Giacinto Militello - di Carlo Ghezzi

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Giacinto Militello è nato in Sicilia a Monte Maggiore Belsito nel 1936. Giovane universitario, militante nel Partito socialista italiano e vicino alle posizioni politiche sostenute da Lelio Basso, si impegna nelle file dell’Ugi, l’Unione goliardica italiana che organizza gli studenti di orientamento politico laico e di sinistra, e che compete con le altre formazioni studentesche all’interno dell’Unuri. E’ eletto nei suoi organismi dirigenti e diviene presidente dell’Ugi nel 1961, sostenuto dalla parte di quell’organizzazione che si contrapponeva all’altro schieramento interno guidato da Bettino Craxi.

Nel 1962 torna nella sua regione d’origine e si impegna nella Federbraccianti Cgil, partecipa con un suo forte protagonismo alle sue mobilitazioni e ne diviene presto il segretario generale. Nel 1966 è chiamato a Roma nella segreteria nazionale della storica categoria dei lavoratori della terra, diretta da Giuseppe Caleffi.

Nel 1964 aveva preso parte alla scissione del Psi, che aveva scelto di divenire una componente organica dei governi di centro-sinistra, e contribuisce alla nascita dello Psiup; dopo lo scioglimento di questo partito nel 1972 aderirà al Pci. Prosegue intanto il suo impegno nell’organizzazione sindacale bracciantile, che si protrae nella segreteria nazionale fino al 1977, dove opera a fianco di Feliciano Rossitto.

Militello rappresenta in quegli anni l’ala più “fremente” della categoria, e sviluppa una impressionante mole di lavoro di direzione, di ricerca e di dibattito. Lui sa coinvolgere a fondo i territori, così come le strutture sindacali di base. Quando Rossitto passa alla segreteria nazionale della Cgil, e Donatella Turtura viene eletta segretaria generale della Federbraccianti Cgil, Militello viene eletto, in occasione del suo congresso nazionale, nella segreteria nazionale della Filcea Cgil, la seconda categoria dell’industria italiana, che è diretta dal sindacalista socialista Fausto Vigevani.

Militello avvia questa sua nuova esperienza di direzione in una fase caratterizzata da ristrutturazioni gigantesche, che coinvolgono in un breve arco di tempo tutti i maggiori gruppi della chimica italiana. Rifulge in quegli anni la promozione e l’organizzazione di una partecipatissima manifestazione nazionale della categoria che si tiene a Brindisi e viene conclusa da Luciano Lama, incentrata su qualificate proposte per un diverso sviluppo del paese, della sua industria e delle aree più depresse del Mezzogiorno.

Nel 1979 viene chiamato da Luciano Lama a far parte della segreteria della Cgil, dove dirige dapprima l’Ufficio Internazionale della Confederazione, succedendo ad Aldo Bonaccini, e successivamente dirige insieme a Sergio Garavini l’Ufficio sindacale confederale, dove segue in particolare le politiche rivendicative del settore terziario.

Nel 1985 contribuisce a costruire e sottoscrive per conto della Cgil il ‘Protocollo Iri’, una avanzata sperimentazione di relazioni industriali, concordata dal sindacato confederale unitario con la dirigenza delle Partecipazioni Statali. Al termine di quell’anno è nominato presidente dell’Inps, il più grande ente previdenziale italiano, che Militello dirige con autorevolezza e maestria, difendendo il ruolo dell’istituto del quale riesce, per la prima volta, a presentare nel 1989 il bilancio separando le spese sostenute per la previdenza da quelle sostenute per l’assistenza, dopo che per anni si era discusso animatamente in tante sedi di questo spinoso problema.

Alla fine del suo mandato all’Inps è protagonista di una breve esperienza come presidente di Unipol. Viene infine nominato, dalla presidenza della Camera dei Deputati, presidente dell’Antitrust, l’autorità garante della concorrenza nel mercato. Continuerà successivamente a impegnarsi fino ai suoi ultimi giorni nel dibattito e nella ricerca nel campo dell’economia come della politica. In questi anni è autore di numerosi saggi.

Conosciuto dai più per la sua attività di presidente dell’Inps, ha forse vissuto con la massima intensità la sua lunga e ricca esperienza di direzione ai vari livelli della Federbraccianti Cgil. Dirigente sindacale che si è costantemente distinto per il suo rigore e la sua passione politica, Giacinto Militello è stato uno studioso e un osservatore appassionato delle tematiche concernenti la democrazia economica, come delle trasformazioni economiche e sociali dell’Italia e dell’Europa, ed è stato un protagonista di grande spessore di una lunga stagione di lotte del mondo del lavoro. Con lui si è spenta la figura di un sindacalista e di un intellettuale brillante, capace di portare sempre nelle sue diverse esperienze sindacali, professionali e politiche competenza e innovazione.

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