Invece dell’ampliamento di quello di Firenze, non sarebbe migliore la scelta di liberare l’aeroporto di Pisa dalle servitù militari, migliorando i collegamenti su ferro tra l’intera costa e il capoluogo di regione?
Il Consiglio di Stato ha ribadito la sentenza del Tar sulla manifesta forzatura che aveva portato all’approvazione della Valutazione d’impatto ambientale (Via) per l’ampliamento dell’aeroporto di Firenze, respingendo il ricorso presentato dalla società di gestione dello scalo. Chi abbia la voglia di leggerne le motivazioni troverà confermate - e amplificate - tutte le critiche alle varie lacune e contraddizioni che avevano contraddistinto i pareri favorevoli sul rispetto delle norme in materia ambientale.
Una Via che - è utile ricordare - prescriveva ben 142 rilevanti e costosi interventi per tentare di rendere ambientalmente compatibile il masterplan di Toscana Aeroparti, finalizzato a incrementare ulteriormente l’arrivo di passeggeri in Toscana tramite lo scalo fiorentino.
Giova ricordare che in Toscana è presente l’aeroporto di Pisa, porta d’ingresso della regione, come l’ebbe a definire il primo presidente della Toscana, comunista e già segretario regionale della Cgil.
L’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi, adesso leader di Italia Viva, è arrivato a richiedere sia un decreto d’urgenza che un commissario ad hoc per far realizzare in tempi brevi i voleri della società di gestione, dove siede il sodale Marco Carrai.
Il rispetto dell’ambiente, di svariati sindaci eletti dai cittadini, dell’Università di Firenze e di tutti coloro, singoli e associazioni, che esprimono un altro e fondato punto di vista, sono per l’ex rottamatore fastidiosi orpelli, inutili perdite di tempo. Cioè per Renzi e il “giglio magico” l’urgenza di questo paese non sono i morti sul lavoro, la precarietà, la disoccupazione, i cambiamenti climatici, ma i voleri di un magnate argentino proprietario della società di gestione degli aeroporti di Firenze e di Pisa.
Forse di un Commissario c’è bisogno, ma anche di Pippo, Pluto e Topolino a questo punto. C’entra forse qualcosa che i soggetti che stanno e ruotano intorno a Peretola siano in vario titolo e modo tra i finanziatori delle varie edizioni della Leopolda? Non diviene forse un’enorme questione democratica l’asservimento di cariche pubbliche a voleri privati in presenza di rapporti di finanziamento? Non sul piano giudiziario, ovviamente, ma su quello squisitamente politico.
Non sarebbe forse la strada migliore liberare l’aeroporto di Pisa dalle servitù militari dal quale è gravato, migliorando altresì i collegamenti su ferro tra l’intera costa ed il capoluogo di regione? La buona politica potrebbe finalmente rilanciare il Parco della Piana e la programmazione stravolta dei comuni contermini a Firenze, mettendo al centro delle politiche di sviluppo il contrasto ad un turismo smodato che trasforma e distrugge le città d’arte. Un modello di sviluppo che contrasti le rendite immobiliari, ulteriormente drogate dal mercato degli affitti brevi mediato dalle piattaforme.
Questo distrugge un sistema manifatturiero: tassi di profitto elevatissimi senza alcun rischio d’impresa, a fronte di investimenti nella manifattura che non arrivano sovente al 3% del capitale investito.
La Cgil Toscana ha ribadito nel suo ultimo congresso regionale la propria valutazione non positiva sulla proposta presentata: i fatti si stanno incaricando di irrobustire ulteriormente e di dare ragione alla scelta fatta