Wake up everybody no more sleepin’ in bed
No more backward thinkin’ -- time for thinkin’ ahead
The world has changed so very much
From what it used to be
There is so much hatred, war an’ poverty
The world won’t get no better if we just let it be
The world won’t get no better we gotta change it -- yeah, just you and me
-- Harold Melvin & the Blue Notes
La gente deve svegliarsi presto perché siamo a soli pochi mesi dalle elezioni di medio termine di novembre 2022. E già sta emergendo una narrazione sempre preoccupante di “buon senso”: “Le elezioni di medio termine saranno un disastro, con i Democratici che perderanno la maggioranza in entrambe le Camere. Che quindi distruggeranno le possibilità del presidente Biden di acquisire positivi cambiamenti legislativi, portando i Repubblicani a conquistare la Casa Bianca nel 2024”.
Certamente uno scenario molto buio. Non a sorpresa, questa narrazione paralizzante è quotidianamente reiterata dai media. Più preoccupante è che così tanti progressisti abbiano adottato questo mantra. “La Camera è perduta, e il Senato è sull’orlo di diventare ancora terra di Mitch McConnell”. Dopo la vittoria di Biden e le conquiste di senatori in Georgia, avevamo sollecitato il mondo del lavoro e i suoi alleati a focalizzarsi sulle elezioni di medio termine. Era subito evidente che i margini in Senato erano troppo stretti per acquisire l’agenda anti austerity di Biden (e di Sanders), men che meno misure progressiste come Medicare per tutti, il Pro Act e il Green New Deal.
E’ vero, la leadership del partito Democratico è pro-capitale, e orribile. Ma dopo l’insurrezione del 6 gennaio 2021 e le seguenti azioni dei Repubblicani, l’urgenza della situazione è diventata chiara: stiamo lottando per fermare una presa del potere da parte dell’estrema destra. Bloccarla, rafforzando allo stesso tempo il movimento popolare, è l’obiettivo chiave del momento. Intraprendere questo lavoro – specialmente nel movimento sindacale – è una sfida particolarmente importante, dalla quale non possiamo sfuggire.
I Repubblicani hanno fatti vari progressi in un certo numero di Stati per cancellare elettori e usare funzionari elettorali di parte per manomettere i risultati. Ma rimane un fatto: una significativa maggioranza di votanti sostiene l’agenda del partito Democratico. La vera sfida – ed è veramente grande – è portare questi elettori alle urne, E quello che era vero nel 2020 resta vero a novembre 2022: non possono rubarci un’elezione se prima non l’abbiamo vinta!
Ora dobbiamo cimentarci con due ardue questioni: “Cosa serve per far svegliare i sindacalizzati e le loro famiglie, di fronte ai reali pericoli di perdere le maggioranze di Camera e Senato?”, e “Cosa serve per convincere i leader sindacali a superare la loro apatia e mobilitare decine di migliaia di iscritti per far registrare i non votanti, identificare i sostenitori, motivare gli elettori occasionali?”. Ci auguriamo di avere le risposte giuste. Ma per primo bisogna costruire un senso di urgenza. Questo periodo può essere paragonato alla Spagna nel 1938, e alla sconfitta della lotta per bloccare la presa del potere da parte di Franco. Detto semplicemente, l’insuccesso nel bloccare l’estrema destra suprematista bianca dall’avere la meglio nel 2022 può portare a una presa autoritaria del governo nazionale nel 2024.
Possiamo anche sottolineare quello che ha funzionato nel 2020. Le elezioni sono state vinte dagli sforzi determinati di molti gruppi, grandi e piccoli. Ma uno dei fattori più importanti è stato il contributo di quelle persone che si sono spese negli Stati “campo di battaglia”, dove i margini erano solo di qualche migliaio di voti. Lavorando in stretto coordinamento con alleati locali, sindacati come Unite Here, tranquillamente e coraggiosamente, hanno mandato i loro iscritti a bussare alle porte per parlare con gli elettori in Arizona, Nevada, Pennsylvania e Georgia. Il loro setacciare in profondità ha spesso dato il margine di vittoria, grazie ai loro instancabili sforzi con organizzazioni di immigrati e la gente di colore.
