In occasione della Giornata dell’Indipendenza, la Coalizione per le donne di Tunisia, una rete di 22 associazioni impegnata nella difesa dei diritti delle donne nelle città e nelle zone rurali, ha chiamato a una mobilitazione di massa per organizzare una manifestazione il 20 marzo in difesa dei servizi pubblici, in particolare la sanità e l’istruzione, e dello stato civile democratico.
La quantità e qualità delle adesioni all’appello in poche settimane sono state tali che, a partire dalla Coalizione, si è costituito il “Collettivo 20 Marzo”, che raggruppa più di 78 associazioni, nella difesa dei principi dello stato democratico di fronte a “tutte le forme di corruzione e i tentativi di controllare gli organi dell’amministrazione e delle istituzioni statali”. Il Collettivo ha rilanciato la protesta contro il degrado dei vari componenti del settore pubblico, in particolare della salute e dell’istruzione.
Nel mirino della protesta la diffusione delle scuole confessionali, al di fuori del controllo dello Stato, che hanno l’obiettivo di dividere la società, minacciando il sistema di istruzione nazionale repubblicana, lontano dalle ideologie, basato sul pensiero critico e il ragionamento, che sono tuttora le basi su cui la Tunisia si è appoggiata fin dall’indipendenza.
Ugualmente attaccata la drammatica situazione degli ospedali pubblici, e i pericoli che oggi gravano sul diritto alla salute dei cittadini, indifesi di fronte allo sviluppo di una medicina a due livelli (pubblica e privata), con un terribile e crescente deficit del servizio pubblico sociale, che causa uno scandaloso trattamento che viola i diritti umani alla dignità.
Il 20 marzo è stato scelto perché è la data emblematica per l’indipendenza della Tunisia, in riconoscimento del sangue dei martiri che hanno sacrificato le loro vite per liberare il paese dalla Francia coloniale, ma anche dei nuovi martiri, come Chokri Bel Aid, Mohamed Brahmi, Lotfi Naghth, gli ufficiali della guardia nazionale uccisi, i militari uccisi, i giovani uccisi, i pastori uccisi, e gli altri morti misteriosamente, i cui omicidi sono rimasti irrisolti, in una situazione causata dalle complicità politiche che favoriscono l’aumento del terrorismo.
La mobilitazione, lanciata dalle donne, ha raggiunto l’obbiettivo, con migliaia di persone in piazza il 20 marzo. Donne e uomini, organizzazioni sociali, sindacali e semplici cittadini che si sono ritrovati uniti dall’azione concertata del Collettivo, lontano dagli interessi settari, approccio indispensabile di fronte a un contesto assai pesante a livello sociale e politico.
Durante il presidio è stata sottolineata la necessità di superare gli atteggiamenti negativi e divisivi, per trovare invece la strada unitaria nel processo decisionale e nell’azione, tenendo conto della storia antica e moderna del paese, per definire obiettivi specifici verso il rispetto del diritto delle generazioni future di vivere in un sistema democratico progressista, lontano dalle ideologie settarie.
La Coalizione, soddisfatta di questo successo, ha in programma di continuare la mobilitazione con altre iniziative. In programma la continuazione della battaglia contro la disuguaglianza nell’eredità tra uomo e donna, e un incontro dei rappresentanti delle associazioni del collettivo, con i parlamentari, il 9 aprile, giornata di commemorazione dei martiri, per chiedere la risoluzione dei casi di omicidi rimasti irrisolti. Mantenendo la pressione per ottenere una giustizia indipendente, e una corte Costituzionale neutra e trasparente. Infine, non da ultimo, in solidarietà contro le ingiuste minacce di arresto contro i nostri compagni attivisti, mobilitati da sempre contro la corruzione e per la difesa dei diritti umani e del rispetto delle libertà.