Le elezioni europee hanno fortemente cambiato il panorama politico in Europa. La composizione del nuovo Parlamento europeo si distingue considerevolmente dall’assemblea precedente. Avanzano la destra e l’estrema destra, anche se non così fortemente come si temeva. È allarmante però che in due paesi europei importanti come Italia e Francia trionfi l’estrema destra con la sua politica nazionalista, xenofoba e razzista.
Dall’altro lato, c’è una vittoria netta dei Verdi. Questo è particolarmente vero per la Francia e la Germania, dove i Verdi sorpassano i socialdemocratici in modo spettacolare.
Il risultato della socialdemocrazia è molto eterogeneo. Mentre i socialdemocratici tedeschi subiscono una sconfitta netta, il partito socialista vince in Spagna (Psoe) e, sorprendentemente, anche nei Paesi Bassi. Tutto sommato però il gruppo dei socialisti e socialdemocratici nel Parlamento europeo si è ridotto. La profonda crisi della socialdemocrazia continua.
La sinistra ha perso molto. Eccezioni sono il successo del blocco della sinistra in Portogallo e anche il successo relativo del Ptb (Parti du Travail) in Belgio. Abbastanza stabile il risultato per i partiti della sinistra scandinavi. Il risultato della sinistra in Francia è molto negativo. France Insoumise con Mélenchon ha ricevuto solo il 6,3%, molto lontano delle aspettative. Pcf et Génération.s (Hamon) non hanno superato la soglia del 5%. In Italia, la sinistra politica quasi non esiste. Si vede bene che la divisione non rende. Male anche il risultato di Die Linke in Germania, con solo il 5,5%.
Al tirare delle somme, il gruppo della sinistra nel Parlamento europeo (Gue/Ngl) ha perso circa un quarto dei suoi 52 deputati precedenti. Dobbiamo constatare che la sinistra in Europa non è riuscita a presentarsi come una forte forza politica alternativa, sia rispetto alle politiche neoliberiste, sia alla politica nazionalista e razzista dell’estrema destra.
Per quanto riguarda l’atteggiamento nei confronti dell’Unione europea e il suo futuro, c’è una certa ambiguità nella sinistra. La questione che divide la sinistra è se l’Ue sia riformabile o no. Questa però è una questione abbastanza astratta. Molto più importanti sono i processi politici da lanciare per cambiare l’Unione e l’Europa. Esistono proposte politiche concrete da parte della sinistra, che però devono essere condensate in una politica europea organica che fino ad adesso non si è vista.
Neanche il partito della Sinistra europea, a cui la sinistra italiana ha fatto riferimento, purtroppo con poco successo, è stato in grado di fornire un’immagine europea chiara, anche perché con il movimento DiEM25 di Varoufakis, e con “Maintenant le Peuple” di Mélenchon, c’erano strategie concorrenziali, entrambe di scarso successo. È indispensabile che la Sinistra europea rifletta profondamente su questo risultato. Occorre una cooperazione politica più forte tra le forze europee della sinistra, ma c’è anche bisogno di un dibattito politico più serio e intenso.
La sinistra non è stata capace di dare risposte convincenti alle aspettative della gente per quanto riguarda l’Europa e l’Unione europea. La critica e la protesta contro le conseguenze negative della politica neoliberista sono sembrate appartenere maggiormente alla destra. I verdi invece vengono visti come una forza politica capace di dare risposte alle grandi sfide che vengono avanti, in primo luogo alle questioni ecologiche, tra cui particolarmente il cambiamento climatico.
La sinistra insiste giustamente sull’intreccio tra il sociale e l’ecologia; cioè la trasformazione sociale-ecologica dell’industria. Non si possono risolvere i problemi ecologici senza affrontare i problemi sociali; cioè senza tener conto degli interessi dei lavoratori. C’è un intreccio forte tra il lavoro e l’ecologia. Non si possono solo affrontare le questioni ecologiche, ma si devono anche avere risposte sul grande cambiamento nel mondo di lavoro di cui siamo testimoni. La sinistra deve concretizzare la sua posizione e presentarsi come forza credibile anche per quanto riguarda le sfide ecologiche.
Per quanto riguarda il nuovo Parlamento europeo, si deve constatare che i tempi della grande coalizione tra conservatori e socialdemocratici sono tempi passati. Hanno un peso molto importante i verdi. Ma anche i liberali hanno aumentato i loro deputati. Una possibile cooperazione tra i vecchi partititi della grande coalizione con i liberali porta al rischio che la devastante politica neoliberista non solo venga continuata, ma anche aggravata. Ancora più preoccupante è l’avanzata della destra e dell’estrema destra. Per questo le tendenze ‘disintegrative’ dell’Europa sono destinate a crescere. E’ compito della sinistra far fronte al nazionalismo e al razzismo, battendosi per un’Europa sociale da cui, ricordiamolo ancora, siamo molto lontani.