Ogni speranza di prevalere nelle elezioni di medio termine deve non solo replicare, ma espandere sostanzialmente questo lavoro. Non è un esercizio di cieca fiducia: si tratta della partecipazione al voto. Il direttore politico dell’Afl-Cio, Michael Podhorzer, sottolinea che ci sono molti fattori positivi per essere ottimisti sulla partecipazione nel 2022: “C’è un percorso realistico per superare le difficoltà. Una chiara e crescente maggioranza di americani rigetta il “Make America Great Again” – Clinton per 3 milioni di voti nel 2016, e i Democratici alla Camera e Biden per 7 e 8 milioni di voti nel 2018 e 2020. Faranno lo stesso nel 2022, se sarà chiaro qual è la posta in gioco”. Inoltre, “nel 2018 si sono presentati 25 milioni di votanti per Biden che non avevano votato alle precedenti elezioni di medio termine, il 13% in più dei votanti di Trump”.
Secondo Podhorzer, alla Camera ci sono 190 seggi sicuri per i Democratici e 195 per i Repubblicani, con 50 seggi in gioco. Di questi, attualmente 27 oscillano a favore dei Democratici. Questa non è la maggioranza conclusiva, ma significa che con sforzi sufficienti i Democratici possono mantenere la Camere.
Al Senato è anche meglio. Qui è possibile immaginare di vincere abbastanza seggi da rendere irrilevanti i traditori Manchin e Sinema. Ci sono 17 seggi repubblicani in gioco, con la possibilità di spostare seggi in Pennsylvania, Wisconsin, North Carolina e Ohio.
Per citare ancora Podhorzer: “Nel 2022 sappiamo che quasi ciascun votante ha votato nel 2020. Ciò significa che ha votato o per Biden o per Trump, e, naturalmente, ci sono 7,1 milioni in più per il primo rispetto al secondo. Quindi la strada migliore per capire la sfida dei Democratici è semplicemente assicurarsi che altrettanti degli 80 milioni che hanno votato per Biden tornino al voto, e che il meno possibile di loro faccia defezione”.
Anche sul fronte della manipolazione dei collegi elettorali ci sono buone notizie: secondo un recente articolo sul Boston Globe, è previsto che i Repubblicani guadagnino almeno 5 seggi dallo slittamento della popolazione dal Northeast e Midwest verso il Sud e il West. Ma gli sforzi degli Stati a guida democratica come Illinois e California hanno eliminato alcuni di questi vantaggi. Un po’ oltre metà strada nel processo di ridefinizione dei collegi sembra che i Repubblicani non possano vincere la Camera solo grazie al ridisegno.
Mentre il programma di Biden “Build Back Better” non sta diventando così ambizioso come speravamo, ci sono altri fattori che daranno munizioni alla nostra campagna elettorale. In molti luoghi, queste elezioni saranno ancora su Trump, perché l’estrema destra vuole caratterizzarle su di lui.
Max Elbaum (autore e attivista della “Nuova Sinistra” Usa, ndt) e molti altri stanno facendo appello a tutte le forze politiche che si sono unite nelle elezioni del 2020 – Move On, Swing Left, Seed the Vote, Our Revolution, Working Families Party, e alle innumerevoli comunità e organizzazioni per i diritti dei migranti e della gente di colore – a mettersi insieme ancora nei confronti elettorali nei “campi di battaglia”. Gli autori, insieme a alcuni altri attivisti del movimento operaio, hanno organizzato riunioni sulla piattaforma Zoom con diversi leader sindacali, sperando che molti vogliano seguire l’esempio di Unite Here unendosi (o replicando) al lavoro capillare del sindacato nelle contese elettorali chiave.
Nell’ultimo appello via Zoom, il direttore delle campagne nazionali del Working Families Party, Joe Dinkin, ha parlato degli sforzi dei Repubblicani per far passare leggi di cancellazione dei votanti. Dinkin ha enfatizzato due strade per contrastarle: “Gli elettori devono essere forniti di accurate informazioni per sentirsi a loro agio nel voto. Inoltre devono sentire la verità: le leggi di cancellazione di votanti stanno venendo avanti solo perché la destra ha paura dei loro voti – e questo è perché usare il tuo voto è importante! Questa può essere una forte motivazione”.
Invece di predire quello che non è accaduto, immaginiamo di sfidare la storia nel 2022, costruendo un movimento alimentato dal Lavoro per leggere maggioranze pro-Lavoro alla Camera e al Senato. C’è un percorso perché questo accada, se abbastanza attivisti del movimento operaio prenderanno in mano il telefono, spediranno cartoline postali e – più importante – busseranno alle porte delle case nei prossimi mesi del 2022.