Ricordando Franco Marini - di Carlo Ghezzi

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Franco Marini si è spento dopo una esistenza spesa per la causa del lavoro, e dopo aver offerto un suo intenso ed originale contributo alla vita politica italiana come alle Istituzioni del nostro paese.

Abruzzese, innamorato della montagna, figlio di un operaio della Snia Viscosa, da sempre ispirato ai principi del cattolicesimo sociale e militante della sinistra democristiana, è divenuto un capace sindacalista formandosi nei famosi corsi che la Cisl organizzava negli anni cinquanta nella sua scuola di Fiesole.

Allievo di Giulio Pastore e di Carlo Donat Cattin, ha attraversato la stagione della riscossa operaia e dell’autunno caldo, rappresentando efficacemente alcune delle culture più moderate che vivevano nella Cisl, favorevoli a privilegiare la pratica dell’unità d’azione ma non invece a conseguire il raggiungimento dell’unità organica.

Convinto assertore del valore centrale del lavoro in una società moderna, è sempre stato determinatissimo e in prima linea nella difesa della democrazia repubblicana dagli attacchi provenienti dal terrorismo neo-fascista e brigatista.

Ha ricoperto diversi incarichi nel suo sindacato fino a divenirne il segretario generale nel 1985, succedendo a Pierre Carniti all’indomani della rottura della Federazione unitaria Cgil-Cisl-Uil avvenuta a San Valentino sui decreti promulgati dal governo Craxi che tagliavano la scala mobile, e del successivo referendum abrogativo indetto dal Pci.

Dirigente concreto, negoziatore tenace e pragmatico, si è sempre caratterizzato per una sua grande capacità di mediazione. Non gli dispiaceva la fama che aveva acquisito nel corso degli anni di essere un grande tessitore. Insieme con il segretario generale della Uil, Giorgio Benvenuto, con quello della Cgil, Antonio Pizzinato, così come con il suo successore Bruno Trentin, ha avviato subito dopo la sua elezione un paziente lavoro di ricucitura fra i tre grandi sindacati nazionali, per cercare di superare le profonde divisioni che avevano caratterizzato le stagioni precedenti.

È stato così un protagonista dinamico e paziente della ricostruzione della unità d’azione del sindacalismo confederale italiano nei difficili anni ottanta, pesantemente segnati dall’avvento del reaganismo e del thatcherismo, dalla fine del ciclo fordista e dall’avvio in Italia e nel mondo dell’attacco al sistema di welfare universale e solidale da parte di coloro che miravano a colpire i diritti e a svalorizzare il lavoro.

Difensore geloso della autonomia del sindacato e del valore della confederalità, ha vissuto frequentemente dei momenti di grande tensione con il partito nel quale ha militato, scontrandosi a più riprese con i suoi segretari pro tempore e in particolare misurandosi con sostenuta vivacità con Ciriaco De Mita nel contrastare la scelta del governo da lui diretto, tesa a varare l’introduzione generalizzata dei ticket nel Sistema sanitario nazionale.

Nel 1991 ha lasciato la direzione della Cisl. Fra i tanti incarichi ricoperti va ricordata la responsabilità assunta in qualità di ministro del Lavoro e della Previdenza sociale, di segretario del Partito Popolare italiano succedendo allo scissionista Rocco Buttiglione, e successivamente va ricordata la sua elezione a parlamentare europeo.

Tra i fondatori prima dell’Ulivo e successivamente tra i promotori del Partito Democratico, nel 2006 è stato eletto presidente del Senato, una carica che ha ricoperto con una grande imparzialità, mentre nel 2013 è stato tra i candidati dello schieramento di centro-sinistra alla Presidenza della Repubblica. È poi divenuto, in questi ultimi anni, presidente del comitato storico-scientifico per i grandi eventi e i grandi anniversari, istituito presso la presidenza del Consiglio dei ministri.

Nel corso degli anni non ha mai allentato il suo stretto rapporto con il sindacato, la sua vera “casa”, il luogo della passione e dell’impegno di una vita da protagonista spesa per l’emancipazione delle forze del lavoro. Spesa scegliendo di stare dalla parte dei settori più deboli della nostra società. Spesa scegliendo di stare dalla parte giusta.

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