Venerdì 15 Marzo il “Fridayforfuture” ha coinvolto centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi in ogni parte del mondo. L’iniziativa è stata capace di portare nelle strade e nelle piazze una generazione che mai, prima di questa occasione, aveva fatto sentire la propria voce su un tema politico e sociale di tale rilevanza. Il futuro ambientale del mondo consegnato al dibattito da una giovanissima ragazza svedese, a cui la sua generazione ha deciso dare appoggio incondizionato.
La novità dettata dall’età dei promotori e manifestanti è la nota più rilevante di tutta l’iniziativa. La voglia di protagonismo di questa generazione ha provocato reazioni diverse: dall’opinione paternalistica che li giudica come bambini in ricreazione scolastica, ad atteggiamenti snobistici che giudicano gli slogan e gli argomenti del movimento ingenui e dotati di scarsa consapevolezza o approfondimento.
Forse il mondo di noi adulti non è pronto a sentirsi messo in discussione dai nostri figli? Forse il mondo degli adulti non vuole sentirsi messo in discussione di fronte alla responsabilità di quel che sta accadendo al nostro pianeta? Forse il mondo degli adulti crede che con playstation e cellulari una generazione intera debba restare inerte, e apparentemente soddisfatta della propria vita?
La manifestazione ci dice che non può e non sarà così. Il tema dell’ambiente sta a cuore ad una generazione che non accetta di crescere in un mondo malato destinato alla morte. E con questa idea mette in discussione il modello di sviluppo e dei consumi che la società attuale ha imposto.
Una reazione inaspettata e commovente che può aprire a prospettive diverse per noi che operiamo per il bene collettivo, per chi crede che l’uomo sia al centro del progetto di società futura. Questi ragazzi ci provocano in maniera gentile e colorata, ma decisa. E se questa protesta nasce con le mille ingenuità dei loro diciotto anni, dobbiamo accettare questi argomenti come reali. Su questo è necessario confrontarci e creare il dialogo che non disperda questa protesta. Un dialogo difficile e necessario. Troppe volte in passato le proteste “generazionali” si sono limitate a fenomeni transitori senza eredità.
Nelle piazze insieme ai giovani erano presenti anche genitori, insegnanti e militanti che hanno respirato l’aria della protesta, fatta con modalità diverse. Queste persone sono coloro che possono accettare la sfida e lavorare insieme ai ragazzi, da pari, includendoli nel dibattito facendolo proprio, e accettando lo scambio di energia. Se si riuscirà a fare questo - oggi che il rancore e la rabbia, muta e repressa ma molto aggressiva, sono i soli tratti che la destra vuole imporre, e che noi troppo spesso non riusciamo a contrastare efficacemente – allora una vera e grande speranza potrà accompagnare le prossime mosse.
Per il movimento sindacale questa battaglia, dell’ambiente e del futuro del pianeta, rappresenta un elemento centrale delle nostre elaborazioni. Si parla di modello di sviluppo; oggi ripensare a un modello di sviluppo connesso con la salvaguardia dell’ambiente non è procrastinabile ma è anche estremamente complesso. Come coniugare alcune contraddizioni storiche fra produzione e ambiente? Basterà creare un progetto di sviluppo ambientale ecosostenibile, per creare il lavoro di cui in molti parlano?
Ancora, la produzione alimentare e l’industria agricola in che maniera dovranno in futuro adeguare i propri standard. E questi standard potranno rispondere all’esigenza di alimenti disponibili a costi accessibili a tutti? Per certo determinate scelte incideranno sui meccanismi del consumo. Oggi pensare di togliere l’energia dalle mani delle persone sembra impossibile. Mobilità e comunicazioni, i due argomenti più sulla bocca di tutti.
Noi della Filcams siamo coinvolti in pieno in queste discussioni, anche come categoria e come settori produttivi. Le città e le strutture urbane che le compongono sono oggetto di attenzione. In quale direzione svilupparle? Oggi i centri commerciali e i grandi assembramenti, e condomini di uffici dove ubicare le aziende dei servizi, sono sempre più diffusi e invasivi nel tessuto urbano. Un modello che rende attrattiva la metropoli, svuotando i centri urbani più piccoli e creando centri di consumo energetico non più gestibili.
Per noi il “Fridayforfuture” deve e può rappresentare quindi un gancio importante. Il gancio del dialogo con le nuove generazioni. Non si può fallire e disperdere la loro voglia di protagonismo, investimento anche per il futuro del movimento sindacale. Il gancio a come organizzare una lotta coerente e sempre più internazionale e globale, che sappia trovare gli slogan con cui unire generazioni e lavoratori e cittadini in una nuova consapevolezza sociale e ambientale.