare, a reclutare. Un’impressionante manipolazione è dispiegata. L’impero del bene contro l’impero del male. Il baraccone massmediatico costituisce un braccio armato indispensabile. La propaganda di guerra molto agita, non solo da parte dei due paesi coinvolti, Russia e Ucraina.

Il barbaro, folle, ultracorrotto, despota, Hitler contemporaneo, Putin è il bersaglio. È la Russia che minaccia l’Occidente e non il contrario. La Nato essendo un pacifico consorzio di pacifici signori i quali, per esempio, ogni anno tengono manovre chiamate “Defender Europe”. Nell’ultima, maggio 2021, per due mesi, attorno alla Russia, 28mila soldati e migliaia di mezzi, blindati, aerei, navi. La motivazione delle manovre “contro una possibile aggressione in Europa da parte della Russia”. La stessa Nato, e quindi anche l’Italia, che ha fatto la guerra in Afghanistan, in Iraq, in Libia. La stessa Nato che ha fatto manovre militari nella stessa Ucraina.

L’ovvia evocazione di molti dei missili a Cuba nell’ottobre 1962, oppure, cosa farebbero gli Usa se si installassero missili e basi russe o cinesi in Messico?

2. Un poco di storia come retroterra. La Nato e l’atlantismo non hanno alcuna ragione d’essere. Allora. Ancor più dopo la fine dell’Urss e del cosiddetto socialismo reale nel 1991. È organismo sovranazionale di offesa. Contro l’Est, allora e oggi, e contro il Sud del mondo oggi. A guida e controllo totale Usa. Ed è lo strumento degli Usa per tenere l’Europa sotto scacco e ben schierata dietro di essa.

Con la fine dell’Urss, gli Usa e l’Occidente hanno voluto stravincere. Con lo smembramento dell’Unione Sovietica e con l’incitamento nazionalistico (come avverrà poi in Jugoslavia, con il bagno di sangue che ne è seguito). Con il corrotto Boris Eltsin, a loro asservito, e con le bande oligarchico-mafiose imperversanti nei tragici dieci anni 1991-2000. A causa del capitalismo selvaggio e della rovina di molta parte della popolazione russa. Umiliando letteralmente quella parte del mondo. Ha detto recentemente l’ammiraglio tedesco Kay-Achim Schönbach “Putin e la Russia chiedono rispetto”. Semplice. Lo stesso ammiraglio subito fatto dimettere.

A suo tempo Gorbaciov, e recentemente Putin e la Russia, hanno proposto un “Patto di sicurezza Est-Ovest”, con speciale attenzione alle cose in Europa. Putin inoltre ha chiesto l’applicazione degli accordi di Minsk 

Tutto respinto.

La “forza” e la politica di potenza, da Machiavelli in avanti, come aspetti centrali dei rapporti tra paesi e dei rapporti tra alleanze, blocchi ecc. non albergano solo nella testa di Putin.

3. Il nostro Draghi, l’Unione Europea e il baraccone massmediatico all’unisono “la prima guerra in Europa dopo la seconda guerra mondiale”. Totalmente falso.

Nel 1999 la Nato a guida Usa, compresa l’Italia dell’allora governo D’Alema, aggredì la Jugoslavia di Miloševic´, ormai ridotta alla sola Serbia. La giustificazione fu la “guerra umanitaria” contro i serbi a difesa del Kosovo. 78 giorni di bombardamenti con 1.100 aerei, Usa e italiani in primo luogo. 23mila tra bombe e missili, impiegato anche l’uranio impoverito. 300mila morti e la minaccia di ridurre la Serbia “all’età della pietra”. Bombardata Belgrado e nessuna immagine della popolazione terrorizzata nelle cantine. Come si fa oggi abbondantemente con gli ucraini. Ma i serbi erano “cattivi”, gli ucraini sono “europei” e buoni.

Nel tempo, la Nato si è allargata ai paesi ex Patto di Varsavia. Accerchiamento della Russia e grandi commesse militari da parte di questi paesi a vantaggio Usa. Mancava l’Ucraina.

4. Nel 2014 si inscena l’ennesimo “colpo di stato democratico” contro il presidente democraticamente eletto Janukovycˇ in Piazza Majdan a Kiev. Filorusso e quindi da eliminare. Con regia della Cia e con protagonisti i nazisti di Settore Destro e di Svoboda (organizzazione che prende il nome dai feroci collaborazionisti ucraini dei nazisti tedeschi nel 1941 con a capo Stepan Bandera. Ogni anno nella innocente Ucraina si tengono sfilate per onorarlo).

