Recovery PlanET - di Monica Di Sisto

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Il 10 aprile il “Recovery PlanET Tour” a Roma. Iniziative in molte altre città promosse dalla Società della Cura. 

Èin arrivo – ci assicura da molti mesi la Commissione europea - un bastimento carico di miliardi. Si chiama Next Generation Ue: una possibilità per finanziare la ripresa dei Paesi membri potendo sostenere, sulla carta, progetti “verdi”, rivolti al sociale, al lavoro, alla qualità dei servizi essenziali e alla digitalizzazione dei processi produttivi e della pubblica amministrazione. A seguire però più in dettaglio le direttrici della sua struttura, si capisce come sia interamente guidato dalle vecchie parole magiche: crescita, concorrenza e competizione. L’esatto contrario di ciò che la pandemia ci ha insegnato: e cioè che nessuno si salva da solo, che siamo persone tra tanti esseri viventi, interdipendenti tra noi e con l’ambiente che ci circonda.

Il governo Draghi, in continuità con l’esecutivo Conte - con una ristretta cerchia di “esperti” iperliberisti e il supporto tecnico e strategico di una grande società di consulenza in linea con questa vecchia ideologia - sta predisponendo con scarsa trasparenza il Recovery Plan per l’accesso ai fondi europei. A quanto, anche poco, traspare, non si intravede alcuna inversione di rotta.

Per questo la Società della Cura, 1.800 aderenti collettivi e individuali di tutta Italia, scende in piazza da Aosta a Catania con azioni simboliche, rispettose delle misure di emergenza dettate dalla pandemia per presentare il suo Recovery PlanET: un documento elaborato per tre mesi da centinaia di mani, impegnate per settimane in tredici tavoli tematici e in un grande gruppo di donne sull’approccio di genere, nei quali sono stati messi in comune saperi, esperienze, idee di tante reti, organizzazioni e movimenti.

La Società della Cura è una convergenza nata durante il lockdown che coinvolge gruppi, sindacati, associazioni, reti sociali e del mutualismo, movimenti e comitati, che non si rassegnano a vedere il proprio futuro venir gestito come il passato più sbagliato. Le misure contenute nel Piano di ripresa e resilienza, aggiornato ma non troppo dal governo in carica, sono unicamente indirizzate a stabilizzare il sistema e i rapporti di forza attuali, utilizzando le innovazioni tecnologiche e le necessità di intervento sui cambiamenti climatici - la “svolta” verde - al solo scopo di perpetuare l’esistente: un dominio patriarcale nella relazione fra i generi, predatorio con la natura, diseguale fra le persone, di potere dei pochi sui molti nel tessuto sociale.

Uno dei pilastri delle alternative su cui poggia il Recovery PlanET ragiona sul lavoro. La pandemia ha impattato su un mondo del lavoro già indebolito e frammentato dalle ristrutturazioni del mercato, colpendo duro lavoratori e lavoratrici atipici, precari e autonomi, penalizzando le donne e i più giovani. Su questo il Pnrr non dà risposte e nulla dice sulla necessità di aumentare le tutele, per avviare una conversione dell’economia in chiave ecologica e sociale. L’attuale emergenza, anzi, rischia di aggravarsi ulteriormente con la nuova agenda politica che accelera su privatizzazioni e liberalizzazioni, senza tener conto del fatto che le fasce sociali più colpite operano proprio nei settori resi competitivi dal loro sfruttamento e precarizzazione.

Partendo da queste evidenze urgenti, la Società della Cura il 10 aprile a Roma attraverserà con un vero “Recovery PlanET Tour” i luoghi - tra gli altri la sede della Commissione europea, l’ex ospedale Forlanini, la storica sede sgomberata del Forum per i Movimenti dell’acqua, e poi piazza Vittorio, lo spazio di Sport e Cultura popolare Scup e l’ex manicomio Santa Maria della Pietà, recentemente sgomberato anch’esso dall’amministrazione capitolina – nei quali è più evidente la necessità di uscire da questa ennesima crisi in modo diverso rispetto a come ne siamo entrati.

Altre iniziative analoghe a Albenga, Aosta, Asti, Bergamo, Como, Finale, Firenze, Genova, Grosseto, Imperia, La Spezia, Padova, Pisa, Saronno, Savona, Torino, Venezia, in Campania, in Molise, e molte altre città ancora. Una lunga diretta digitale, che si potrà seguire sulla pagina Fb della Società della Cura, racconterà tutte le iniziative.

Questi eventi, come le pagine del Recovery PlanET, provano ad indicare un’altra prospettiva: non solo la critica dell’esistente, non solo la difesa di un diritto o di un bene comune, ma la sfida per un’alternativa di società, che contrapponga il prendersi cura alla predazione, la cooperazione solidale alla solitudine competitiva, il “noi” dell’eguaglianza e delle differenze all’“io” del dominio e dell’omologazione. Per info: www.societadellacura.blogspot.com

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