Continua la strage sul lavoro, mentre Regione e imprenditori tardano ad applicare gli accordi frutto della mobilitazione unitaria.
Anche nel 2018 il Veneto è la regione dove si è registrato il maggior numero di infortuni mortali sul lavoro, circa il 30% in più rispetto all’anno precedente. E’ in crescita anche il numero complessivo degli infortuni e l’accertamento di malattie professionali.
L’ultimo infortunio mortale è di qualche giorno fa: un lavoratore di Veneto Strade investito mentre allestiva un cantiere. A dicembre è morto il secondo lavoratore in conseguenza del tragico “incidente” avvenuto alle Acciaierie Venete di Padova il 13 maggio 2018.
Da quella data è partita in Veneto una forte mobilitazione sindacale unitaria per dire “Basta!”, per mettere un freno a questa deriva, per cambiare una situazione inaccettabile: tanti, troppi infortuni gravi e mortali, una crescita esponenziale delle malattie professionali non frutto del caso o della fatalità, ma della mancanza di investimenti, della ricerca ossessiva della riduzione dei costi del lavoro, della sottovalutazione dei rischi, del mancato rispetto delle norme di sicurezza, dell’assoluta inadeguatezza dei sistemi di prevenzione e di controllo. Una mobilitazione che si è sviluppata con tante assemblee nei luoghi di lavoro, nelle contrattazioni in azienda, con una manifestazione regionale a sostegno di una piattaforma vertenziale nei confronti della Regione Veneto e delle associazioni datoriali.
A luglio abbiamo raggiunto un primo risultato importante, con la sottoscrizione di un “Piano strategico regionale sulla salute e sicurezza sul lavoro” con la Regione Veneto, che prevedeva l’assunzione incrementale extra turn-over di trenta operatori dello Spisal (Servizio prevenzione igiene sicurezza ambienti di lavoro delle Ulss) entro il 2018, l’aumento delle aziende da sottoporre a controllo, il rafforzamento della relazione tra il sistema Spisal, gli enti bilaterali e gli Rls-Rlst, l’incremento degli interventi di promozione della cultura della sicurezza sul lavoro.
Come al solito abbiamo poi dovuto esercitare una continua sollecitazione per il rispetto di quegli impegni: solo a gennaio 2019 la Regione ha deliberato le trenta assunzioni previste negli Spisal. Ora continueremo a vigilare e ad attivare tutte le iniziative necessarie a dare completa attuazione agli impegni assunti nel Piano strategico, tra cui particolarmente importante è la costituzione del tavolo di confronto per l’attuazione di un Piano regionale sull’amianto, come arrivare a definire un protocollo d’intesa con tutte le rappresentanze datoriali che le responsabilizzi e le impegni direttamente sul fronte degli investimenti necessari, dei modelli organizzativi, del lavoro sicuro e di qualità.
Significa garantire concretamente la piena applicazione delle norme, la reale formazione a tutti i lavoratori dell’intero ciclo produttivo. Significa intervenire per ridurre e eliminare le vere e principali cause degli infortuni e delle malattie professionali: dalla mancata prevenzione alla carenza di organico e all’aumento dei ritmi di lavoro; dalla forte precarietà dei rapporti di lavoro al continuo ricorso ad appalti al massimo ribasso.
Per la Cgil, per la Cgil del Veneto, la tutela della salute e sicurezza sul lavoro, il rispetto della dignità e della vita di tutti coloro che lavorano, sono una priorità assoluta nella nostra azione negoziale e contrattuale, assunta anche nella discussione e nei documenti conclusivi del nostro congresso regionale.