La cultura e il sentire profondo dei popoli, a misura dell’esperienza storica, tragica in queste lande a causa della guerra di sterminio operata dai nazisti di slavi, ebrei, comunisti ecc. non si cancellano. I simboli dei nazisti e dei collaborazionisti in quei luoghi assumono un valore molto diverso dal nostro sentire. Per quanto fascisti e nazisti abbiano compiuto misfatti orrendi anche da noi.

Henry Kissinger dall’alto del suo sinistro realismo politico, in un articolo sul Washington Post dello stesso 2014, metteva in guardia dal non portare la Nato sotto casa della Russia e di lasciare l’Ucraina come stato cuscinetto, sul modello della Finlandia. Nel Donbass, la popolazione russofona nello stesso 2014 si ribella. La guerra nel Donbass ha fatto 14-15mila morti e con protagonisti i nazisti del Battaglione Azov, inquadrati nella Guardia Nazionale ucraina. Costoro hanno ammazzato vecchi inermi e hanno compiuto la strage di Odessa, dando fuoco alla sede del sindacato nella quale erano rinchiuse senza scampo 41 persone.

La guerra non è solo quella in corso. In quell’area si sono avuti finora 3mila giorni di guerra, con bombe, mortai, cecchini all’opera.

5. Putin e la Russia agiscono da puro realismo politico. Da stato-nazione e da richiamo nazionale e nazionalistico del ruolo storico svolto nel passato, dall’impero zarista e dalla potenza dell’Urss, o da svolgersi oggi e domani. Agisce in Putin molto revanscismo a causa dell’umiliazione subita dalla Russia. E da qui il molto consenso nel paese in tutti i questi anni. Come sempre, nessuna giustificazione della guerra. Ma almeno la comprensione dei processi storici e delle dinamiche in generale che determinano questi esiti nefasti. Le parole dell’ammiraglio tedesco. Il rispetto e l’essere ascoltati. Nell’isteria collettiva da russofobia spinta, tuttavia tanti in Occidente e tantissimi nelle periferie del mondo, nel Sud Globale, biasimano Usa, Nato, Unione Europea per il modo con cui hanno condotto le cose fino a questo punto.

6. Occidente contro Oriente e contro Sud. Lo scenario che si profila è quello che elaborano i tanti think tank Usa, suggeritori di Cia, Nsa, Pentagono, Congresso, segretari di stato, presidenti ecc. Prima la Russia, poi verrà la Cina. Si danno armi all’Ucraina. La Germania si riarma, 100 miliardi di euro in armi e una grande svolta storica. L’Italia, sempre obbediente, manda armi all’Ucraina.

7. Per fermare la guerra e quindi per fermare Putin e la Russia occorre sganciarsi dalla morsa Usa-Nato-dipendenza politica ed economica. Tutto il contrario di quello che intende fare l’Europa.

La sfida è quella di rimettere in discussione il complesso militare-industriale e di riprendere la questione della riconversione dell’industria bellica. Rimettere in discussione le basi militari Usa-Nato presenti nel mondo, molte in Italia, con la presenza di bombe nucleari e dove la sovranità nazionale nostra non è vigente, è sospesa. Vecchie parole d’ordine, ma sempre nuove, cristalline, giuste.

La sovranità dello sviluppo autonomo e della decisione politica autonoma, nel centro e nelle periferie, esige questo processo, questo fondamento. È la possibilità dell’emancipazione, è la possibilità della costruzione geopolitica improntate all’eguaglianza e alla solidarietà tra paesi sovrani e non alla mercé della dialettica dominio-subordinazione, dominio-sfruttamento.

Tutte queste dinamiche non possono essere disgiunte dal perseguimento di un “mondo multipolare”. Egemonia e unilateralismo non hanno mai portato pace e prosperità.

8. Non arruoliamoci e adoperiamoci per un mondo multipolare antiegemonico. Dove ogni popolo, ogni stato-nazione possa contare. Abbia diritto di parola e diritto di essere ascoltato.

©2024 Sinistra Sindacale Cgil. Tutti i diritti riservati. Realizzazione: mirko bozzato

Search