A Bologna una partecipata assemblea nazionale della Rete della Pace.
Chi ha avuto modo di partecipare all’assemblea della Rete della Pace, a Bologna, il 9 e 10 marzo scorsi, può confermare che il movimento per la pace e per il disarmo è vivo, diffuso e presente in ogni città del territorio nazionale, protagonista di iniziative e mobilitazioni per la promozione dei diritti, delle libertà, dell’accoglienza e dell’agire solidale, condizioni e pratiche alla base della pace. Presenti all’assemblea le principali realtà associative italiane: Arci, Acli, Cgil, Legambiente, Anpi, Agesci, Associazione per la Pace, Rete italiana Disarmo, e oltre sessanta realtà associative e comitati locali.
Le tre domande su cui si sono svolti i dibattiti delle tre plenarie - cosa significa oggi essere costruttori di pace; come valorizzare il lavoro dei comitati locali in una dimensione di rete nazionale; come costruire una strategia d’azione nazionale unitaria, unendo le diverse piattaforme, risorse e competenze, per avere un maggiore risultato ed impatto mediatico e politico - sono state affrontate con molta passione e lucidità da parte di tutte le persone che sono intervenute.
In molti interventi si è evocato il bisogno di unità, di un maggiore agire politico, di ridurre la distanza e l’interscambio tra generazioni, riconnettendo i giovani alla cultura della pace, della nonviolenza, dei diritti umani, e dei valori che rappresenta la nostra Costituzione.
L’analisi prevalsa nel dibattito è la drammaticità della fase storica che stiamo attraversando, considerata come una vera e propria crisi di sistema e culturale, dominata da politiche economiche neoliberali che hanno prodotto una diseguaglianza globale senza precedenti, dove “la tribù bianca ha sempre più bisogno di armi per proteggersi”. Le democrazie, i diritti e le libertà sono sotto attacco. I governi nazionali, sempre più dipendenti dalle grandi corporation e da chi gestisce i big data, sono impotenti, e fomentano odio, paura e violenza, individuando nemici (migranti) e chiudendosi dentro spinte identitarie, xenofobe e razziste.
C’è, inoltre, una forte preoccupazione per la prossima scadenza elettorale europea di maggio. L’ipotesi di un’ascesa dei movimenti sovranisti e xenofobi è una ulteriore minaccia alla politica di pace europea, che deve riprendere lo spirito e gli obiettivi del progetto politico europeo originale, contro le guerre e a sostegno della pace e la convivenza tra i popoli.
Dal dibattito è emerso il bisogno di essere più attenti alla dimensione europea ed internazionale, per costruire alleanze e lotte comuni, a partire dall’ultima iniziativa promossa dai giovani per la difesa dell’ambiente, gli studenti americani contro le armi, le proteste delle donne nei paesi arabi e in Iran.
E’ stato anche toccato un tema tabù: la questione della Nato e delle basi militari statunitensi in Italia e in Europa. Una Europa politica, e con un proprio sistema di difesa, avrebbe ancora bisogno di una Nato? E’ un quesito che merita un dibattito e una riflessione a parte e profonda, consapevoli della delicatezza del tema, ma che deve essere affrontato se si vuole parlare di pace, di integrazione, e di progetto europeo.
A fronte di questo quadro preoccupante, esistono comunque risposte che confermano l’esistenza di un’altra società, civile, solidale, non disposta a rinunciare ai principi e ai valori universali della pace e della convivenza. La grande manifestazione di Milano “Prima le persone” del 2 marzo scorso, la giornata mondiale per la difesa del clima promossa dai giovani, le manifestazioni dei sindacati, le mille iniziative di solidarietà sparse nel territorio, sono solo alcuni esempi che ci indicano la strada e i compagni di viaggio.
Se l’obiettivo dell’assemblea era quello di individuare un comune denominatore per costruire un percorso unitario, il risultato è stato raggiunto. La proposta di lavoro approvata prevede il rilancio delle campagne nazionali che sono già in corso: la proposta di legge per la difesa civile; la richiesta di ratifica del trattato per la messa al bando delle armi nucleari; il “no” all’acquisto dei cacciabombardieri F35; la sospensione della vendita di bombe all’Arabia Saudita, e l’impegno per un piano di riconversione della fabbrica Rwm di Domusnovas.
E’ stata anche approvata l’organizzazione di un appuntamento nazionale per il prossimo autunno, con finalità costitutive, convocando tutti i soggetti del variegato arcipelago della società civile che condivide i principi e i valori universali della pace, della democrazia, del rispetto dei diritti umani, delle libertà e dell’ambiente. Del “prima le persone”. Per fare ciò, le due reti, Rete della Pace e Rete italiana Disarmo, si faranno carico di coordinare e di comunicare con i comitati locali, e con tutte le altre realtà associative coinvolte.