Il 13 ottobre scorso si è svolta a Roma l’assemblea nazione di Rls e Rlst della Cgil “Per un futuro e un lavoro sicuri”, coordinata da Sebastiano Calleri, introdotta dalla segretaria confederale Rossana Dettori e conclusa dal segretario generale Maurizio Landini.
Al 31 agosto scorso le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail da gennaio sono state 349.449 (+8,5% rispetto allo stesso periodo del 2020), 772 delle quali con esito mortale (-6,2%). In aumento le patologie di origine professionale denunciate, 36.496 (+31,5%). I dati mensili sono fortemente influenzati dall’emergenza coronavirus. I settori più colpiti sono le industrie alimentari, l’agricoltura, il tessile, l’industria del legno, la gomma plastica e il settore costruzioni. Questo contesto nei mesi di settembre e parte di ottobre ha registrato un ulteriore drammatico aumento degli infortuni, suscitando nuovamente l’attenzione della stampa e del governo.
Per ripercorrere solo i tempi recenti, quando una drammatica sequenza di infortuni nel mese di aprile aveva avuto la stessa “attenzione mediatica”, avevamo avviato una campagna di mobilitazioni e assemblee inviando al governo una piattaforma che si rivela ancora attuale. Anche allora, dopo il primo incontro con i ministri del Lavoro e della Sanità, avevamo ricevuto rassicurazioni dal presidente del Consiglio su impegni immediati. Ma abbiamo dovuto aspettare l’incontro di ottobre per vedere rinnovati gli impegni già assunti, e solo qualche giorno fa i primi provvedimenti.
Aspettiamo di leggere i testi definitivi, che non sono stati oggetto di confronto, ma pur apprezzando l’indirizzo dei decreti siamo in attesa di ulteriori incontri su temi per noi fondamentali quali prevenzione e formazione. Se da un lato salutiamo positivamente l’inasprimento delle sanzioni a carico delle aziende che omettono le tutele fondamentali nella prevenzione dei rischi, fino ad arrivare alla sospensione dell’attività nei casi più gravi, il deterrente sanzionatorio non può essere sufficiente.
Non possiamo accettare solo un parziale decremento delle vittime sul lavoro, una profonda lesione della dignità delle persone, del lavoro e un mancato rispetto della Costituzione che, oltre ad essere antifascista, è bene ricordarlo, tutela l’integrità psicofisica delle lavoratrici e dei lavoratori. Quindi non basta la riduzione degli infortuni, ci vuole l’impegno per azzerarli, per non lasciare dubbi sul fatto che la ripresa economica non può accompagnarsi con la ripresa degli infortuni.
La patente a punti, la formazione efficace per lavoratori, e una cultura della prevenzione che parta dai curricula scolastici, sono gli assi portanti di un’azione efficace per evitare preventivamente il rischio infortunistico. Questi sono i temi affrontati nella assemblea del 13 ottobre da Rls e Rlst, che hanno raccontato le esperienze nei loro settori. È stata l’occasione per affrontare in prospettiva le soluzioni da adottare per risolvere definitivamente la tragedia degli infortuni e dei morti sul lavoro.
Per qualcuno si è trattato di chiedersi non “di chi è la colpa”, ma piuttosto come si sarebbe potuto evitare e come si può fare perché non si ripeta. Perché tutti gli eventi sono prevedibili, quindi evitabili. Come, ad esempio, la strage di Linate del 8 ottobre 2001. Altri hanno provato a guardare a ciò che sta a monte dei processi produttivi, ovvero la formazione dei lavoratori, la lucidità di questi lavoratori sempre più sottoposti a ritmi intensi, sottopagati o vittime di continui sub-appalti. Hanno consapevolezza del pericolo, del rischio ed il rispetto per la sicurezza propria e di chiunque si trovi ad operare nello stesso contesto? Le condizioni di lavoro e soprattutto l’azione dei datori di lavoro permettono e vogliono raggiungere questo obiettivo? O gli imprenditori pensano che la produttività e la competitività si possano ancora giocare sulla riduzione dei diritti e sulla pelle dei lavoratori? Il ruolo delle figure della sicurezza è meramente burocratico o vi è effettiva partecipazione e consultazione preventiva? Il Rls è figura essenziale della sicurezza o semplicemente informato? Sono alcune delle domande che si sono posti i partecipanti.
Nelle conclusioni, il segretario generale Maurizio Landini ha anzitutto affrontato la questione dell’assalto fascista del 9 ottobre alla sede nazionale, e della immediata risposta unitaria delle confederazioni, dell’associazionismo, dei democratici, con la manifestazione indetta per il 16 ottobre. Ha poi rimarcato il ruolo fondamentale della effettiva prevenzione, della necessità di invertire un modo di lavorare che non lascia spazio al buon lavoro, stabile, sicuro e che tuteli la salute del lavoratore nella sua accezione più ampia.
Anche noi, sindacato, Rls, Rlst, tutte le strutture, dobbiamo fare la nostra parte. Rinnovare i rappresentanti in tutti i luoghi di lavoro, formarli, supportarli nel ruolo, contrattare in tutti gli ambiti a partire da quelli istituzionali, sono parte essenziale del nostro ruolo di contrattazione e rappresentanza.