Le elezioni europee del 26 maggio prossimo sono di un’importanza particolare. L’Unione europea (Ue) si trova in una crisi profonda, la cui espressione più significativa è la Brexit e come viene affrontata, sia dal governo britannico che dall’Ue. Ci sono forze centrifughe che minacciano sempre di più l’integrazione europea, arrivano tanto dalle politiche neoliberiste quanto delle destre con il loro nazionalismo e razzismo. In questo contesto la sinistra europea deve presentarsi come forza alternativa che si impegna per un’altra Europa, un’Europa di solidarietà e di pace.
Alla fine di febbraio si è svolto a Bonn il congresso di Die Linke, per discutere il programma per le elezioni europee. Nel programma, intitolato “Per un’Europa solidale dei milioni contro un’Unione europea dei milionari”, approvato con una maggioranza molto ampia, la sinistra tedesca chiede un cambiamento radicale della politica europea. Occorre una rifondazione dell’Europa, perché un’Europa democratica, sociale, ecologica e di pace non si può costruire sulla base dei Trattati di Maastricht e di Lisbona.
Il programma contiene proposte concrete per un altro sviluppo economico e sociale, tra cui un programma di investimenti di 500 miliardi ogni anno in settori socialmente utili, e orientato sulla trasformazione ecologica-sociale dell’industria, verso uno sviluppo sostenibile. Una simile politica non è compatibile con l’austerità, che deve finire. Si ritengono necessari un controllo democratico del settore finanziario e un’altra politica tributaria, con un’aliquota di imposta minima europea per le imprese, con imposte più alte per i ricchi e i grandi patrimoni, e con la lotta all’evasione fiscale.
Un elemento centrale di questo programma è la lotta contro la precarizzazione del lavoro e per il lavoro buono, come viene chiesto anche dai sindacati. Si chiedono standard minimi di diritti sociali e un salario minimo europeo al di sopra del 60 % del salario mediano, e ci si riferisce anche alla necessità di ridurre il tempo del lavoro. Ci battiamo per un’Europa solidale con diritti uguali per tutti, anche i migranti.
L’impegno per la pace e contro la militarizzazione dell’Ue è al primo posto nel programma. Il programma militare “Pesco” deve essere abolito. Si chiede il divieto delle esportazioni di armi e una nuova politica di distensione, e ci si impegna per una politica di pace e una soluzione pacifica dei conflitti. In prospettiva si chiede la dissoluzione della Nato, e la creazione di un nuovo sistema di sicurezza collettiva, coinvolgendo anche la Russia.
Nella stessa direzione di quello di Die Linke va anche il programma del Partito della Sinistra europea, che ha per titolo “Costruire un’Europa diversa”. Si mira a un’Europa democratica, sociale, ecologica, pacifica. Si chiede un nuovo modello di sviluppo economico e sociale, ponendo fine alla politica di austerità, redistribuendo le ricchezze e rilanciando le attività economiche per soddisfare le esigenze sociali nel rispetto dell’ambiente. E’ richiesto anche un nuovo modello ecologico con un corretto uso delle risorse, combattendo in particolare il cambiamento climatico. Necessari sono una riduzione del tempo di lavoro a parità di salario, e un rafforzamento dei diritti sociali attraverso un protocollo sociale nei Trattati dell’Ue, come proposto dal Tune (Trade Unionists Network Europe).
Ancora, ci si impegna per un’Europa dei diritti e delle libertà, con la garanzia dei diritti umani di tutte le persone che vivono in Europa. Questo esige anche un’altra politica verso rifugiati e migranti, creando corridoi europei sicuri sia per l’immigrazione legale che per i richiedenti asilo. Altri elementi importanti sono le richieste di un commercio equo nel mondo e di un’Europa di pace, difendendo l’internazionalismo contro l’imperialismo, e respingendo la militarizzazione dell’Ue.
Anche se ci sono molte convergenze nell’analisi della situazione e nella concezione di una politica alternativa, tanto nella sinistra tedesca quanto nella sinistra europea esistono opinioni e posizioni diverse. In particolare sulla questione se l’Ue sia riformabile o meno. La maggioranza è molto scettica e non crede che un‘altra Europa sia possibile sulla base dei Trattati esistenti, mentre il piano B, che prevede la possibilità di uscire della zona euro o dall’Ue, attualmente ha perso di importanza.
Le divergenze riguardano piuttosto le strategie, meno i contenuti. Ci sono strategie diverse: la Sinistra europea vuole offrire una piattaforma comune; “Maintenant le Peuple” - una cooperazione tra France Insoumise, il Bloco di Portugal e Podemos in Spagna - propone la disobbedienza ai Trattati europei; infine c’è “European Spring” di Yanis Varoufakis. Ci vorrebbe un dialogo serio tra i diversi movimenti, che finora non c’è. Si devono superare gli egoismi politici e personali, per costruire la necessaria unità della sinistra.