Due notizie diverse, una davvero globale e l’altra piccola ma simbolicamente importante, possono aiutare a capire cosi si intenda per disuguaglianze, nella parte più ricca del pianeta. La prima dà conto dei periodici report di Oxfam, la confederazione internazionale di organizzazioni non profit impegnate alla riduzione della povertà globale. Il rapporto di settembre “Potere, profitti e pandemia” illumina l’impennata dei guadagni, già abitualmente da capogiro, delle 32 multinazionali più grandi del globo. Ben 109 miliardi di dollari in extra-profitti, attesi in questo 2020, rispetto alla media dei quattro anni precedenti. Si va dagli ‘over the top’ Google, Apple, Facebook e Amazon fino ai giganti farmaceutici, realtà che non hanno subito gli effetti recessivi del Covid, e anzi hanno visto crescere ancora i loro guadagni. Utili che però non saranno redistribuiti nell’economia reale. Piuttosto saranno destinati in massima parte (l’88%) agli azionisti. “Arricchendo in gran misura chi è già ricco”, tira le somme Oxfam.
Lottano invece per una paga oraria di pochi euro ma legata a un contratto di lavoro - quindi con diritti e tutele – i rider fiorentini di Just Eat. Ed è stata un successo l’elezione del primo delegato sindacale italiano, Yiftalem Parigi. Un rappresentante dei lavoratori alla sicurezza, che vuol dire avere diritto di parola per esigere dalla piattaforme del food delivery, ad esempio, i dispositivi di protezione individuale contro il Covid. Ma anche altre tutele essenziali per chi in un turno di lavoro macina chilometri in bici o in motorino, con l’obbligo di fare più in fretta possibile. “Siamo schiavi a cottimo di padroni ‘invisibili’ - racconta uno di loro, Filippo Luti – oggi il nostro è lavoro vero ma senza garanzie, per un sacco di persone. Giovani e immigrati che per sopravvivere devono accettare ritmi frenetici. Senza nemmeno la garanzia di portare a casa la giornata”.